Insieme

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Abbracciata a Massimo, Francesca continuava a guardare il suo ritratto, sentendo crescere un calore dentro di sé che non aveva mai provato. Si sentì sfiorare delicatamente la guancia e, assecondando l'invito, si voltò alla ricerca quegli occhi marroni in cui aveva imparato a perdersi. Massimo avvicinò il volto a quello di Francesca, fino a sfiorarne le labbra. Labbra che, a poco a poco, si schiusero, umide e dolci, desiderose di alleviare una sete che sembrava impossibile da placare. La donna si sentì stringere con vigore e i suoi vestiti scivolarono piano piano sul pavimento, lasciando il posto alla pelle di lui, al suo profumo di sigaro, ai movimenti armoniosi che avevano lo stesso ritmo dei loro cuori.

«Posso?» le chiese una signora, distogliendola dai suoi pensieri. Francesca, quasi contrariata, si fece un po' da parte, permettendo alla donna di approfittare del sedile libero vicino al suo. Il rumore ritmato e impersonale della metropolitana aveva ormai preso il posto del suo sogno. Teneva tra le mani una copia del libro di Massimo e, guardandolo, forse per la prima volta, realizzò che tutto il peso della leggenda stava gravando sulle sue spalle. Prima della pubblicazione, era come se Noli fosse una cosa intima tra lei e lui. Con l'uscita del libro, tutto il mondo aveva puntato l'attenzione sul piccolo paese ligure e, sebbene la leggenda fosse rimasta tale, lei si sentiva, in qualche modo, esposta. E, ora che Massimo non c'era più, si sentiva anche sola. Lo sapeva da tempo, ma toccare il suo libro, sfogliarlo, vedere la sua foto, lo aveva reso reale. Non aveva più forze, né lacrime da piangere. E, come ogni volta che il peso di quel fardello le toglieva il fiato, desiderava ardentemente che quel sogno, che si era concessa pochi istanti prima, fosse stato realtà. In una sorta di egoismo liberatorio, avrebbe voluto vivere fino in fondo quello che, tanti anni prima, nel nome di un bene superiore, lei e Massimo avevano deciso di non concedersi. Pur di trovare sollievo a quel senso di soffocamento e solitudine, se avesse potuto tornare indietro, avrebbe scelto la loro relazione, fregandosene di Noli, del tesoro e della leggenda.

Il boato improvviso di un convoglio che viaggiava in senso opposto la fece sobbalzare e, d'istinto, guardò verso il finestrino dal quale era arrivato il rumore. Il suo sguardo, focalizzato sulla sua immagine riflessa, si posò involontariamente sulla collana che aveva al collo: il regalo che suo marito le aveva fatto per il suo ultimo compleanno. Suo marito Carlo. Questo bagliore le bastò per farla tornare, una volta per tutte, a quella che aveva sempre definito la sua "vita diurna". Con Carlo aveva passato quasi trent'anni della sua esistenza. E non poteva certo dire che fosse stata una brutta esistenza. Si ricordò che il sacrificio che avevano deciso di fare, lei e Massimo, non solo aveva permesso il perpetuarsi della leggenda, ma le aveva dato la possibilità di costruirsi una famiglia. Si era sposata. Insieme a Carlo aveva condotto una vita agiata. Avevano condiviso gioie e dolori della quotidianità. Si volevano bene e si rispettavano. Avevano cresciuto una bellissima bambina che, ormai donna, nel giro di qualche mese, li avrebbe fatti diventare nonni. Tutto, fuorché una vita che non valeva la pena vivere. Anche così, con Massimo lontano, ma sempre nel suo cuore.

Era tornata in sé, finalmente, e lo sconforto momentaneo aveva lasciato il posto al buon senso. Le vite senza sacrifici non esistevano. A lei era toccato quello e alla fine lo aveva accettato, con tutto quello che comportava.

* * *

«Sono tornata!» disse ad alta voce, dopo aver chiuso la porta di casa.

«Ciao, tesoro! Sono in cucina», le fece eco Carlo.

Francesca lo raggiunse e lo salutò con un bacetto leggero sulle labbra.

«Dove sei stata con questo caldo?»

«In libreria: è uscito il libro su Noli che stavo aspettando.»

«E' questo qui?»

«Sì, non vedo l'ora di leggerlo! Sembra che quella piccola cittadina sia stata molto di più di un villaggio di pescatori.»

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⏰ Last updated: Jun 10, 2021 ⏰

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