12 - Harry and his father - Today

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Harry's POV

Il ristorante è di fronte a noi, dall'altra parte della strada. Ci basta attraversare e siamo arrivati. Mi prendo qualche secondo prima di farlo mentre osservo - senza guardarlo davvero - l'ingresso del locale. Sto provando a distrarmi, a calmare l'ansia che si sta facendo sempre più pressante nel mio petto. Non vedo mio padre da quando è partito per stare con lei, l'ho sentito qualche volta per telefono, ma era quasi esclusivamente per lavoro. Non sono riuscito ad instaurare un rapporto con lui in tutto il tempo in cui abbiamo vissuto insieme, figuriamoci per telefono dopo che lui ha lasciato tutto per una donna che l'ha abbandonato e non l'ha degnato della minima considerazione per diciotto anni.

Sono arrabbiato con lui? Sì, lo sono. Lo sono per come si è comportato con me quando ero solo un bambino, per come non mi ha cresciuto, lasciandomi a me stesso, al nonno, e a Jordan, e lo sono ancora perché ha dato un'altra volta la priorità a quella donna invece che a me, a noi, alla possibilità che stava nascendo di avere un normale rapporto padre figlio.

I miei pensieri vengono interrotti quando sento la mano di Chloe stringersi alla mia. Mi volto a guardarla e mi sorride. Emetto un gran sospiro, poi mi volto di nuovo verso il ristorante, con lo sguardo fisso alla porta d'ingresso.

«Insieme Harry» mi dice stringendo un po' di più la presa con le dita.

«Insieme» rispondo, decidendomi poi di attraversare la strada per entrare nel locale che non è molto affollato.

Ci accoglie una donna sulla trentina, con un gran sorriso. Ho dato retta a Chloe e ho indossato un completo scuro. A quanto pare è l'abito d'obbligo in questo posto.

«Buongiorno, avete una prenotazione?» ci domanda tenendo in mano quello che sembra il registro delle prenotazioni.

«Siamo con mio padre, Harrison Styles» rispondo senza mai lasciare andare la mano di Chloe.

«Oh, ma certo! Il signor Styles vi sta aspettando. Vi accompagno» dice per poi fare il giro del piccolo bancone, invitandoci a seguirla.

Il posto è elegante: sedie, poltroncine e panche rivestite di velluto, i tavoli finemente apparecchiati, ai quali vedo troppi bicchieri e troppe posate per i miei gusti. Arriviamo in un angolo più appartato del ristorante dove ci sono poltroncine bianche attorno a tavoli rotondi, poi lo vedo. Si alza in piedi non appena nota la nostra presenza, e sul suo viso si apre un sorriso enorme. Posa il tovagliolo sul tavolo e ci viene incontro.

«Harry!» Mi abbraccia con forza, come non lo faceva da tanto tempo. Credo di ricordare che l'ultimo abbraccio che somiglia a questo me l'ha dato quando avevo dodici anni poco prima di uscire di casa per andare a scuola. Probabilmente si era svegliato di buonumore, non me lo sono mai chiesto in realtà, perché mi aveva di nuovo stretto a sé, non mi interessava sapere perché l'aveva fatto, quello che contava era che l'avesse fatto. «Come stai?» dice sciogliendo l'abbraccio nel quale sono rimasto piuttosto rigido, per poi guardarmi negli occhi tenendo le sue mani appoggiate sulle mie spalle.

«Bene.» Mento, ma non lo faccio con l'intenzione di farlo stavolta. Vorrei dirgli la verità, dirgli che sono arrabbiato, che tutta questa situazione mi fa incazzare oltre ogni immaginazione, ma il suo sguardo, la luce spenta che ha negli occhi, mi portano a mentire per non peggiorare la situazione.

«Ciao Chloe, speravo tanto che venissi anche tu!» dice quando si accorge di lei alle mie spalle.

«Mi fa piacere esserci signor Styles.» Abbracci anche lei, poi ci rechiamo al tavolo per prendere posto.

C'è una falsa tranquillità durante questo pranzo. Lui sorride, Chloe sorride, ma non io perché posso anche provare a fare il diplomatico, ma non riesco a fingere un sorriso quando dentro ho un fuoco che mi divora l'anima. Cerco di tenere a freno la lingua mentre mi chiede di Jordan.

Their Stories || H.S. || The BeginningWhere stories live. Discover now