Linda

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«Le porto qualcosa mentre aspetta?» chiese gentilmente il cameriere.

«Un prosecco, grazie!» rispose Giovanni mentre si accomodava al tavolo.

Aveva prenotato per due nel suo ristorante preferito. O meglio, quello che riteneva più idoneo per un'occasione come quella. Il locale era in un vecchio casolare, poco fuori dalla città. La cucina era buona ed il posto tranquillo.

«Ecco a lei!» disse il cameriere porgendo il flûte con il prosecco.

«Grazie mille!» rispose Giovanni.

La luce tenue e dai toni caldi che illuminava la sala, al limite del soffuso, rendeva l'ambiente accogliente. Dei faretti cilindrici scuri, che discretamente calavano dal soffitto sopra ogni isola, irradiavano una luce chiara e fredda, che rendeva ben visibile la superficie dei tavoli. Il contrasto tra luce calda e fredda faceva sembrare ogni singolo tavolo separato dagli altri, trasmettendo un rassicurante senso di riservatezza, anche senza dei separè. Un sottofondo di musica jazz completava l'atmosfera rendendo anche l'attesa un piacevole momento da assaporare.

Sorseggiando poco a poco, Giovanni aveva già vuotato metà del bicchiere quando vide arrivare la sua ospite. Era appena entrata. Il cameriere, prima di prendere in cura il suo soprabito, con un cenno discreto le indicò il tavolo dove sedeva l'uomo. L'ospite si alzò ed andò verso la ragazza.

«Linda! Che piacere rivederti!» le disse, prendendole garbatamente le mani e accennando un bacio sulle guance.

«Giovanni! Il piacere è mio. Ti ringrazio per aver accettato di vedermi questa sera.»

«Ma figurati! Lo sai che puoi chiamarmi quando vuoi.»

Sorridendo sinceramente, con un gesto le fece segno di accomodarsi. Linda si sedette al tavolo e Giovanni, gentilmente, le accompagnò la sedia.

Il cameriere, solerte, si rivolse a Linda: «Porto qualcosa anche a lei?»

Linda gettò uno sguardo sul tavolo, poi rispose: «Un prosecco anche a me, grazie!»

Giovanni, nel sedersi, riprese: «E poi lo sai che, ora che sono in pensione, ho un sacco di tempo libero e posso organizzarmi come voglio».

Linda lo guardò e con affetto gli accarezzò delicatamente il dorso della mano per ringraziarlo.

«Stai veramente d'incanto Linda.»

«Grazie Giovanni, sei sempre gentile!» disse la ragazza. Poi, guardandolo nel suo completo grigio, adornato da una cravatta dai colori decisi, non potè fare a meno di aggiungere: «E stai molto bene anche tu: il tuo stile è sempre impeccabile!»

Giovanni sorrise, arrossendo leggermente: quando era lui a ricevere complimenti sul suo aspetto, tradiva sempre un po' di imbarazzo. Poi riprese a parlare: «Ancora mi ricordo quando arrivasti in azienda! Eri ancora timorosa ma seppi dimostrarti sveglia ed energica: eri una ragazza che doveva ancora crescere ma il tuo potenziale era chiaro. Sergio durante il colloquio se ne accorse e mi coinvolse subito. Ti ricordi?»

Linda fece un cenno di assenso col capo e disse: «Sì che mi ricordo. Ne è passato di tempo e di strada ne ho fatta! E questo grazie anche a te! Anzi! Soprattutto grazie a te, direi!»

«Linda, Linda! Tu mi lusinghi! Io ti ho solo indicato la via. Poi, il resto l'hai fatto tu!» fece una breve pausa, poi proseguì: «Ora, di fronte a me, ho una donna, bella, forte e sicura di sè!» concluse Giovanni.

Ora, era Linda che abbassava lo sguardo arrossendo un po'.

Per rompere l'impasse, Giovanni suggerì: «Diamo un occhio al menù?»

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