Rozdział dwudziesty siódmy: Puzzle

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La realtà mi si palesa davanti la faccia, afferrandomi come a volermi urlare.

E tutti i pezzi del puzzle iniziano ad incastrarsi.
Il racconto di Agatha della figlia data in adozione, del pericolo che potesse essere internata nella Foresta dei Dimenticati. E ancora una volta lo sguardo di Matt la prima volta che mi vide, come se mi conoscesse.

"Cazzo." È tutto quello che riesco a dire mentre stringo Ashton in un abbraccio.

Lindsey è la figlia di Agatha, non c'è altra spiegazione. Ed ovviamente Matt sa di me e di mia madre, e Ashton è stata la sua pedina per chissà quanto tempo.

"Ashton, non puoi rimanere qui." È la seconda cosa che riesco a dire, e ancora una volta la realtà dei fatti mi prende a schiaffi.

Ashton si agita sotto il mio tocco, guardandomi come se fossi pazza.

"Non posso, Mönike. Lui si accanirebbe contro Lindsey e contro di te, vi rinchiuderebbe!" Urla lui, spalancando gli occhi.

Scuoto velocemente la testa, cercando le parole per spiegargli i miei pensieri.

"Questa foresta consuma la tua umanità dopo un certo lasso di tempo, Ashton. Rischi di perdere la tua forma umana!"

Ashton non sembra affatto sorpreso delle mie parole, rimane in silenzio qualche istante, guardando gli alberi oltre le mie spalle.

"Lo so, mi è stato detto." Abbassa lo sguardo, osservando tacitamente il suolo. Io rimango immobile, sconcertata.

"Ashton non puoi rimanere qui, possiamo nascondere Lindsey da noi, ma tu non puoi rimanere qui. Pensi che Lindsey sarebbe felice di sapere che lentamente stai perdendo la tua forma umana?"

Mi aggrappo a qualsiasi cosa, tentando di farlo ragionare. Ashton esita, boccheggiando.

"Ma Matt sa di te, sa che ti trovi da Luke. Saprebbe dove andare a cercare Lindsey. E poi lei non sa nulla di tutto questo, non sa di essere una Strega e non sa nemmeno di esser stata adottata. Le rovinerei la vita, dicendoglielo." Biascica lui, con qualche lacrima che gli riga il volto.

Non ho mai visto Ashton piangere, se non due volte. È sempre stato forte, era lui a consolare me quando stavo male. È sempre stato la mia roccia, ed ora io devo essere la sua.

"Non puoi continuare a mentirle, Ash. Arriverà il giorno in cui non potrai più lasciare questa foresta e a quel punto Lindsey rimarrà da sola, senza ricevere mai una spiegazione. Ti ama cosí tanto, Ash, non farle questo. Ed io? Come potrei vivere senza il mio migliore amico al mio fianco?" Inizio a sentire le lacrime premere contro i miei occhi, ma le trattengo.

Non posso credere che questo stia avvenendo davvero.

Prima mia madre, poi Lindsey ed ora Ashton.
Quante altre cose devo sapere ancora? Cosa mi riserva il futuro?

Ashton trema, soppesando le mie parole.

"Va bene, ma fino a quando non vi saprò completamente al sicuro non lascerò questo incarico." Mi dice lui. Ha gli occhi rossi e gonfi per il pianto, mi chiedo per quanto tempo aveva intenzione di tenermelo segreto, per quanto tempo ha dovuto starsene in silenzio.

Sospiro, sentendo un po' di tensione sciogliersi.

"Cosa ci fai qui?" È il turno di Ashton di essere curioso, ora.

"Mia madre è rinchiusa qui dentro."

Lui strabuzza gli occhi, confuso, senza però domandarmi i particolari.

Una fitta improvvisa mi colpisce la testa, facendomi mugolare dal dolore. Ashton mi fa alzare velocemente, agitato.

"Devi andartene, sei rimasta troppo tempo qui dentro." Lo dice come se lui non sentisse il peso di tutta questa energia, o forse ci ha solo fatto il callo.

"Non posso, non ho ancora trovato mia madre." La mia voce esce come un sussurro, mentre barcollo leggermente.

Ashton mi guarda preoccupato, aiutandomi a trovare stabilità sulle mie gambe.

