• Capitolo 37

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"A testa alta contro il mondo, con il coraggio di un leone."

La ripetitività era una delle tante cose che odiava, nonostante fosse tremendamente metodica e precisa in tutto.
La cosa che però odiava di più era il fatto che trovava ripetitivo tutto quello che faceva lei stessa.
Come per esempio stare sveglia per gran parte del tempo durante la notte, ore in cui si presume che stesse nel suo letto a dormire.
Solitamente si addormentava dopo le quattro, perciò sarebbe stata sveglia ancora per un bel po', dato che erano appena le tre di notte.
Sapeva benissimo però che quella notte sarebbe andata a dormire ancora più tardi se prima non avesse visto Filippo rientrare.
Da quando era uscito, la sera prima, non si era fatto vivo e la cosa la preoccupava alquanto.
Temeva che la polizia l'avesse ritrovato o che qualcuno gli avesse fatto del male.
Aveva perso il conto di quante brutte ipotesi aveva formulato nel cervello, ma non servirono più quando sentì la porta aprirsi.
Filippo sembrava un topo che sgattaiolava nella sua tana mentre entrava: sicuramente stava cercando di fare il meno rumore possibile, ma con tutti quei gioielli che gingillavano mentre si muoveva era abbastanza inutile.
Solo quando si chiuse la porta dietro vide la figura di Cheryl seduta sul divano, rannicchiata su se stessa, illuminata dalla luce della luna che proveniva dalla finestra.
« Sei ancora sveglia? »
Le chiese, in un mormorio abbastanza percepibile.
« Ti stavo aspettando. »
Filippo le sorrise, guardandola alzarsi e avanzare verso di lui.
« Cos'è successo tra te e Lori? »
Gli chiese, e lui fece spallucce
« Sei abbastanza intelligente da capire qual è il problema. »
Infatti aveva elaborato le sue teorie riguardo la freddezza tra i due, ma voleva sentire le parole di uno dei diretti interessati.
« So chi è Marta, so che molto probabilmente Moraldi la tiene sotto sequestro come tua sorella, ma lui non riesce a capire che tu stai cercando di salvare anche lei, non solo Jolanda. Perciò avete discusso e tu sei scappato, lasciandomi con il cuore in gola per tutte queste ore. »
Filippo sorrideva: quanto amava la sua intelligenza.
« Avevo bisogno di pensare, non dovevi preoccuparti. »
Lei sospirò, non si spiegava come potesse dirle una cosa del genere.
La vide estremamente agitata e nervosa, così tanto che cominciò a scrocchiare le dita delle mani, con le quali giocherellava.
Non riusciva a vederla così in ansia, così le poggiò le mani tatuate sulle sue, lasciandosi guardare dagli occhi di lei.
« Tu sei la mia quiete, come fai a diffondermi tranquillità se sei così agitata? »
Cheryl rimase incantata dalle parole che le labbra di Filippo pronunciarono, ma non poteva lasciarlo vincere, come da tradizione
« Potevi evitare di uscire da solo e tornare così tardi.
È pericoloso, Filo, ci sono gli sbirri che ti cercano. »
Lo rimproverò quasi, e lui ridacchiò
« Scusa, mamma. »
Lei scosse la testa e poi gli sorrise, d'altro canto era lì con lei ed era salvo.
« Piacerò a tua sorella? »
Gli chiese dopo attimi di silenzio.
Filippo scoppiò a ridere e Cheryl sembrò vedere quasi un miraggio mentre lo faceva.
« Non mi importa se piacerai o no a mia sorella. »
Le prese il viso con una mano, mentre l'altra scese ad afferrarle la sua.
« Sicuro? No, perché sono logorroica, lo sai benissimo, poi sono anche ipocondriaca, eppure sono medico quindi dovrei essere tranquilla su questo campo. Lasciamo poi da parte la paranoia continua e l'insonnia.
Non sono un tipo facile, non so nemmeno se sono considerata simp-»
Si stava dilungando, come faceva tanto tempo prima, quando i suoi fratelli e la sua famiglia era ancora unita, quando stava ancora bene.
« Invece di parlare perché non mi baci? »
La bloccò, lasciandola spiazzata, ma subito dopo lo accontentò.
Le loro labbra danzavano a ritmo e passionalmente come la prima volta che si incontrarono.
Si conoscevano, ormai, ma non evitavano mai di scatenare particolari sensazioni.
Si spostarono senza staccarsi mai, o meglio, Filippo la condusse verso quella che era la sua camera da letto: Cheryl lo capì solo quando si chiuse la porta dietro le spalle.
In quella notte tutte le cattive vibrazioni, l'illegalità, gli incarichi, i litigi e tutto quello che avevano passato sparirono momentaneamente.

La pecca dell'insonnia era che, la mattina successiva alla notte passata in bianco, il sonno non vuole andare via, a maggior ragione se la notte precedente è stata movimentata.
Non si spiegava il fatto che in quell'appartamento le tapparelle non funzionavano, così che la luce solare le arrivasse dritta dritta negli occhi appena aperti.
Si guardò intorno e, per quanto fossero stati per poco tempo in quella casa, capì che quella non era la sua stanza.
Si rigirò nel letto, andandosi a scontrare contro Filippo, che era voltato verso di lei e non era lontano dal suo corpo.
Sorrise nel guardarlo e ricordando la notte passata.
« Non sciuparmi. »
Sobbalzò nel sentire la sua voce, nonostante avesse gli occhi chiusi.
Gli mollò un piccolo schiaffo sul volto, che assunse un'espressione buffa solo per un secondo, poi aprì gli occhi.
Le sorrise, lasciandosi poi stampare un piccolo bacio sull'angolo della bocca.
« Che ore sono? »
Chiese poi lei, dopo essersi divisa di poco da Filippo, il quale alzò il capo per guardare l'ora sul display della radiosveglia.
« Sono le 10. »
« Non è ora di alzarsi? »
Aggiunse dopo, facendo per alzarsi dal letto.
Cheryl, però, strinse il suo busto a sé e poi lo baciò quando lui si voltò verso di lei.
« Ancora cinque minuti. »
Si accoccolò al suo petto e lui ridacchiò, stringendola a sé.
"Cosa mi fai, piccola."

Odiava il ticchettio dell'orologio da muro, gli ricordava il ritmo del battito cardiaco che gli risuonava nelle orecchie.
Stava aspettando, o meglio, stavano aspettando da tanto tempo ormai.
Quel giorno sarebbero arrivati gli aiuti, ma solo Filippo sapeva a che ora, ma lui dormiva ancora.
La cosa strana era il fatto che anche Cheryl stesse dormendo ancora, eppure era mattiniera, nonostante sapessero che faceva fatica ad addormentarsi.
« Quanto cazzo dormono? »
Commentò Kyle, guardando l'orologio che segnava le 10:15.
« Vado a svegliare Cheryl. »
Jade si alzò, sfilando poi verso la camera di Cheryl con i suoi stivali dal tacco alto.
« Sveglia, bella addorment- »
Si bloccò vedendo che il letto di Cheryl era intatto.
Si voltò verso gli altri, che riuscivano a vederla dato che il corridoio era davvero molto piccolo.
Kyle e Lori la guardarono accigliati.
« Cheryl non ha dormito qui. »
Affermò Jade, tornando vicino ai suoi due amici.
« Secondo me, la bella addormentata ha dormito con il suo principe stanotte.»
Kyle non guardava Jade, di fonte a lui, bensì guardava i due ragazzi che avanzavano verso di loro.
Cheryl qualche passo più avanti di Filippo, sorrideva a tutti.
« Buongiorno. »
Affermò, sedendosi accanto a Lorenzo.
« Non avete fatto il caffè? »
Chiese Filippo, girovagando in cucina tra il cibo e le stoviglie.
Fortunatamente, Cheryl e Lori si davano sempre da fare per tenere la casa pulita, forse gli unici due che lo facevano erano proprio loro.
Kyle, Jade e Lorenzo si guardarono interdetti: era tutto normale, segno che forse Cheryl si era alzata prima che Jade entrasse in camera sua.
Nessuna traccia che confermasse le loro ipotesi, o meglio, l'ipotesi di Kyle.
« Stavamo aspettando voi per fare colazione. »
Affermò Lorenzo, indicando la tavola brandita di cibo.
Filippo avanzò verso tutti gli altri e si mise a sedere.
Lanciò un'occhiata a Cheryl e al segno violaceo sulla parte bassa del suo collo: fortunatamente aveva indossato una maglia che lo coprisse parzialmente.
Lo aveva notato solo perché sapeva che ci fosse.
« A che ora arrivano? »
Chiese Kyle, dopo aver mangiato un biscotto.
« Tra un'ora. »
Affermò Filippo, bevendo il suo cappuccino.
« Sperando che siano in orario: Emma e Biondo sono fidanzati, quindi potrebbero aver passato una notte movimentata.
Giusto, ragazzi? »
Jade era furba, così furba che riuscì ad ingannare anche Filippo.
Si rivolse in particolare modo a Cheryl e al suo capo.
Cheryl dovette far attenzione a non far cadere a terra il suo caffè, che stava versando nella tazza, Filippo invece si schiarì la voce e si guardò intorno, lasciando che la sigaretta che stava per accendere rimanesse spenta.
« Già. »
Rispose Cheryl, mantenendo il suo comportamento il più neutrale possibile.
Jade sorrise soddisfatta: li aveva beccati, ma se ne stette zitta e decise di non parlarne con nessuno, nemmeno con i due diretti interessati.

Jade sorrise soddisfatta: li aveva beccati, ma se ne stette zitta e decise di non parlarne con nessuno, nemmeno con i due diretti interessati

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Ecco a voi Cheryl con la sua maschera dei Ghosters.
Ho fatto un fotomontaggio e spero che sia venuto bene.
L'ho fatto per rendere l'idea.
Enjoy💕

Criminals  { Irama Plume }Where stories live. Discover now