• Capitolo 41

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"Te lo porti dentro se non puoi averlo affianco a te."

Non aveva mai fatto caso alla bellezza di Chicago appena svegliata.
Solo allora, seduta sul davanzale della finestra, con una tazza di caffè in mano, aveva appurato che la città triste e spaventata che aveva visto appena arrivata era affascinante.
Sarà stato anche il silenzio che popolava la casa a suggestionarla: erano appena le sei, e prima di quell'ora nessuno si sarebbe alzato.
Lei aveva dormito più del solito, stranamente, infatti si era alzata alle prime luci dell'alba, ammirando la sua nuova città, seppur vista da un lato che era sconosciuto alla maggior parte dei suoi abitanti.

Lei aveva dormito più del solito, stranamente, infatti si era alzata alle prime luci dell'alba, ammirando la sua nuova città, seppur vista da un lato che era sconosciuto alla maggior parte dei suoi abitanti

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Cominciava ad essere caldo, nonostante Chicago avesse un clima molto rigido, un po' come le persone che l'abitavano.
La finestra era aperta e c'era una leggera brezza che la faceva rilassare.
I pensieri non l'avevano abbandonata, ma Filippo le era stato accanto durante quei tre giorni di calma nella gang dei Ghosters, che si era momentaneamente allargata.
Non l'aveva lasciata nemmeno per un secondo, anche se non le parlava sempre. Quando ne aveva la possibilità l'aveva baciata, senza farsi vedere da nessuno, restando attinente al patto che avevano stretto: "nessuno deve sapere di noi".
D'altro canto, Filippo e Cheryl sapevano benissimo che i loro amici sospettavano di loro da tanto, tantissimo tempo, ma non volevano dare loro ragione.
« Buongiorno. »
Una voce angelica la fece voltare dal lato opposto alla vista di Chicago.
Sorrise a Jolanda, che avanzava verso di lei con le braccia conserte ed un piccolo sorriso.
« Come stai? »
Le chiese: anche lei si era preoccupata per Cheryl, vedendo in quest'ultima il punto debole di Filippo.
« Sto meglio, grazie. »
Solo allora posò lo sguardo sul ventre gonfio della ragazza, che la guardava.
« È di Kyle, vero? »
Jolanda annuì, capendo perfettamente a cosa si stesse riferendo.
« Se ti serve una mano chiedi pure, sono un medico. »
Le disse, scendendo dal davanzale della finestra.
« Lo so, Filippo mi ha parlato di te. »
Sorrise, non tanto alla ragazza, ma al fatto che Filippo avesse riservato delle parole per lei.
« Non ti ho ancora ringraziata. »
Cheryl si accigliò: le aveva già detto grazie per aver aiutato la gang a salvare lei e Marta.
« Per cosa? »
« Per quello che hai fatto per Filippo, anche se inconsapevolmente. »
Arrossì in quanto, come aveva detto Jolanda, non consapevole di ciò che stava portando nella vita di Filippo.

Chiacchieravano tutti, seduti attorno al tavolo, con la propria colazione finita davanti a sé.
Tutti tranne uno: Filippo non era ancora uscito dalla sua camera nonostante fossero ormai le undici.
Lo aspettavano per il piano che avrebbero dovuto attuare per riprendere la sua amata Ferrari.
« Ma dov'è paranoia? »
Klaus tirò in ballo l'argomento, facendo drizzare le orecchie di Cheryl.
Lei avrebbe voluto fare la stessa cosa che aveva fatto Klaus, seduto affianco a lei, ma non era ancora in vena di parlare come faceva prima.
Non che non spiccicasse parola, anzi, in quei tre giorni aveva conosciuto i nuovi arrivati e aveva ritrovato la voce per parlare con i suoi amici.
« Vado a vedere che fine ha fatto. »
Affermò, alzandosi dalla sedia, per poi camminare verso la camera di Filippo senza guardare la reazione delle persone sedute al tavolo con lei.
Bussò alla porta non appena ci si ritrovò davanti poi, dopo il consueto "avanti", fece ingresso.
Filippo era seduto vicino alla finestra, con una mano sul viso e l'altra impegnata a reggere una sigaretta ed una cartina.
Indossava tutto tranne la maglietta, che era stata posta disordinatamente sul letto intatto.
La guardò dal basso seriamente, poi Cheryl gli sorrise, entrando e chiudendosi la porta dietro le spalle.
« Non hai dormito? »
Gli chiese, notando il letto non disfatto.
« No, sono stato a elaborare un piano tutta la notte. »
Le disse, guardandola sedersi sul letto affianco a lui.
« Io stranamente ho dormito tutta la notte. »
Affermò, considerandola veramente una cosa straordinaria per lei.
« Mi hai passato tutta la tua insonnia .»
Ridacchiò, fumando la sua Lucky Strike.
« Come avrei fatto? »
Serrò gli occhi in due fessure, riflettendo su quello che Filippo aveva detto, seppure fosse una cosa improbabile e detta scherzosamente.
Filippo addolcì lo sguardo per la prima volta dopo che Cheryl varcò la porta.
Si sporse di poco per arrivare a baciarle le labbra, prima dolcemente, come il modo in cui la mano di Cheryl aveva raggiunto la sua guancia, poi approfondì quel contatto, seppur di poco.
Solo quando si allontanò da lei, Cheryl capì quanto sentiva il bisogno di averlo sempre con lei.
« Così. » Le disse, per poi alzarsi e indossare la maglia.
Cheryl raccolse quel poco di tempo per ammirarlo e notare una cosa che non aveva notato pochi giorni prima e quando era seduto.
Prima che potesse indossare completamente la maglia, Cheryl si alzò e gli bloccò le braccia, ricevendo uno sguardo divertito, ma anche confuso.
« E questo? »
Gli sfiorò la parte colorata del ventre del ragazzo, tracciando velocemente il corpo di un serpente che aveva in bocca quello che sembrava un fiore di loto.

« E questo? »Gli sfiorò la parte colorata del ventre del ragazzo, tracciando velocemente il corpo di un serpente che aveva in bocca quello che sembrava un fiore di loto

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« Pochi giorni fa non c'era. »
Continuò la ragazza, arrossendo al ricordo della notte passata proprio in quella stanza e proprio con quel ragazzo che aveva di fronte in quel momento.
« L'ho fatto l'altro ieri.
È venuto il tatuatore quando tu eri chiusa in camera, perciò non ti sei accorta di niente. »
Affermò Filippo, notando il rossore sulle guance di Cheryl.
Non lo disse con tono arrabbiato o scocciato, ma glielo disse tranquillamente, come se le stesse raccontando quello che ha fatto a Natale.
La ragazza gli sorrise, continuando a guardare il tatuaggio
« Mi piace. »
La guardò senza dire nulla e Cheryl gli abbassò la maglia e posò i suoi occhi in quelli chiari di lui.
« Andiamo, prima che possa fare qualcosa che ci impegnerà per ore. »
Affermò Filippo, per poi afferrare la cartina che aveva tra le mani prima.
Cheryl ridacchiò, arrossendo anche, poi lo seguì per andare dagli altri.

« Cosa vuol dire che non è un piano sicuro? »
Marta era una ragazza molto tranquilla e silenziosa, o almeno era quello che aveva capito Cheryl di lei.
In quel momento, infatti, cercava in tutti i modi di tenere tranquillo come lei Lori, il suo ragazzo.
Lorenzo non voleva perdere Marta ancora, e non voleva perdere nessun altro presente in quella stanza.
« Lori, non c'è altro modo. »
Rispose Filippo, in piedi a capo tavola, sospirando e guardando gli altri tutti seduti.
« Un modo per non uccidere nessuno lo puoi trovare? »
Chiese ancora Lorenzo, più calmo di qualche istante prima.
« Ci ho provato per tutta la notte, e sai benissimo quanto me che i Wolves sono spietati. Come possiamo combatterli senza uccidere il capo? »
Affermò Filippo.
Cheryl non aveva preso parte alla conversazione, seduta affianco a Klaus e di fronte a Kyle.
Guardava solo la cartina che aveva portato Filippo e rifletteva.
Per lei c'era di sicuro un modo per farne uscire tutti vivi, senza gravi conseguenze.
Solo dopo tanto tempo usato per riflettere, Cheryl prese parola
« E se non glielo dicessimo? »
Tutti si ammutolirono all'affermazione della ragazza, poi Emma chiese
« In che senso? »
« Nel senso che potrebbero non accorgersi che andiamo a riprendere la macchina.
Il garage e la loro base sono in due luoghi differenti e anche abbastanza distanti, cosa stupida tra l'altro da parte loro.
Quindi, anche se ci sono le telecamere, che possono essere spente da Lorenzo, possiamo entrare e, male che vada, se ci scoprono ci metteranno un po' ad arrivare e avremo il tempo di andare via senza uccidere nessuno e senza rimanere uccisi. »
Tutti sembrarono soddisfatti e Filippo, se fosse fisicamente possibile, l'avrebbe guardata con gli occhi a forma di cuore.
« Sei così intelligente! »
Esclamò Klaus, prendendole il viso fra le mani, per poi lasciarle un bacio casto sulle labbra.
Cheryl sbarrò gli occhi e tirò indietro la schiena per allontanarsi, mentre Klaus sembrava tranquillo e si alzò, ballando per il corridoio.
Scomparve subito dopo nella sua camera, canticchiando.
Cheryl non si stupì più di tanto: lo aveva conosciuto relativamente e aveva capito che era un tipo particolare, che non si curava di ciò che accadeva e che faceva tutto d'istinto.
Aveva ancora la bocca un po' spalancata e cercò conforto negli occhi di Jade, la quale era divisa da lei da una sedia, lasciata pochi istanti prima da Klaus.
La ragazza con i capelli colorati aveva gli occhi e le labbra di poco sbarrati, come lei, ma era divertita.
Era un po' la stessa espressione che avevano tutti gli altri sul viso, tranne Filippo, che aveva solo le sopracciglia alzate e i pugni serrati.
Le piacque il fatto che lui era geloso di lei, chiunque le stesse vicino.
Era addirittura geloso di Kyle, ormai grande amico di Cheryl, il quale però aveva occhi e tutto il resto del corpo tutto per Jolanda, e Filippo ne era consapevole a tutti gli effetti.
« Su con la vita, Fil, non te la porterà via.»
Ridacchiò Kyle, ricevendo una brutta occhiataccia da Filippo.
Cheryl lo guardava e stava per ridere anche lei, ma non appena lui la scoprì, cercò di essere più seria possibile.
La scena fece ridere tutti i presenti.
« Facciamo come dice Cheryl. »
Affermò il ragazzo con le piume alle orecchie, lasciando poi liberi gli altri di ridacchiare, mentre lui si accese una sigaretta.
Cheryl si mise una mano sugli occhi e ridacchiò, guardata da tutti gli altri.
Rideva, ma era anche soddisfatta di aver messo parola su una decisione per tutto il gruppo.
Si sarebbe ripresa, lo sapeva bene.

Criminals  { Irama Plume }Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon