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Alla serata erano presenti numerose celebrità che Jimin aveva visto, in precedenza, soltanto attraverso lo schermo del suo televisore. Continuava a guardarsi intorno e a tirare la manica di Yoongi indicando questo o quell'attore, quella cantante fenomenale, quella presentatrice audace. Yoongi, che al contrario frequentava certi ambienti fin dal suo debutto in società avvenuto all'età di sedici anni, non capiva come il più giovane potesse essere così fomentato dalla loro presenza mentre stava cenando assieme a lui, un principe.

"Conosci quelle persone?!" fu l'esclamazione sorpresa di Jimin, mentre si riempiva il calice con del vino rosso. Yoongi arricciò il naso.

"Non devi farlo tu" lo rimproverò.

"Cosa non devo fare?" Jimin aggrottò la fronte, confuso, poi portò il bicchiere alle labbra e bevve un lungo sorso.

"Il vino. È estremamente villano che sia tu a riempirti il calice. Ci sono dei camerieri che passano per la sala in continuazione, controllano quando i bicchieri si svuotano e li riempiono".

"È ridicolo, posso pensarci da solo" fu la replica di Jimin.

"Dovresti pensare solo a me e non preoccuparti di nient'altro".

Le parole di Yoongi erano state più aspre di quanto ci si potesse aspettare, ma Jimin, quel suo lato autoritario e quasi viziato, gli piaceva. Piegò le labbra in un sorrisetto e accarezzò il bordo del bicchiere con la punta del dito indice.

"Ti sei indispettito per gli apprezzamenti che ho fatto su Ashton?"

"Adesso lo chiami per nome come se foste in confidenza?" 

Jimin rise, poi infilzò un pomodorino nel piatto con la forchetta e lo volse in direzione di Yoongi. Il principe esitò ad aprire la bocca. Non gli piaceva essere imboccato, specie se nel tentativo palese di farlo stare zitto. Mangiò il pomodoro rapidamente e poi si pulì le labbra col tovagliolo di stoffa.

"Ti capita spesso di venire a certe serate?"

Yoongi non sembrava avere troppo appetito, il suo piatto si era a malapena svuotato da quando il cameriere, quasi un quarto d'ora prima, lo aveva posato davanti a lui. Continuava a bucherellare la mozzarella di bufala, e il latte sgorgava fuori dai pori come sangue candido. Chissà cosa lo rendeva tanto inquieto? All'appuntamento precedente non si era comportato in modo così strano.

"Ne organizzano un paio al mese. Se potessi, le salterei tutte, ma la gente parla" disse, e poi aggiunse "Ragione per cui dovresti evitare di imboccarmi davanti a tutti".

Jimin iniziò a fare 2+2. Lì dentro, era uno sconosciuto. Ma Yoongi no. Se lui conosceva quelle persone, significava che anche loro conoscevano lui, e forse Yoongi non aveva parlato con nessuno del suo interesse verso gli uomini... e anche se lo aveva fatto, forse non voleva che la gente si incuriosisse alla sua vita privata e iniziasse a domandarsi chi fosse il biondo asiatico che gli aveva appena infilato un pomodorino in bocca.

"Mi dispiace" disse Jimin, e gli dispiaceva davvero. Infilzò l'ultimo pezzo di mozzarella nel piatto e la mangiò senza sollevare lo sguardo dall'insalata.

"Ti dispiacerà molto di più se domani ti sveglierai con un'orda di giornalisti sotto casa".

Jimin alzò di scatto gli occhi, sgomento. Yoongi ghignò malignamente.

"Non accadrà. A questo genere di cene, la discrezione è massima. C'è una specie di patto non ufficiale, in questi posti. Ciò che accade qui resta qui e non se ne fa parola con nessuno".

Jimin sospirò sollevato. "Allora perché hai fatto storie per quel pomodoro?"

"Perché ho detto ai miei che sarei venuto qui con un amico"

one | prince to kiss ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora