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Il pomeriggio dopo, Jimin versava in condizioni imbarazzanti.
Non riusciva a concentrarsi su nulla (non che di solito ci riuscisse ma, se è possibile, la sua condizione era perfino peggiorata), ogni pensiero lo riportava a Yoongi, alla suite, a ciò che era accaduto in quell'enorme letto (e nella vasca da bagno, e contro la vetrata...). 

Aveva provato a distrarsi leggendo un libro, ma dopo poche righe si era ritrovato a fantasticare sulla prossima volta che lui e Yoongi si sarebbero incontrati. Aveva provato a fare stretching, ma ogni flessione delle gambe gli lanciava fitte dolorose al fondoschiena, e questo lo portava ovviamente a pensare al modo delizioso in cui si era procurato quel dolce fastidio. Nemmeno la televisione si era rivelata una degna distrazione: tutte le persone che apparivano sullo schermo sembravano così scialbe e anonime in confronto al suo principe, al suo Yoongi, che pareva uscito da un drama coreano per quanto gli apparisse perfetto. L'unica attività che riuscì ad immergerlo completamente fu una scrupolosa ricerca su Google.

Scoprì così che Yoongi si era laureato ad Oxford con una media di volti molto alta. Aveva lavorato in Svizzera per una nota multinazionale, ma la vita tra i monti, per quanto rilassante, non faceva per lui. Così, dopo pochi mesi di contratto, aveva deciso di tornare a vivere stabilmente con i genitori, che nel frattempo si erano trasferiti a New York.

Apprese diverse cose su tutti i membri della sua nobile famiglia. Sua madre era principessa del Kadjastan (non Regina, perché la nonna di Yoongi era ancora in ottima salute e avrebbe conservato il titolo fino alla morte), si chiamava Soraya e la sua bellezza era sconvolgente. Il padre era un uomo alto, biondo, con un paio di occhi verde giada. Era un biologo marino nato in Sud Africa, ma di origini olandesi e tedesche. La sorella di Yoongi, Elizaveta Kosokova, era una celebrità di Instagram con più di 2 milioni di followers. Lunghi capelli biondissimi e occhi ghiaccio le conferivano la tipica bellezza russa. Il fratello, José de la Cruz, aveva invece intrapreso la carriera politica ed era fondatore di un partito in costante crescita. Jimin lesse avidamente quelle informazioni sgranocchiando pop corn al caramello. Perché non hanno ereditato il cognome dalla famiglia reale? si domandò, e siccome l'articolo che stava leggendo non sembrava contenere la risposta a quella sua curiosità, digitò la domanda sulla barra di ricerca e premette invio. Il primo risultato era un video di Soraya durante una conferenza stampa a Sydney. Premette play e alzò il volume al massimo.

"Non voglio che i miei figli dimentichino o rinneghino le loro radici. Li ho accolti nella mia casa come fossero sangue del mio sangue, ma non è giusto che per questo motivo loro ignorino la loro reale identità. I genitori biologici di ..." Jimin skippò avanti di qualche secondo. "-loro sacrificio è stato un gesto di generosità e coraggio, hanno donato ai loro figli un futu-" chiuse il video. Si era fatto un'idea, ma non aveva voglia di sentire tutto il monologo. Tornò a cercare cose su Yoongi (il suo nuovo argomento preferito).

In realtà su di lui non esistevano troppe informazioni. Viveva una vita lontana dai riflettori, per lo più, sembrava tenere particolarmente alla propria privacy e all'anonimato. Al contrario, sua sorella era comparsa sulle copertine dei tabloid per esser stata paparazzata fuori a cena con Harry Styles. Jimin scoprì che questa cosa non era piaciuta alle fan del cantante, che avevano iniziato a tormentare la ragazza con commenti crudeli e misogini sotto i suoi aggiornamenti social. Terrificante. 

