4 - Kurt e Dylan - Day 12

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Giorno 12

Dylan

«Mi piaceva di più l'altro!» Alzo la voce per farmi sentire da Kurt che si trova adesso dietro la tenda del camerino di questo negozio - il terzo in cui siamo entrati da stamattina.

Ho perso il conto di quanti abiti da cerimonia ha provato, ma non mi è dispiaciuto aver passato con lui tutto questo tempo per negozi. La sua compagnia è decisamente piacevole, mi piace sempre di più condividere questi giorni con lui.

Mi ha chiesto di accompagnarlo a scegliere l'abito che indosserà alla cerimonia del rinnovo delle promesse dei genitori di Chloe, e guardarlo con indosso diversi tipi di completi eleganti mi ha aiutato parecchio a distrarmi da quello che avverrà oggi pomeriggio.

Stare con lui è sempre più facile, ed è sempre più fondamentale per il mio equilibrio mentale. Kurt ha la straordinaria capacità di sapere cosa provo, o cosa penso, ancora prima che io me ne renda conto.

Mi ha aiutato ad affrontare mia madre, mi ha spinto a chiamarla e a chiarirmi con lei. Inizialmente non è stato facile, soprattutto perché io non ero ben disposto nei suoi confronti, ma quando le ho dato modo di parlare senza interromperla ogni tre parole e ho smesso di giudicarla, il dialogo è stato molto più costruttivo.

Sono riuscito a vedere il suo punto di vista, e anche se non mi piace come ha agito nei miei confronti, ho almeno provato a calarmi nei suoi panni. Ha dovuto prendere decisioni difficili senza alcun supporto da parte di sua madre, e anche se non condivido le sue scelte so che ha fatto del suo meglio ed ha agito in buona fede.

Ieri sera, quando l'ho chiamata, ha pianto, l'ho fatto anche io. Kurt mi ha praticamente costretto a chiarire una volta per tutte dicendomi che poi sarei stato meglio, che avrei affrontato in maniera diversa tutto quanto, così mi sono chiuso in camera e, non senza qualche difficoltà, ho fatto partire quella chiamata. Mia madre ha risposto immediatamente, come se non aspettasse altro, così abbiamo iniziato a parlare, o meglio le ho lasciato spiegare tutte le sue ragioni, i motivi che l'hanno spinta a comportarsi in un certo modo piuttosto che in un altro. Alla fine l'ho perdonata, e ora mi sento decisamente meglio.

Una volta finita quella telefonata sono andato a bussare alla porta di Kurt, mi ha fatto entrare e non ho avuto la forza di dirgli niente, ma lui mi ha guardato e mi ha abbracciato. Mi sono lasciato stringere, mi sono lasciato andare ancora, ma Kurt ha abbastanza forza per entrambi e mi ha tenuto insieme grazie alla sua sola presenza.

C'è stato un attimo in cui sono stato sul punto di cedere, di lasciare andare anche quell'ultima parte di me che sto provando a controllare, ma che ancora non riesco a esprimere del tutto. È stato quando si è allontanato leggermente da me dopo avermi abbracciato, mi ha preso il viso tra le mani, mi ha asciugato le lacrime come se fossi un bambino, poi mi ha sorriso e mi ha detto che andrà tutto bene, che lui c'è, ma io a quel punto non capivo più quello che mi diceva perché riuscivo a pensare solo al desiderio sempre più forte di provare la consistenza delle sue labbra.

Dio! Io voglio lasciarmi andare, voglio essere sincero, ma quando sono sul punto di farlo c'è sempre una piccolissima parte di me che mi frena, che mi impedisce di essere completamente me stesso ed è decisamente frustrante.

«E questo?» Kurt è uscito per l'ennesima volta dal camerino. Stavolta indossa un abito blu e io non posso fare a meno di notare quanto questa sfumatura di blu si intoni ai suoi occhi.

«Questo ti sta benissimo!» gli dico preso dall'emozione che mi suscita guardarlo vestito in quel modo.

«Ne sei sicuro? Non era meglio quello grigio?» mi domanda mentre continua a guardarsi allo specchio lasciandomi la possibilità di restare a guardarlo senza che lui se ne accorga.

Their Stories || H.S. || The BeginningWhere stories live. Discover now