"La cercherò io al posto tuo, va bene? Le dirò che la stai cercando. Se necessario organizzerò anche un incontro ma te ne devi andare."

Apro la bocca per replicare, sentendo un'altra ondata di stanchezza farsi largo nel mio corpo. E' ovvio che io non possa rimanere, non in queste condizioni. Mettere a rischio la mia incolumità è una stupidaggine, ne sono consapevole, ma non posso evitare di sentirmi dannatamente in colpa.

"Va bene, va bene. Ma te dovrai parlare con Lindsey."

Lui annuisce, percorrendo con me la stradina.
Quando manca poco all'arrivo si ferma, stringendosi le mani.

"Non posso proseguire oltre. Sono contento di non doverti più nascondere la verità." Borbotta Ashton, osservando il terreno sotto di lui.

"Ci conosciamo da dieci anni, non abbiamo segreti tra di noi. Questi ultimi mesi sono stati duri, sono sicura lo siano stati anche per te e Lindsey ma dobbiamo rimanere uniti. Continuiamo a proteggerci a vicenda come abbiamo sempre fatto." Ashton sorride nel sentire le mie parole, annuendo subito dopo con più vigore.

"E Luke?"

Rimango leggermente interdetta davanti alla sua domanda, senza capire cosa vuole sapere. "Luke cosa?" Domando io di rimando.

Ashton rotea gli occhi, pizzicandomi la guancia. "Devi dire a Luke di tutto questo, dopotutto è il tuo compagno."

"Glielo dirò." Sussurro io, non totalmente sicura delle mie parole. Ashton sorride, probabilmente a conoscenza della mia indecisione. Poi mi abbraccia, baciandomi la fronte.

"A presto." Il suo tono di voce è amaro, le parole escono in piccoli sussurri tremolanti e devo resistere all'impulso di scoppiare a piangere.

"A presto, Ash."

**

Emelie non ha detto una parola, senza accennare nemmeno una punta di curiosità. Ma lo apprezzo, perchè probabilmente non vuole forzarmi troppo. Quando finalmente arriviamo alla porta di casa si ferma, voltandosi verso di me.

"L'hai trovata?" E' l'unica domanda che mi pone, infilando le chiavi nella toppa della porta. Il respiro mi si blocca in gola, le parole sembrano non volere uscire dalle mie labbra, così mi limito a scuotere la testa.

Emelie annuisce lentamente, sospirando.

La supero velocemente, aspettando di potermi rifugiare nel mio letto per dimenticare questa giornata. La prima cosa che noto, entrando in casa, è la figura smilza di Orion che con diligenza lava i piatti nel lavandino.

Riesco a vederlo mentre si gira verso di me, accennando uno dei suoi piccoli sorrisi.

"Ehi, dove sei stato?" Gli domando io, sfilandomi il cappotto per poi posarlo sull'attaccapanni. Orion asciuga l'ultimo piatto, distogliendo lo sguardo dal mio.

"Sono andato a fare dei controlli per le ferite alla schiena." Mi dice lui, come se l'argomento non lo toccasse. Il ricordo dei segni di frustate sulla sua schiena mi fa rabbrividire. Nonostante Orion sembri a suo agio nel parlare dell'accaduto so che ne è rimasto profondamente scosso.

"Te invece? Questa mattina non ti ho trovata a casa." Incalza lui, lasciandosi scivolare su una delle sei sedie posizionate attorno al tavolo della cucina.

Mi mordo il labbro, affiancandolo.

"Ho girato un po'."

Orion annuisce, intuendo che c'è qualcosa che non gli sto dicendo, ma senza indagare oltre.

Il silenzio cala placidamente su di noi, non è un silenzio imbarazzante, è però carico di domande. Lo sguardo di Orion vaga per la stanza, senza mai fermarsi su di me. Pare agitato mentre, con lentezza, si china verso di me.

"Devo parlarti."

50 stelline e 3 commenti

ANGOLO ME:

Ehe non ve lo aspettavate eh! Capitolo carico di informazioni: Lindsey è la figlia di Agatha, Ashton sorveglia la foresta e della madre di Monike sembra non esserci traccia.

Cosa ne pensate?

LA FATA- The Beauty and the Beast Series Where stories live. Discover now