Capitolo 12 - Occhi brillanti come diamanti

320 34 6
                                    

Capitolo 12 – Occhi brillanti come diamanti


<< Siete sicuri che sia il posto giusto? >> domandai camminando a tentoni nel buio.

Eravamo usciti dal ponte, e ci eravamo immessi con tutti gli altri glicini in un corridoio non illuminato, per arrivare in quella, che non ero neppure certa essere una sala, dato che non riuscivo a veder nulla.

<< Purtroppo si >> mi rispose Abby, che era rimasta al mio fianco per tutto il tempo.

<< Dobbiamo affrettarci a prendere posto, quelli che restano in piedi cominciano >> ci sollecitò, quella che doveva essere la voce di Lucas.

Sentì il mio cuore perdere un battito, non ero pronta, volevo almeno assistere a uno scontro, e capire cosa realmente accadesse lì dentro.

Era come quando, avevo la certezza che sarei stata interrogata, dopo un pomeriggio passato a far qualsiasi cosa, meno che studiare.

Ero nel panico.

Qualcuno mi afferrò il braccio, << da questa parte, veloce >> mi sussurrò.

Un brivido mi percorse la schiena.

Non riconobbi chi fosse, ma la sua presa era delicata, ma forte, e per un attimo avvertì un leggero aroma famigliare. Decisi di lasciarmi condurre, senza troppo pensare a cosa sarebbe potuto accadere. In fondo non vi era via d’uscita, le porte si erano infatti chiuse, alle nostre spalle, con un pesante tonfo.

<< Attenta ora, iniziano le scale >> mi disse poco dopo.

Iniziai a scendere, e capì che i miei altri sensi si erano come ridestati da un lungo sonno. Cominciai ad avvertire, prima ancora di scontrarvici, le persone che mi erano accanto. Gli spostamenti d’aria impercettibili, i respiri affannosi, i mille odori, trai quali però riuscivo costantemente a distinguere, quello di colui che mi guidava. Anche se i miei occhi non funzionavano, ci vedevo.

A un tratto però, qualcuno, alle mie spalle mi urtò con forza e io andai a finire contro la persona, che ancora stava tenendomi quasi per mano.

<< Mi dispiace >> sussurrai, quando lo sentì girarsi, cercai di guardare il suo viso, ma questo pareva esser fatto della stessa sostanza del buio.

Se non fosse stato per i suoi occhi, i quali parevano due diamanti, o due stelle, talmente brillavano. Riuscivo appena a intravedere i suoi zigami, ma capì ugualmente che doveva trattarsi di un ragazzo.

Forse mi aveva scambiata per un’altra persona.

<< Tranquilla >>, non fece però in tempo a girarsi, che le urla iniziarono.

La presa, attorno al mio polso, si strinse, e lui iniziò a correre.

<< Presto >> sussurrò.

Ci muovevamo, tra quella che doveva essere una folla, o comunque, tutto il corpo studentesco, in rapida discesa, dato che le scale, parevano mai finire, ma diventare solo più ripide.

Poi finalmente, svoltammo a destra, e cominciai ad avvertire le ginocchia di coloro, che già si erano seduti. Poco dopo ci arrestammo, quando i miei occhi cominciavano a delineare le sagome degli oggetti e le forme a me vicine, avverti una lieve spinta.

Ricaddi su un tessuto di velluto, morbido, e un lieve brusio meccanico iniziò ad attivarsi.

Colui che mi aveva, presupponibilmente aiutato se ne stava andando.

KaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora