Capitolo 4 - Non definiteci alieni...ma neppure umani.

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Capitolo 4 – Non definiteci alieni...ma neppure umani.


La Dottoressa aveva lasciato ricadere il corpo inerme della bambina su di una poltrona, all' interno della sala di Norimberga.

Da quel giorno erano già passate quaranta due ore, senza che il soggetto mostrasse segno di riaprire gli occhi, anche se la ferita era stata curata.

I Grandi Capi cominciavano ad alterarsi.

La donna cominciò a prendere in considerazione di adottare qualche maniera drastica per indurre un risveglio forzato.

Ma non ce ne fu bisogno, all' alba del quarto giorno, lei si svegliò.

Venne legata alla poltrona, mentre ancora si trovava nel periodo di dormi veglia.

GN realizzò subito di non starsi più trovando nella solita stanza nella quale la tenevano rinchiusa.

Il luogo dove ora si trovava era una camera molto più grande, con alte librerie e scaffali pieni di flaconi. Vi erano puoi tre tavoli di legno, ricchi di graffi e di strumenti per operare.

L' unica cosa che le fece capire che si trovava ancora all' interno della stessa struttura, erano le piastrelle che ricoprivano le pareti, uguali a quelle della sua vecchia cella.

<< La bella addormentata a quanto pare alla fine si è svegliata >> disse una voce che proveniva da dietro alla sedie su cui la bambina era seduta.

Nel tentare di alzarsi, per vedere con precisione quanti altri pazzi scienziati fossero presenti, si accorse di avere mani e caviglie legate.

<< Perché mi hai portata qui? >> decise comunque di domandare.

<< Perché voglio delle risposte da te >>

<< E a che scopo dovrei dartele? >> chiese lei restia.

<< Non mi pare che tu sia nella posizione di poter scegliere se rispondere o meno >> rispose la Dottoressa finalmente mostrandosi e puntandole contro un bisturi.

<< Mi stai quindi minacciando? Sicura di avermi studiato attentamente in questi mesi? >>

La bambina sapeva di non aver molte vie di scampo da quella sala delle torture, ma non si sarebbe arresa senza lottare.

La Dottoressa invece mostrava il suo volto più tranquillo e sereno, pretendendo di avere tutta la faccenda sotto mano, quando in cuor suo sapeva di sbagliarsi e di star correndo un pericolo, nel provare a interrogare quella speciale paziente, senza aver preso tutte le dovute precauzioni.

Ma c' era stato poco tempo per attrezzare la sala, e diversi imprevisti, dovuti al terremoto causato nei giorni scorsi.

<< Va bene, forse abbiamo iniziato col piede sbagliato >> acconsentii la Dottoressa.

<< E ti sembra di poter migliorare le cose legandomi a una sedia? >> rispose piena di collera la bambina.

<< Ho dovuto, dato quello che hai quasi distrutto l'edificio >>

<< Tu mi hai portato via Acantha >>

La donna alzò gli occhi al soffitto.

<< Ah, già l'essere astratto giusto ... >>

<< Dov'è? >>

<< Se ti interessa saperlo tanto, perché non mi dici quello che io voglio sapere >> ghignò l'adulta.

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