Fu in quel momento che la porta della stanza si aprì, facendolo trasalire. Jimin chiuse il portatile con uno scatto, nemmeno fosse stato intento a guardare threesome su Brazzers. Sua sorella lo squadrò con aria sospetta e domandò: "Stavi guardando un porno?".

Jimin le rivolse un sorriso innocente. "Certo che stavo guardando porno. Non ti hanno insegnato a bussare, sorellina?".

Jimin era troppo vestito perché fosse vero, e sua sorella troppo disinteressata a scoprire cosa stesse combinando per impicciarsene. Si sedette sul letto e si scalzò le scarpe dai piedi, esausta. Era tornata dal lavoro e aveva solo voglia di rilassarsi un po'.

"E' anche la mia stanza, perché dovrei bussare?"

"Perché non è così improbabile che tuo fratello stia approfittando della tua assenza per guardarsi qualche porno" disse Jimin. Era capitato davvero, diverse volte, ma per fortuna non era mai stato colto con le mani ... in pasta.

"Perché invece che farti venire i calli non inizi a frequentare qualcuno che non sia segnalato alla polizia?" domandò con sarcasmo la ragazza.

"Perché non voglio finire come te" fu il suo commento, ma poi aggiunse "Però ti vedo bene, rispetto l'altro giorno. La stai superando."

"Per forza. Non posso piangermi addosso in eterno, no? Avrò anche perso l'uomo perfetto, ma non importa. Forse non era destino..."

Jimin restò in silenzio. E il suo destino qual era? Innamorarsi di Yoongi e venire scaricato non appena questo si fosse stancato di scopare con lui? Immaginava che la risposta a quella domanda fosse sì, ma non aveva il coraggio di ammetterlo.

"Non permetterò più a nessuno di ridurmi in quel modo. La mia felicità viene prima di tutto".

Quella frase la sorella l'aveva pronunciata almeno mille volte. Era la stronzata che Jimin sentiva più spesso assieme a "le relazioni sono cose da etero". Jimin era stufo di sorbirsi certe massime prive di sostanza. Sua sorella avrebbe continuato ad annullarsi per gli uomini e i ragazzi avrebbero continuato a scopare in giro utilizzando quella scusa per pulirsi la coscienza. Era così che andava il mondo.

"Sì, come no." commentò sarcasticamente Jimin.

"Quando ti innamorerai e verrai mollato, capirai di cosa parlo".

"Io sono stato mollato" le fece notare.

"Peter non ti ha mollato. È stato incarcerato. E poi si è rifatto vivo e lo hai rifiutato tu".

Jimin arricciò il naso e fece spallucce. "Era un criminale, ormai! Non me la faccio con i galeotti, sono troppo bello per accontentarmi della feccia della società..."

La sorella rise. "Giusto, solo principi azzurri per il mio fratellino..."

Jimin quasi non si strozzò nel sentire quelle parole. Dopo aver tossito per la propria sopravvivenza, riuscì a calmarsi e rivolse alla ragazza un sorriso di circostanza. Avrebbe dovuto parlargliene? Forse. Ma sua sorella era una che faticava a contenere l'entusiasmo, e l'ultima cosa che Jimin voleva era che si attaccasse come una cozza pretendendo di conoscere ogni dettaglio della sua vita privata... Non era pronto per parlare di Yoongi con lei. La cosa era ancora troppo fresca ed incerta. Non sapeva nemmeno lui cosa li unisse o se li unisse qualcosa. Si domandò solo se anche Yoongi ogni tanto pensasse a lui, se un minimo Jimin avesse suscitato il suo interesse... Difficile a dirsi. Aveva capito che Yoongi era bravo con le parole, ed era ancora più bravo ad usarle per ottenere quel che gli pareva senza lasciar trapelare nulla di ciò che realmente pensava. 

Che doveva fare? L'unica cosa possibile sembrava aspettare un suo messaggio e sperare che il prossimo incontro avvenisse presto.



one | prince to kiss ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora