• Capitolo 13

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"Non trascurarti perché sei più importante di tutte le insicurezze che ti porti dentro."

La cosa che più odiava era, forse, svegliarsi violentemente dopo una notte turbolenta, passata con gli occhi aperti da mille pensieri nella mente.
Svegliarsi violentemente un po' come quella persona aveva bussato alla porta.
Inutile dire che balzò seduta sul letto, con i capelli arruffati ed il fiato corto, a causa del forte rumore causato dalla mano che sbatté sul metallo e dei cardini della porta scossi.
Poté addirittura scorgere il fastidioso rumore del metallo di alcuni anelli che sfregavano sulla superficie dura e fredda della porta, ancora chiusa.
« Svegliati, pivellina, andiamo a recuperare le tue cose a casa tua! »
Chi poteva essere se non un Filippo, che era ritornato Irama, a svegliare il sonno profondo di Cheryl, che lo aveva acquistato solo un'ora prima?
Sbuffò pesantemente, stropicciandosi gli occhi.
« Pivellina? » Urlò il ragazzo da fuori la porta, la quale non voleva essere assolutamente varcata, forse perché temeva che una volta vista la ragazza non sarebbe più uscito per chiederle scusa e riuscire a creare con lei quello strano rapporto avuto la sera precedente.
« Sono sveglia! » Urlò di conseguenza lei, scostando violentemente le coperte dalle sue gambe prive di tessuto a proteggerla dal freddo.
« Muoviti! Dobbiamo rientrare prima che sorga il sole. »
Dopo quelle parole, il ragazzo se ne andò, chissà dove.
Cheryl si voltò a guardare fuori dalla finestra e poté osservare che non era ancora giorno.
Infatti erano appena le cinque del mattino e capiva benissimo il motivo di quell'uscita così mattiniera: nessuno avrebbe dovuto vederli.
Non aveva paura però che qualcuno li avrebbe incontrati e magari li avrebbe riconosciuti, no.
Aveva paura che potessero ricominciare a litigare, magari come agli inizi, e che l'avrebbe lasciata di nuovo alla sua vecchia vita.
Fondamentalmente, Cheryl non aveva mai più pensato al fatto che volesse scappare.
Forse la prima notte, forse per la paura di poter crollare da un momento all'altro, forse per il fatto che non sapeva che non le avrebbero torto nemmeno un capello.
In quel momento, però, l'unica cosa che avrebbe voluto riprendere della sua vecchia vita era il suo lavoro, l'unica cosa che si era guadagnata da sola, senza l'aiuto di nessuno.
Tuttavia, non le balzò nemmeno nell'anticamera del cervello l'idea di scappare: si era affezionata a quel gruppo e aveva constatato che una volta andata via da loro la sua vita sarebbe stata monotona.
Inoltre, voleva aiutarli a scoprire chi li avrebbe voluti morti tramite quella ambigua chiamata.
"Dovrei pensare più spesso, sono riuscita a prepararmi in dieci minuti."

La sala principale non era mai stata così silenziosa.
D'altro canto, anche se erano tutti fuori dai propri letti, avrebbero voluto dormire volentieri, anche stesi sul tavolo.
Lorenzo aveva due profonde occhiaie, che mettevano in risalto i suoi occhi limpidi. Con una mano si reggeva la testa, con l'altra giocava con un pezzo di legno scrostato dal tavolo.
Kyle, come suo solito, era spalmato sul tavolo, ma aveva gli occhi aperti ed i capelli rossi tinti in disordine.
Di tanto in tanto si passava sugli occhi una mano, forse per evitare che si chiudessero.
Jade era, per la prima volta da quando Cheryl l'aveva conosciuta, senza alcun tipo di trucco.
Era costantemente bella, seppur assonnata, infatti era seduta in maniera scomposta sulla sedia girevole e si dondolava, cercando di non cadere tra le braccia di Morfeo.
Irama, invece, era quello con gli occhi più aperti di tutti.
Scrutava attentamente lo schermo del monitor che mostrava una cartina di una parte della città di Chicago, cercando di capire quante telecamere ci fossero nella zona dell'abitazione di Cheryl.
In quella situazione, non era come la prima volta che l'aveva vista entrare in casa, dovevano passare entrambi e soprattutto, passare inosservati.
La zona dove l'avevano rapita non mostrava alcuna telecamera e sperò fu così anche per la parte di strada davanti al palazzo della ragazza.
Senza neanche guardare per accertarsi che ci fosse realmente, chiese a Cheryl
« Pivellina, ci sono telecamere nella zona dove abiti? »
Cheryl si accigliò, chiedendosi come aveva capito che fosse arrivata senza voltarsi.
Era davvero strano perché neanche gli altri tre si erano accorti della sua presenza, infatti si voltarono solo quando Irama parlò.
Non sapevano che Irama riconosceva i passi delle persone, e aveva imparato anche il passo leggero e regolare di Cheryl.
« No. »
Rispose secca, dopo averci pensato su per un po'.
« Molto bene. »
Anche lui rispose con il tono che aveva usato Cheryl, mandandole il sangue al cervello.
Lori guardò Jade e Kyle, che si erano impegnati ad aprire gli occhi per incontrare lo sguardo degli altri.
Si resero conto che il tono che utilizzarono entrambi era ritornato a quello usato in principio, ma che gli occhi di entrambi emanavano delusione e tristezza.
Irama si drizzò e poi, senza neanche guardarla negli occhi, oltrepassò Cheryl, sfiorandola con la sua giacca lavorata.
La ragazza, quando non fu più nell'ottica di Irama, alzò gli occhi al cielo, sospirando.
Non sopportava il cambiamento repentino del loro rapporto in così poco tempo.
In realtà, non sopportava come l'aveva apportato lui questo cambiamento.
« Forza, pivellina, lo sto facendo per te, altrimenti me ne starei qui a pensare agli affari. »
Disse così quando non sentì di essere seguito dalla ragazza.
Cheryl, che non si era voltata verso di lui fino ad allora, si girò, mentre commentava tra sé e sé.
« Che onore! »
Solo Jade, Lori e Kyle riuscirono a sentirla, poiché Irama era troppo lontano da lei.
Cheryl camminò verso di lui, successivamente sparirono dietro la porta del garage.
Non appena il rumore inconfondibile del rombo del motore della macchina di Irama giunse alle orecchie dei tre, Kyle si mise seduto, abbandonando la superficie liscia e fredda del tavolo, poi disse, con voce normale, che non diede a destare il fatto che fossero passate da poco le cinque in punto della mattina
« State pensando a quello che sto pensando io? »
Lorenzo abbassò le gambe dal tavolo, come se in questo modo potesse ascoltare meglio la conversazione intrapresa dal ragazzo rosso.
« Dipende. »
Rispose Jade, che si era seduta in maniera composta sulla sedia girevole, che però ancora faceva muovere.
« Dipende da cosa? » Chiese Kyle, accigliandosi e facendo avvicinare le sue folte sopracciglia nere.
« Be', se stai pensando a cose poco caste, direi propri di no. »
Rispose Lorenzo al posto di Jade, che in compenso annuiva.
« Andiamo! Cheryl è attratta da Filippo. »
Controbatté il finto rosso, allargando le braccia e tirando su le spalle muscolose.
« Se è per questo, Filippo è attratto da Cheryl. »
Affermò Jade, alzandosi e incamminandosi verso il frigo bar, in cerca di acqua.
« Ecco! È palese, ragazzi. »
Sorrise trionfante Kyle, che si passò una mano sulla sua mascella pronunciata.
Jade, seppur ridacchiando, alzò gli occhi al cielo, mentre raggiungeva di nuovo il suo posto a sedere con in mano una bottiglietta di acqua fresca.
« Secondo me fai troppi film mentali dentro il tuo cervello. »
Constatò Lorenzo, con un mezzo sorriso.
« Secondo me, invece, voi avete poca immaginazione! »
Incrociò le braccia muscolose al petto, mentre però sorrideva.
Lorenzo e Jade si lasciarono andare ad una piccola risata, che riecheggiò fuori posto nell'ambiente cupo del magazzino.

Criminals  { Irama Plume }Where stories live. Discover now