15 - Chloe, Harry and his family - Today (pt 2)

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Guarda tutto scivolare giú
Mi guardo e mi chiedo quale sia l'obbiettivo
Si dimmi qual'è il tuo obbiettivo
Sono solo così perso nelle emozioni, non me ne accorgo neanche
Sto solo scivolando in un posto e non penso chiaramente

"Face it"

NF

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Chloe's POV

Faccio scorrere lentamente le dita tra i suoi capelli, lo faccio da parecchi minuti. Sono quasi asciutti ormai, i miei un po' meno, ma non importa. Non avevo intenzione di lavarli, né di bagnarli, ma la sua incursione sotto la doccia mi ha fatto dimenticare qualunque cosa.

Al momento, Harry sembra un bambino bisognoso di coccole e so quanto gli piacciano le carezze tra i capelli. Non sono più lunghi come quando l'ho conosciuto, ma lo sono abbastanza per farci sparire in mezzo le dita. Ed è questo che continuo ad osservare: mentre lui tiene la testa appoggiata sulle mie gambe, io resto con gli occhi sulle mie dita che compaiono e scompaiono tra i suoi capelli, incantata da quel movimento, l'unico che c'è tra noi da diversi minuti a questa parte.

Sono seduta sul letto con la schiena appoggiata all'indietro contro la testiera imbottita, indosso la maglietta che mi ha dato lui poco fa quando è tornato dal bagno, dopodiché si è sdraiato in obliquo sul letto, per poi appoggiarsi sulle mie gambe, che tiene strette con il suo braccio sinistro, quello quasi completamente tatuato.

È chiuso nel suo silenzio e io mi sto sforzando di lasciargli il suo tempo. Sono quasi le cinque del mattino, sono passate alcune ore dalla scoperta di Grace, e non abbiamo nemmeno cenato. Non ho comunque fame a dire la verità, anzi ho lo stomaco chiuso e non riesco a pensare ad altro che a quello che sta passando nella testa di Harry.

«Mi dispiace di averti urlato contro... non avrei dovuto...» La sua voce bassa, quasi spezzata, rompe il silenzio della stanza e il frastuono dei miei pensieri.

«Non ha importanza Harry, nemmeno me lo ricordavo più.» Me lo ricordo invece, perché non posso dimenticare l'espressione del suo volto in quel momento, ma so che non era arrabbiato con me, quindi se gli sono servita da valvola di sfogo va bene.

«Sei sempre una pessima bugiarda Stewart» dice voltando il viso verso di me.

Ha un sorriso triste e la mia mano adesso è sulla sua guancia, la sua si posa sulla mia che poi porta alle labbra per lasciarvi un dolcissimo bacio ad occhi chiusi. Quando li riapre sembrano ancora più tristi e non posso più rimandare.

«Harry parlami.» Non c'è bisogno che gli dica cosa voglio sapere.

«Ho chiamato Kurt quando... quando ho lasciato l'ospedale...» Resto decisamente stupita dalle sue parole. Non mi aspettavo niente del genere. Pensavo che l'unico con cui avrebbe potuto parlare, quello la cui situazione è più affine alla sua, fosse Dylan, e invece lui mi ha sorpreso. Lo guardo in silenzio, con gli occhi spalancati, quasi senza fiatare, in attesa che lui continui. «Gli ho chiesto cos'ha provato nello stare accanto a Dylan quando è stato a Montreal...»

«Perché Harry?» Ho provato a capire il motivo della sua telefonata, ma proprio non ci arrivo.

«Perché non voglio tirarti a fondo con me.» Lo guardo aggrottando le sopracciglia e sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco, qualcosa che non mi piace per niente.

«Cosa... cosa stai dicendo? Che significa? Mi stai tagliando fuori?» Si mette seduto senza lasciare la mia mano. Il suo sguardo è dispiaciuto, e non c'è più ombra di un sorriso sulle sue labbra, nemmeno quello triste di poco fa.

Their Stories || H.S. || The BeginningWhere stories live. Discover now