Capitolo 45: Il Ballo - servi, lava... incanta (parte 3)

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Capitolo 45: Il Ballo – servi, lava... incanta (parte 3)

«Sei pronta?» mi domandò El, squadrandomi.

«No.» dissi, recuperando la spazzola e maledicendomi per averla dimenticata, finendo in quella situazione, «Devo ancora prepararmi, truccarmi con le altre, per poi andare al Ballo.»

«Non dovresti andarci.» asserì. Non che mi aspettassi dicesse qualcosa di diverso, anzi sembrava sin troppo calmo.

«Dovresti restare in camera e non presentartici proprio. Ti basterà dire che non ti senti molto bene o qualcosa del genere.»

Ci avevo pensato tutto il pomeriggio. Sapevo che El prima o poi si sarebbe palesato per farmi desistere, era stato chiaro giorni prima.

Quell'occasione però, richiamava a sé ogni membro della Casta. O così aveva annunciato fiero il Preside, prima che salissimo in camera, dopo aver dovuto mangiare alle cinque del pomeriggio, dato che le Wisterie non sarebbero state ammesse quella sera, a cena.

Era riservata solo agli studenti e i loro genitori. E i genitori dei Wisteria non potevano venire a trovarci quindi...

Il preside si era inoltre premurato con dovizia di farci ben intendere che avremmo dovuto portare avanti un certo comportamento, durante il Ballo. Ne andava dell'immagine dell'Accademia, quindi non vi aveva girato molto intorno.

Chiunque avrebbe potuto farci del male, ovviamente ci sarebbe stato l'esercito, e probabilmente sarebbe filato tutto liscio, ma tutti intesero quanto non stesse dicendo.

Quella sera avremmo dovuto sopportare.

Ero pronta ad insulti, risate di schermo e quant'altro, per quanto vi si ci possa preparare, ma pregavo che tutto ciò richiamasse anche lui, Cyneric.

Per lui sarebbe valsa la pena di sopportare tutto.

«Ho promesso un ballo a Iarlaith.» lo misi al corrente, «Se non ci andrò verrà a cercarmi in camera.»

«Perché accidenti l'hai fatto, Sel?» si arrabbiò, «Avresti dovuto trovare una scusa, qualcosa!»

Indietreggiai un poco, ma cercai di non fargli capire quanto quel suo improvviso sbotto di rabbia mi avesse colta alla sprovvista.

«è il miglior accordo che abbia trovato. Pensa che mi aveva addirittura chiesto di andarci come sua accompagnatrice.» affermai, scuotendo la testa, «Sarebbe stato di gran lunga peggio.»

Lo vidi chiudere gli occhi e sospirare. Quando li riaprì erano un poco più brillanti di prima, ma tornarono ad adattarsi presto a quell'esatta gradazione di luminosità che mi permetteva di scorgere i suoi tratti.

«Un ballo, poi vattene. Fingi un malore, o qualsiasi cosa accorra e torna in camera, così che potremmo andarcene da qui.»

Mi limitai ad annuire. Non volevo scappare con lui, non adesso che non mi era chiaro che ruolo stesse svolgendo in quella faccenda.

E non volevo che scoprisse quanto sapevo. Avevo un vantaggio e dovevo cercare di mantenerlo, ad ogni costo.

«Perché non mi fai vedere l'abito?» domandò riacquisendo il suo fascino.

«Aspetta, un attimo.» risposi ricambiando con un finto sorriso.

Quando tornai in bagno indossavo la mia divisa. Passai una mano sul tubino per lisciare le eventuali pieghe.

«è molto semplice» constatò El.

«Hai mai visto camerieri vestiti con abiti tutti fronzoli?» domandai scherzando, passando un dito sullo scollo a barchetta.

Una collana in effetti ci sarebbe stata bene, ragionai, guardandomi allo specchio.

«Mi stai dicendo che farai da cameriera?» chiese perdendo tutta la sua compostezza.

«è inammissibile!» tuonò, «Non puoi Selene, non è assolutamente una cosa che dovresti fare.»

Lo guardai accigliata, «Credevo che lo scopo fosse quello di non farsi notare.» sottolineai. Improvvisamente quel tubino mi sembrò ancora più bello.

«Sì, ma questo è troppo. Non ti si addice, vacci almeno con un vestito normale.»

«No, darei troppo nell'occhio e potrei non riuscire a tornare in camera. Mi sembra stupido compromettere la nostra fuga per uno stupido abito. »

Applicai la Wisteria nera sulla spallina bianca, mentre El tornava ad appoggiarsi alla parete, come a ricercare un sostegno da questa.

Sapeva che avevo ragione.

«Ed ecco una semplice Wisteria Nera Omega»

Nella sua voce c'era un che di sconsolato, ma le sue parole mi lasciarono alquanto perplessa.

«Che vuoi dire?»

«Il colore è per via delle Ombre. Ti hanno scelto e hanno fatto di te un'Originale.»

«Come mai le Ombre non hanno percepito che fossi una Kerres?» domandai, senza riuscire a controllarmi.

Lui mi osservò un attimo, come a dover cogliere un segnale.

Si limitò a fare un gesto con una mano, «Non ne ho idea, ma non è che vi si imbattano tutti i giorni. Possono benissimo aver dimenticato in che modo percepiscono le Kerres.»

In qualche modo quel ragionamento mi parve fare acqua da tutte le parti, ma non indagai oltre, non volevo tirare la corda.

«l'Omega? »

«Vuol dire...Com'è che si dice adesso?» vi pensò un attimo, come a cercare la giusta parola, «single.»

«A seconda della relazione che si instaura si può divenire Alpha o Beta. Se una ragazza Fiordaliso si sposa, per esempio, con un ragazzo che è una Rosa» affermò con un sorrisetto, «che è pari a raccontare una barzelletta, dato che sono lontani all'interno della Casta, all'anagrafe lei risulterà come Alpha.»

«Avrà diritto a poter decidere molte più cose, come gestire il patrimonio familiare, i Grimori etc., in quanto detiene un ruolo più alto all'interno del matrimonio.» spiegò.

«E se a sposarsi fossero due fiori di ugual livello? Due Rose, per esempio.»

«Verrebbero registrati come Delta.»

Avvertì la porta della camera aprirsi.

«Neva siamo in ritardo, sei pronta?» domandò Abby.

Feci per raggiungerla, ma El mi afferrò.

«Un ballo e poi torna in camera.» rimarcò in un sussurro per poi scomparire.

Abby piombò giusto in quel momento in bagno.

«Non ti sei truccata!» realizzò guardandomi, «E non abbiamo più tempo adesso, dobbiamo muoverci e andare al Ballo! »

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