14 - Chloe, Harry and his family - Today (pt 1)

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Chloe's POV

Un guscio vuoto.

È questo quello che sembra Harry in questo momento.

Nessuna emozione nei suoi occhi, nessuna espressione sul suo viso. Da quando sua madre ha pronunciato quelle parole rivelando qualcosa che nessuno si aspettava, Harry sembra essersi svuotato. Non vedo rabbia, né rancore, né qualsiasi altro sentimento. È come se si fosse spento.

Torno a stringere la sua mano, ma lui non reagisce, le sue dita restano ferme mentre le mie cercano un maggiore contatto, ma lui non c'è.

«Harry?» La madre lo richiama con un filo di voce, con la mia stessa preoccupazione per lui nello sguardo.

«Ehi...» sono io a sussurrarlo accanto a lui, sperando che riesca a sentirmi. «Harry ti prego dì qualcosa...» Ritento subito dopo, e finalmente ottengo una reazione anche se non quella che speravo.

Si allontana da me, lascia la mia mano e fa un passo in direzione di sua madre. Il suo sguardo è severo, carico di rabbia come non l'avevo mai visto prima. Harry è tornato, ma adesso credo sia incontrollabile.

«Tu ti sei fatta un'altra cazzo di famiglia...» pronuncia ogni parola con disprezzo. «Quella che avevi già non era abbastanza per te vero? No, certo che no! Papà non ti dava abbastanza attenzioni, e io e Jordan ti abbiamo solo complicato le cose... E invece Grace ti ha reso felice!? O quel bastardo che ti ha mollata come se non fossi niente... quello andava bene!?» Sta ormai alzando la voce, ma lei sembra non fare una piega alle sue parole. Il suo atteggiamento sembra non toccarla, o forse sta solo incassando il colpo che merita.

«Harry non è stato facile per me...»

«Per te non è stato facile!?» Urla ancora più forte, interrompendola, poi si volta verso di me, e il suo viso è una maschera di astio e rancore. «L'hai sentita? Per lei non è stato facile dice... Ma ti senti quando parli? Tu non hai la minima idea di cosa non è facile... Non è facile per un bambino di sei anni andare a scuola sempre con la tata. Non è facile affrontare i compagni che lo prendono in giro perché la madre se n'è andata con un altro. Non è facile dover tornare a casa e sentire il padre piangere per tutta la notte perché la moglie l'ha lasciato e credere di essere in qualche modo la causa di questa separazione...» Sembra quasi mancargli il fiato mentre parla. La sua voce trema, il suo corpo anche, e lo strazio che provo nel vederlo così sta diventando insopportabile.

«Harry ho pensato a voi sempre...»

«Ci hai pensato!? Tu ci ha pensato!? E cosa cazzo ce ne siamo fatti del tuo pensiero!? Credi forse che pensarmi mi abbia impedito di finire ubriaco quasi ogni sera!? Credi che pensare al povero Harry, mi potesse aiutare quando tornavo a casa strafatto perché il dolore era insopportabile!? Il tuo abbandono del cazzo ha condizionato la mia intera vita e tu mi vieni a dire che mi hai pensato!? Io ho pensato a te, e quando sono riuscito a smettere di farlo è stata una cazzo di liberazione!»

«Harry lo so che...»

«Tu non sai proprio un cazzo!» Non la lascia parlare, e continua a parlare come se tutte le parole che ha tenuto finora dentro di sé avessero rotto gli argini e non potesse tenerle per sé nemmeno se lo volesse. «Hai idea di cosa vuol dire vivere con la paura costante di essere abbandonati dalle persone che ami di più? Hai idea di cosa vuol dire detestare tutto il genere femminile per anni!? No... tu non sai un cazzo di me, né di Jordan, perché hai deciso di tagliarci fuori, perché è questo che hai fatto diciotto anni fa, e ora vieni a dirmi che ho una sorella!?»

«Harry, per favore...»

«Harry per favore!?» Ormai è inarrestabile, e io non voglio nemmeno provare a fermarlo. Ha bisogno di tirar fuori tutto questo dolore, ha bisogno di dirle quanto ha sofferto a causa sua, e mi dispiace se lei sta soffrendo, ma quello che ha passato lui in tutti questi anni non può e non deve essere messo in secondo piano. «Vuoi sapere chi era Harry? Harry era quello che nel pieno della notte si svegliava per un incubo e l'unico a consolarlo era suo fratello, che però era a sua volta un bambino e aveva bisogno anche lui di un abbraccio. Harry era quello che non aveva mai nessuno da festeggiare alla festa della mamma. Harry era quello che ascoltava suo padre piangere e non poteva fare assolutamente niente per aiutarlo. Harry era quello che ha sperato per mesi, per anni che saresti tornata. Ho passato serate intere seduto sulle scale aspettando di vedere la porta di casa aprirsi per vederti tornare. Ho immaginato quella scena così tante volte che ho pensato di averla vissuta realmente, ma tu non c'eri, non c'eri mai...» La sua voce si affievolisce, l'adrenalina sta diminuendo, e il dolore sta tornando a galla. I suoi occhi sono gonfi e arrossati, come anche quelli di sua madre che però sta già piangendo. «Io ti volevo e tu non c'eri...» Mi si spezza il cuore a sentirlo parlare così. Faccio per avvicinarmi a lui, poi si gira verso di me, mi scansa, mi supera ed esce dalla stanza come una furia.

Their Stories || H.S. || The BeginningWhere stories live. Discover now