Czwartym Rozdziale: Ucieczka

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Terzo capitolo: Fuga

𝐅𝐞𝐫𝐧𝐰𝐞𝐡
𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨
"𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐡𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚𝐭𝐢."

"Quando pensi che si sveglierà?" Riesco a sentirlo a malapena mentre apro di poco gli occhi per richiuderli subito dopo per colpa della luce.

Il primo pensiero razionale è proprio legato alla luce. E' giorno.

Il solo pensiero mi fa spalancare agli occhi. E se Ashton fosse già passato per casa mia? Potrei aver perso l'unica occasione di fargli sapere dove mi trovo, l'unica occasione di poter tornare indietro.

"Stai bene?" Sento dire dal biondo che, con occhi preoccupati, non si distanzia nemmeno di qualche centimetro dal mio corpo. Con lentezza mi ricordo il suo nome: Luke. Le sue mani sono ai lati dei miei fianchi e le sue labbra si abbassano sulla mia fronte per lasciarmici un bacio veloce.

Mi ritraggo di scatto, pentendomene subito dopo. La testa mi pulsa dolorosamente e a stento riesco a trattenere un gemito di dolore. Devo aver sbattuto la testa quando ho perso i sensi. Accanto a me, seduto sul bracciolo del divano, si trova il ragazzo a cui sono andata addosso.

Indossa degli occhiali tondi e scuri, che gli scendono leggermente sul naso.

Reprimo a fatica la voglia di infilarglieli in qualche orifizio mentre con forza mi isso sulle braccia, scansando Luke dal mio corpo.

Il suo sguardo si fa subito cupo mentre sento il suo petto, a contatto con la mia schiena, vibrare.

"Non guardarla." Ringhia Luke al moro, facendogli alzare un sopracciglio. Orion assume un'espressione di scherno ma, ancora, rimane chiuso nel suo silenzio. Mi alzo con lentezza estrema, sempre sostenuta dal braccio di Luke.

"Non mi serve il tuo aiuto," gracchio io, con la voce che raschia contro la mia gola. Strabuzzo gli occhi mentre il mio sguardo vola subito sull'espressione divertita di Orion. Almeno qualcuno riesce a ridere in questa situazione che io inizio a disprezzare.

Il mio sguardo vaga circospetto, alla muta ricerca di qualcosa che potrebbe essere di vitale importanza. E' quando lo trovo che rabbrividisco. L'orologio appeso al muro segna placidamente le sei e mezza, come a volersi burlare di me.

Il Tempo probabilmente starà ridendo di me mentre mi sfugge tra le dita, invogliandomi a velocizzarmi. Riesco a percepire ogni secondo che passa, ed il ticchettio dell'orologio pare aver preso il ritmo del mio cuore.

"Devo andare..."

Capisco di averlo bisbigliato solo quando la stretta di Luke si stringe maggiormente contro il mio fianco. Il suo calore mi brucia la pelle, mentre le sue dita tracciano sentieri incandescenti sulla mia schiena.

"Non puoi uscire." La frase esce dalle labbra sottili della donna che aveva curato Luke: Mary. E' poggiata al muro con la schiena leggermente curva ed i capelli scoloriti che le accarezzano il volto. Mi guarda con dolcezza, quasi compassione.

Eppure la dolcezza del suo tono non riesce a surclassare il tremendo tremito che mi percuote il corpo quando realizzo la sua frase. Ashton arriverà sotto casa mia tra qualche minuto assieme a Lindsey, non posso rimanere qui.

Io devo uscire.

Un altro pensiero si fa strada nella mia mente, aumentando il tremore delle mie mani: vogliono uccidermi? No, se mi avessero voluta morta sarei già sepolta da qualche parte.

LA FATA- The Beauty and the Beast Series Where stories live. Discover now