New York, New York

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 23 settembre 2002

LARA

Finalmente torniamo a New York.

Non che Tokyo sia una città che non mi piace, tutt'altro, io sono persino nata qui, ma non è come tornare a casa.

E' New York la mia casa, è l'America.

"Signorina..."

Io alzo lo sguardo e fisso la porta.

"Signorina Lara..."

"Entra pure, Mary" dico e la mia assistente entra in camera.

"Sono venuta a sistemarle i bagagli" fa questa, "non occorre, ho già pensato a tutto io" le dico.

"E' già pronta a partire?" chiede e io annuisco, lei dà uno sguardo alla mia stanza d'hotel e vedo che solleva le sopracciglia con stupore.

"Ho davvero messo tutto a posto, Mary" le dico e il suo sguardo sorpreso mi fa sorridere.

Anche se gli altri mi considerano una sorta di principessa, non sono così altezzosa da lasciare che qualcun altro metta in ordine le mie cose, posso benissimo farlo da sola.

Ma del resto, Mary è come una badante, o forse è la tata personale.

Già, questa ragazza così magra che potrebbe spezzarsi solo con un soffio di vento, con i capelli castani sempre raccolti in uno chinon, grossi occhiali neri sulla faccia e labbra piccole piccole, lavora per me, ma non sono stata io ad assumerla.

Il compito di Mary Jacker è quello di occuparsi di me, è lei che tiene conto di tutti miei impegni, che gestisce il mio calendario, che fissa gli appuntamenti. Ma le sue mansioni prevedono anche di ritirare i miei abiti in lavanderia, portarmi un caffè quando ne ho bisogno, assicurarsi che io sia in perfetta forma fisica e in buona salute, tenermi compagnia, esaudire le mie richieste...insomma, è una tuttofare, è pagata dalla produzione e devo dire che si impegna molto.

A me sta simpatica, nonostante sembri la mia babysitter. Ma non è colpa sua, sono gli altri che me l'hanno imposta, come se io non fossi in grado di badare a me stessa.

Sono comunque felice di averla al mio fianco, è una brava ragazza, così giovane eppure si veste come se fosse una cinquantenne, è molto professionale e sa essere una buona consigliera e un'ottima ascoltatrice.

"Allora possiamo scendere, signorina" dice Mary dopo aver ispezionato la stanza con occhi curiosi e  stupiti.

Io, che fino a questo momento sono rimasta seduta sul letto, mi alzo e la guardo in faccia.

"A che punto sono gli altri?" domando.

"Vi attendono nella hall, signorina."

"Sicura che non manchi nessuno, oltre me?"

Mary distoglie lo sguardo, io mi irrigidisco.

"Tyler..."

Fa sempre tardi.

Credo di sapere dove sia.

Stringo i pugni ma cerco di mantenermi calma.

"Andiamo allora, Mary" dico io, lei sussulta.

E' qui che comincia la mia storia, col rientro a New York.

E' qui che comincia la mia storia, col rientro a New York

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CRY BABYWhere stories live. Discover now