Capitolo 46: Il Ballo - servi, lava... incanta (parte 4)

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Capitolo 46: Il Ballo – servi, lava... incanta (parte 4)

Scendemmo di corsa le scale. Non vi era più nessuno in giro, si udiva solo la pioggia.

Quando raggiungemmo le cucine, scoprì che la maggior parte delle Wisteria era lì, invece che in sala.

I ragazzi che avevano partecipato come concorrenti al Festival, e si presumeva potessero difendersi da soli, servivano. Sandra ed Armony erano già in sala che si muovevano come fringuelli, da un tavolo all'altro.

«Finalmente siete qui.» ci riprese un uomo, «Tu» disse indicando Abby e cancellando il suo nome dalla lista che aveva in mano, «puoi raggiungere il resto della tua squadra al bar.»

Feci per seguirla, ma l'uomo mi fermò, «Tu devi restare qui. Hai una guardia» affermò facendo cenno a Iberide che si trovava in un angolo delle cucine, «stonerebbe vedere un militare seguirti ovunque per il Ballo. Resterai qui a lavare i piatti del banchetto precedente.»

Abby lanciò un'occhiata alla mia postazione. Era invasa da piatti sporchi.

«Verrò tra un'ora a controllare la situazione, non preoccuparti.» mi sussurrò.

Mi accinsi al lavello, mentre l'uomo scompariva a dare ordini ad altri.

Quelle erano per lo più le stoviglie che erano state utilizzate durante il banchetto a cui noi Glicini non eravamo stati invitati. Solo studenti della Casta assieme ai loro genitori. Doveva esservene occupato lo staff della scuola, lo stesso che adesso dava per lo più ordini a noi.

Misi le mani nell'acqua per tirare fuori due piatti e cominciare a lavarli, ma quando ebbi già metà del braccio, senza la fasciatura, sommerso questo prese a bruciare. Lo ritrassi quanto prima, ma era rosso e pareva andare a fuoco. L'acqua era ustionante.

Sentì qualcuno ridacchiare qualche postazione più in là.

Non vi erano neppure rubinetti, per alterare la temperatura.

«Tu cosa stai facendo?» tornò a riprendermi lo stesso uomo in divisa di prima.

«Nulla.»

«Questo lo vedo anche da me. Vedi di darti una mossa o passerai qui tutta la notte.» rimarcò.

«Tornerò a vedere come siete messe tra mezz'ora.» ci minacciò, scomparendo nella dispensa.

Ogni volta che immergevo le mani in quell'acqua queste non facevano che screpolarsi maggiormente e arrossarsi sempre più. Le stoviglie non sembravano diminuire, seppur non vi fossi solo io a lavare. Ad altre due Wisterie era stato assegnato lo stesso compito e anche i loro arti non era messi molto meglio.

Iberide non faceva che osservarmi. Potevo sentire il suo cervello pensare anche a quella distanza. Sembrava star vivendo un qualche dilemma. Era frenato dal fare qualcosa perché quello era il mio compito, anche se mi stava arrecando un danno fisico, ma neppure poteva fare qualcosa.

Le terminazioni delle mie dita quasi neppure più rispondevano ai miei ordini e avevo gli occhi pieni di lacrime.

«Tu, guardia, non stai facendo nulla.» lo inquisì l'uomo, vedendo Iberide. Doveva essere il sovraintendente delle cucine, o qualcosa del genere dato che dava ordini a tutti lì dentro.

«Ci sarebbero delle casse da spostare, seguimi.»

Iberide mi lanciò una strana occhiata. Ero io il suo compito, ma anche in quel caso non sembrava aver molta importanza. Una sola parola e probabilmente non si sarebbe mosso dalla sua postazione, ma per cosa? Non c'era nulla che potesse fare per aiutarmi.

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