26 - Harry & Chloe - a Great Day

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Chloe

La revisione della traduzione è arrivata alla fine: ho ricontrollato tutto per due volte - una volta nei giorni scorsi, e la seconda l'ho appena terminata - e ora sono pronta a consegnare il lavoro. Allungo le braccia verso l'alto, distendo la schiena, poi mi alzo in piedi dopo aver spento il computer, recupero tutto il materiale e lo porto sul tavolo in cucina.

Sorrido inevitabilmente quando vedo la maglietta di Harry abbandonata sul tavolo: stamattina ha tentato in ogni modo di mangiare sul tavolo, per poi rimanere deluso dal fatto che avessi il ciclo, e andare in doccia da solo, borbottando cose incomprensibili.

Ultimamente è parecchio di buon umore e io, di conseguenza, sono molto più serena. La settimana prossima è Halloween e ricordo che, l'anno scorso, ero decisamente intrattabile. Ora, grazie a Harry, questo periodo dell'anno porta con sé solo i ricordi più belli. Mi ritrovo a pensare a Dylan mantenendo il sorriso sulle labbra mentre ripenso ai bei momenti che abbiamo trascorso insieme. Non c'è più il dolore al petto, ma solo una gran tenerezza e tanto affetto per una persona che è stata molto importante per me e che ora è un ricordo felice.

Vado in bagno a prepararmi per uscire, sorrido ancora guardando la catenina, quella che mi ha regalato Harry, che spunta fuori dalla mia maglia, e la ripongo al di sotto del colletto: mi manca il mio meraviglioso fidanzato, oggi più del solito e non mi spiego il perché, eppure siamo stati insieme, chiusi dentro questa casa, per un intero fine settimana, solo un paio di giorni fa. Ci siamo isolati dal mondo spegnendo i telefoni, abbiamo cucinato - o meglio io ho cucinato, lui ha mangiato - ed è stato uno dei weekend più belli di sempre: nessun problema, nessun pensiero, solo io, lui e il nostro mondo.

Sospiro al ricordo di lui senza niente addosso e...

Basta Chloe! Hai del lavoro da consegnare!

Allontano l'immagine di Harry e di tutti i suoi tatuaggi, così da ritrovare la lucidità necessaria per portare a termine il mio compito, poi mi cambio, recupero la traduzione dal tavolo ed esco di casa. Non voglio prendere la macchina oggi, perché mia sorella mi ha incastrato con un impegno oggi pomeriggio e non ho voglia di guidare in centro.

*****

«Sì, Reb, sono quasi arrivata!» Parlo a voce alta nel traffico intenso di Boston di questo primo pomeriggio di ottobre.

Sono stata alla redazione per consegnare la traduzione conclusa e per prendere un nuovo lavoro che, pare, mi occuperà per i prossimi mesi, almeno a sentire Harvey. Ho dato uno sguardo al libro scritto in tedesco e sembra piuttosto impegnativo, ma va bene, mi piace il mio lavoro.

«Ti sei messa in tiro?» Alzo gli occhi al cielo per la sua insistenza su questo punto.

«Se per mettersi in tiro intendi farmi una stupida ceretta, allora sì, l'ho fatta. Se invece ti aspetti che sia andata dal parrucchiere o che mi sia truccata, beh, allora no!» Cammino tra le persone che affollano il marciapiede, tenendo il telefono con la mano sinistra, mentre osservo distrattamente le vetrine decorate per la festa di Halloween e mi congratulo mentalmente con me stessa perché sto sorridendo, e non è una cosa da poco.

«Va bene, me la farò bastare!», ribatte lei rassegnata.

«Senti, ma il tuo capo non si lamenta del fatto che stai al telefono per motivi personali durante l'orario di lavoro?» Mi piace punzecchiarla, specialmente quando si lamenta del fatto che penso troppo poco al mio aspetto: credo di occuparmi di me quanto basta.

«Ti ho mai detto quanto sia rompipalle?» Hanno un bel rapporto, lei e Harry, e mi piace restare ad ascoltare i loro battibecchi.

«E io ti ho mai detto quanto sia straordinario?»

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