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Era un sabato pomeriggio caldo e soleggiato, del tutto simile a molti altri sabato pomeriggio di metà primavera. Le uniche cose che lo differenziavano da un qualsiasi altro giorno erano: 1) che fosse il giorno prima della pesa (cosa che stava mandando in ansia da prestazione Jimin); 2) che fosse il giorno prima del ritorno di Yoongi (cosa che stava mandando in ansia Jimin e punto). 

Ad accompagnarlo in questo pomeriggio di grande agitazione c'era la sua persona preferita sulla faccia della Terra: Jungkook. E non era solo. Con lui c'erano tre enormi sacchi ricolmi di vestiti di ogni marchio, tipo, dimensione e tonalità. Jimin era riuscito a riempire un solo sacco, ma grazie a Jungkook non avrebbe fatto di certo brutta figura. Avrebbe dilazionato quel bottino per ogni domenica di pesa, perché portare tutta la roba il primo giorno avrebbe significato restare a secco le settimane successive, e non gli piaceva l'idea di portare il mondo il primo giorno e poi presentarsi a mani vuote a tutte le pese successive. Andava tutto dilazionato in modo intelligente. L'ideale sarebbe stato dividere tutto in sacchi da peso uguale, ma continuavano ad interrompersi ogni volta che Jungkook trovava tra la roba di Jimin qualcosa che NON poteva assolutamente voler buttare!

"E' una rarità!" esclamò sconvolto tenendo tra le mani una vecchia felpa dell'Adidas ormai fuori produzione da un decennio. "Non puoi regalarla, non ne fanno più così!"

"Non ne fanno più così perché nessuno indosserebbe mai quel lilla smorto!" fu il commento di Jimin, che trovava quell'indumento brutto e ormai incompatibile con il suo stile.

"Non sai di cosa parli. Quando gli anni novanta torneranno in voga ti pentirai di averla data via".

"Se ti piace così tanto puoi tenerla"

"Davvero?" disse Jungkook, stringendola già al petto. Jimin avrebbe faticato a togliergliela dalle mani in ogni caso, tanto valeva regalargliela direttamente ed evitarsi la lotta.

Fu in quel momento che la sorella di Jimin entrò in casa. Si fermò in corridoio e guardò la scena che le si presentava davanti attonita: il salotto era diventato un'immensa cabina armadio con abiti sparsi ovunque sui mobili e sacchi rovesciati sul pavimento.

"Cosa cavolo state facendo?!" domandò.

Jimin si ricordò solo in quel momento che alla fine non le aveva detto nulla. Era il momento di rimediare. Meglio tardi che mai, no? 

"Sorellina!" quando Jimin la chiamava così significava che voleva qualcosa, e in genere non era mai un buon segno. Lei incrociò le braccia al petto, sospettosa.

"Al lavoro hanno organizzato una raccolta di abiti usati per beneficienza. Ti va di collaborare?" evitò di raccontarle della penitenza perché avrebbe potuto negare il proprio aiuto solo per vederlo girare con le mutando sopra i pantaloni. Era sadica, a volte. 

"Ma è un'idea meravigliosa! Ci sono un sacco di cose di cui vorrei liberarmi" si picchiettò il dito sul mento, pensierosa. Stava già facendo locale su dove fossero i capi che voleva ASSOLUTAMENTE fuori dalla sua stanza. 

Così, il duo divenne un trio, e le operazioni si spostarono dal salotto alla camera da letto dei due fratelli. La sorella di Jimin era ispirata come non mai: continuava a tirare fuori sciarpe, magliette, gonne, jeans e vestitini che non utilizzava da una vita, o che aveva acquistato in preda ad un raptus per poi non indossare mai perché non le piacevano. Alcuni avevano ancora i cartellini addosso. Quella roba era preziosa, pensò Jimin.

Riempirono un paio di scatole, poi le squillò il telefono e si sedette sul materasso per parlare civettuolamente col suo Ronnie. Jimin e Jungkook tirarono fuori il primo scatolone, ma poi Jungkook gli disse: "Questo posso spingerlo giù per le scale senza problemi. Riempi il secondo e quando sei pronto fammi un fischio!".

one | prince to kiss ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora