• Capitolo 35

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"Sarà che non sorridi quasi mai, ma quando lo fai dura un'estate intera."

Quasi tutte le persone a cui chiedi qual è la loro preferenza tra giorno e notte rispondono la seconda opzione.
Forse perché la notte sembra più bella, più romantica, più diversa e suggestiva.
Se tra quelle persone ci fosse lei risponderebbe giorno.
Non perché voleva differenziarsi, dato che quello lo faceva senza neanche farlo apposta, ma perché stava dicendo la verità.
Non le era mai piaciuta la notte, sin da bambina le faceva paura.
Quando era nel periodo della fanciullezza pensava che durante la notte potessero venirla a prendere dei mostri, chiedendo di conseguenza alla sua brava madre di stare con lei fin quando non si sarebbe addormentata.
Nel periodo della sua adolescenza cominciò a pensare che l'ipocondria era l'unica caratteristica, ossia difetto, che aveva, anche se non ne andava fiera, dato il fatto che aveva paura di addormentarsi la notte e non risvegliersi più il giorno dopo per un motivo a tutti sconosciuto, compresa lei stessa.
Ormai era grande e non gliene importò più della notte, se non per il fatto che l'aspettasse per dormire e stare in tranquillità, fin quando non arrivò l'insonnia.
Da allora la notte poteva considerarsi fuori dalla sua lista di "cose che sopporto".
Perciò era normale che la preferenza tra giorno e notte per Cheryl era ovviamente il primo.
"C'è vita durante il giorno, anche io mi sento più viva", era sempre stata questa la sua motivazione alla sua scelta.
Non era mai stata appoggiata da qualcuno a parole, tantomeno a fatti, anche se ultimamente aveva trovato il suo alter ego maschile.
Guardava la luna fuori dalla finestra e sperava che lasciasse posto al sole il più presto possibile.
Adorava però quel vento che la lasciava respirare.
Era tranquilla, solo allora lo era, quando sapeva che lui era nel suo letto, a pochi passi dal salotto, dove lei giaceva appoggiata al davanzale della finestra.
« Vedo che la tua insonnia non è passata. »
Quasi sperava nel suo intervento in quella tranquillità, in quel sussurro che le confermava per l'ennesima notte che lui sapeva dove trovarla.
« Neanche la tua . »
Gli rispose, accogliendolo vicino a sé nella sua stessa posizione.
« Soprattutto fino a ieri notte, almeno oggi ho dormito due ore. »
Continuò lei, guardando fuori.
« Almeno tu hai dormito, io non ho chiuso occhio, come al solito. »
Le disse lui, accendendo una sigaretta.
« Dormirai tra poco. »
Affermò lei, sicura.
« Tu cosa ne sai? »
Ridacchiò lui, buttando fuori del fumo mentre parlava.
« In una cosa mi sento importante, sai?»
Cominciò a parlare Cheryl, poi continuò
« So di essere l'unica persona che ti calma e che ti lascia dormire tranquillo.»
Filippo la guardò sorridendo, consapevole del fatto che lei sapesse di essere la sua quiete.
« L'ho capito. »
Concluse lei.
« Be', ritieniti davvero fortunata perché nessuno ci era mai riuscito fino ad ora. »
Le disse, ghignando.
« Neanche Fanny? »
Gli chiese, con tono quasi infastidito.
« No, neanche lei. »
Ridacchiò Filippo, guardandola guardare fuori dalla finestra.
« Non ci credo. »
Affermò, scuotendo la testa.
« Dopo aver passato del "tempo" con lei sono venuto a cercarti per farmi dormire, non ricordi?
È stata l'unica notte in cui mi sono pentito di aver parlato con te dato il fatto che ho ricevuto uno schiaffo ben piazzato proprio qui. »
Concluse la frase toccandosi la mascella.
Cheryl cominciò a ridere, ricordando la scena, nonostante sapesse quanto fosse stata arrabbiata in quel momento con il ragazzo affianco a lei.
« È stata una delle cose più belle che abbia mai fatto. »
Disse, finendo di ridere.
Lui le pizzicò un fianco, un po' per punirla per la sua affermazione, un po' per una specie di soddisfazione personale.
Dopo attimi di silenzio, Filippo, accompagnato dalla sua Lucky Strike, le chiese
« Sai invece qual è una delle cose più belle che io abbia mai fatto? »
La guardò, cosa che fece anche lei, dicendogli
« Cosa? »
« Aver accettato quello stupido incarico di tuo padre. »
Sapeva a cosa si stesse riferendo, così gli sorrise, cosa che fece anche lui.
Rimasero fermi a guardarsi, non mossero un muscolo, forse perché non volevano farlo o forse perché preferivano guardarsi piuttosto che baciarsi, come chiunque altro avrebbe fatto in quella situazione.
« Jolanda Fanti. »
Affermò lei, guardandosi le mani.
« Non poteva che essere tua sorella. »
Continuò, pensando alla loro prossima "missione".
« Infatti. »
Ghignò lui.
« Com'è lei? »
Gli chiese curiosa.
Filippo sorrise e sospirò, voleva parlare ma venne interrotto da Cheryl
« Se non vuoi parlarne, non farlo. »
Il ragazzo scosse la testa, facendo oscillare i suoi orecchini d'oro a forma di piuma, poi disse
« È sempre un piacere parlare di Jolanda. Lei ha quattro anni in più di me ed è completamente il mio opposto.
Lei è sempre solare, ha sempre una soluzione a tutto, riesce a reagire ad ogni situazione con il sorriso.
Non si fa mille paranoie, come faccio io. Ha preso lei perché è troppo perfetta, al contrario mio. »
Cheryl sorrise, poi disse
« Anche tu hai sempre una soluzione a tutto e le reazioni personali non puoi pretendere che siano tutte positive. »
Lui sembrò rifletterci su, guardando fuori dalla finestra.
Sapeva che stava pensando troppo, sapeva che in quel momento cominciò a sentirsi in colpa per il rapimento di sua sorella.
Tutte paranoie inutili, come aveva detto lui stesso.
Cheryl scosse la testa, storcendo le labbra.
Allungò un braccio per poggiargli la mano sulla guancia.
« La salveremo e sai benissimo che non sei tu la causa del suo rapimento.
Niente paranoie: non è tutto un casino, non è tutto già scritto. »
Lui la guardò, poi ridacchiò, scuotendo la testa.
« Che c'è? » Gli chiese, sorridendo.
« Ti rendi conto di essere diventata la quiete della mia tempesta? »
Cheryl sorrise ancora, non solo con le labbra, anche con gli occhi, che gli guardavano il viso.
Quella sera era particolarmente bello, non sapeva spiegarsi il perché.
« Penso che adesso vado a dormire, prima che possa fare qualcosa di cui possa pentirmi. »
Affermò Filippo, accarezzandole la mano che era poggiata sulla sua guancia.
Cheryl arrossì e ringrazio l'assenza di luce che impedì al ragazzo di fronte a lei di vedere il suo imbarazzo.
« Buonanotte. »
Gli disse, sorridendo.
« Buonanotte. » Mormorò lui, andando via.
Rimase solo per un attimo paralizzata, poi sorrise, realizzando tutto ciò che era successo.
"Sei fottuta, Cheryl."

Criminals  { Irama Plume }Where stories live. Discover now