Capitolo 66

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< I vetri > esclamò invece Jimin, ricordandosi solo in quel momento di aver rotto accidentalmente una candela da ubriaco e aver lasciato i cocci sparsi per tutto il pavimento.



Stranamente Taehyung si era accorto dei vetri che cospargevano il pavimento, peccato che aveva avuto la brillante idea di raccoglierli a mani nude.

Aveva anche quasi finito il lavoro, quando sentì la voce fastidiosa di Jungkook, perforargli i timpani.

< Ma come sei ancora vestito? E io che pensavo di riuscire a trovarti nudo come l'altra volta... Ehi come mai sei piegato così? Stai cercando di tentarmi in qualche modo? >

Sentendo l'ultima frase, Taehyung strinse inconsciamente le mani a pugno, ricordandosi solo in un secondo momento di avere tra le mani dei vetri affilati.

Da lì era derivato l'urlo ben poco virile, che avevano sentito Jimin e Yoongi e il modo in cui aveva passato gli ultimi dieci minuti con la mano sotto il getto d'acqua gelata, facendola quasi ibernare.

Intanto Jungkook aveva raccolto tutti i vetri e ora stava in piedi di fianco all'umano con una piccola scatola rossa tra le mani.

< Te l'avevo detto che il kit di pronto soccorso sarebbe tornato utile > esclamò Jungkook, mentre tentava di prendere la mano ferita del biondo, ma che lui continuava a scostare infastidito.

< Non lo voglio il tuo stupido kit, questa è tutta colpa tua > borbottò Taehyung con ancora la mano immersa nell'acqua.

< Smettila di fare il bambino, se non disinfetti quella mano, potresti prendere un infezione > spiegò paziente Jungkook.

< Non sono un bambino, semplicemente non ho bisogno del disinfettante >

< E per quale motivo? >

< Perché brucia > mormorò il biondo a bassissima voce, ma non per questo non fu sentito dal moro, che alzò gli occhi al cielo seccato.

Lentamente appoggiò la scatola del kit di pronto soccorso su un ripiano vicino al lavandino, dove stava un Taehyung, che si lamentava ininterrottamente.

< Taehyung, lo sai che c'è un altro modo per disinfettare la ferita? >

< E sentiamo quale? > chiese scettico il ragazzo.

Jungkook lentamente tolse la mano ferita dal getto d'acqua e chiuse il rubinetto.

Con la stessa delicatezza portò la mano del biondo a un centimetro dalle sue labbra e lentamente cominciò a lasciare una scia di baci lungo tutto il suo palmo, leccando nel contempo i tagli aperti, approfittando così di assaggiare quel liquido celestiale che gli era mancato da impazzire.

Questa volta però non si sarebbe lasciato andare, si sarebbe controllato.

Infondo Taehyung si fidava di lui.

< C-che c-cavolo stai facendo? > domandò sconvolto Taehyung, mentre tentava di sottrarre la sua mano da quella ferrea presa.

Ovviamente Jungkook non glielo lasciò fare.

Dopo aver accudito quasi amorevolmente i tagli presenti sul palmo, si occupò delle dita, leccandole e succhiandole una a una, mentre inavvertitamente alzò i suoi occhi color pece, incatenandoli con quelli di Taehyung che non si sa il motivo aveva iniziato a respirare irregolarmente e il suono del suo cuore faceva da protagonista in quella piccola stanza bianca.

Quando anche l'ultimo dito fu cicatrizzato, Jungkook sollevò delicatamente le labbra dalla soffice pelle dell'umano e per spezzare la tensione, che si era creata in quella stanza, disse la prima cosa che gli passò per la mente.

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now