33 - Harry & Chloe - a strange day

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La felicità è lì, davanti a te, vicinissima, che quasi puoi toccarla, e allora tu cammini svelta per raggiungerla, perché ormai sei ad un passo, perciò non guardi dove metti i piedi; ormai sei arrivata a destinazione, non hai più bisogno di prestare attenzione, e non ti rendi conto di un piccolo, piccolissimo gradino, che potresti superare facilmente se tu stessi tenendo alta la guardia, se stessi guardando dove stai andando, invece non lo fai perché il tuo sguardo è proiettato in avanti, verso la fonte della tua felicità, ed è proprio quello il momento in cui inciampi.

È questa la sensazione che ho da stamattina e non riesco a scrollarmela di dosso.

Mi sono svegliata nel cuore della notte dopo aver fatto un incubo, ma non ricordo nulla di quello che ho sognato. So per certo che non fosse lo stesso vecchio incubo, quello dell'incidente di Dylan, stavolta era diverso, ma non saprei dire come, o in che modo, so che mi ha turbata, e non sono più riuscita a prendere sonno.

Mi sono alzata per bere qualcosa, ho cercato di non disturbare Harry, che ieri sera è tornato tardi dall'ufficio, ma mi ha sentita lo stesso, e mi ha raggiunta in cucina. È stavo meravigliosamente dolce nel riportarmi a letto e tenermi stretta a lui, ma questo non è bastato a farmi tornare a dormire; i miei occhi sembravano non volersi più chiudere, come se, così facendo, potessi riprendere a sognare quell'incubo.

Da un lato vorrei ricordare cosa stavo sognando, dall'altro credo sia meglio che abbia dimenticato, è solo che quando le cose vanno così bene, come nell'ultimo periodo, ho sempre paura che possa succedere qualcosa, perché è davvero tanto tempo che sono felice, e temo che la fregatura sia in agguato, proprio dietro l'angolo.

Mi sono alzata dal letto con l'affanno, senza riuscire a fare un respiro profondo nemmeno dopo averci provato una trentina di volte. Harry è andato in ufficio con la sua auto, come fa tutti i giorni, solo che quella sensazione mi sta stringendo alla gola, e ogni cosa mi sembra un pericolo.

Sbuffo con forza – o almeno ci provo – per poi mettermi al lavoro, sperando che concentrarmi sulla traduzione che devo portare a termine entro la fine del mese, possa aiutarmi a smettere di pensare.

Il telefono squilla, distogliendomi bruscamente dai miei pensieri. Controllo il display prima di rispondere e sorrido nel vedere il nome della sorella di Harry.

«Ciao Grace» le dico, appoggiandomi all'indietro con la schiena.

«Ciao, Chloe! Come stai!?» domanda, con il suo solito tono allegro.

«Tutto come sempre» rispondo «e tu?» le chiedo.

«Come sarebbe a dire "come sempre?" Io sono fuori di me dalla gioia! Mio fratello mi ha appena dato la notizia!» esclama con entusiasmo, provocandomi un enorme sorriso.

«Sì, tuo fratello l'ha data anche a me la notizia». Mi è capitato di rivivere mentalmente quel momento - che devo ancora comunicare al resto della mia famiglia e dei miei amici -, quello in cui avevo l'abito bianco addosso e lui mi ha chiesto di restare insieme per tutta la vita, credo sia una dei più belli di sempre.

«Quindi stasera usciamo a festeggiare!» Non credo sia una vera domanda la sua, e comunque non credo di poter rifiutare qualcosa a Grace Thompson.

«L'hai già detto a Harry?» le chiedo, immaginando che la risposta sia sì.

«Sì, mi ha detto di no, ma non m'interessa. Ci vediamo stasera al "Tunnel"». Di nuovo non è una domanda e non si arrenderà fino a che non usciremo con lei a festeggiare.

«Grace...» tento, inutilmente, di richiamarla.

«Non m'interessa nemmeno la tua opinione, Chloe, e poi voglio farvi conoscere una persona!» Come dirle di no quando è così entusiasta?

Their Stories || H.S. || The BeginningWhere stories live. Discover now