Capitolo 47: Il Ballo - Giochiamo sporco (parte 1)

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Capitolo 47: Il Ballo - Giochiamo sporco (parte 1)

La sala da Ballo era spettacolare.

Sontuosa, quanto regale, vi era oro ovunque. C'erano coppie che danzavano altre che si gustavano il rinfresco al bar o ai tavoli appositamente allestiti.

Mi guardai attorno. Tutti indossavano una spilla, ma realizzai che non ne avevo più bisogno per riconoscere che fiore avessi dinanzi.

Sapevo benissimo chi era chi. Sapevo i nomi, le loro disgrazie e fortune. Ricordavo i primi amori di tanti e le proposte di matrimonio di altri.

In quella stanza vi erano mille versioni di ciascuno. Osservare una persona era come vederla per mezzo di un caleidoscopio. Mille passati, un presente e nessun futuro.

«Neva, grazie al cielo sei arrivata.» mi prese sotto braccio Abby, «Non puoi andartene in giro in quel modo. Questa gente è pericolosa.» mormorò trascinandomi verso il bar.

«Prima Adam è quasi inciampato in un uomo.» mi informò Armony, tanto che attendeva che il suo vassoio fosse nuovamente riempito, «Per poco non ci rimaneva secco.»

Sandra annuì, «Siamo come invisibili, ma se si accorgono di noi sono guai.»

Mi istruirono brevemente su come servire. Dovevo avvicinarmi, ma non troppo, ai tavoli, restare nei paraggi per qualche minuto, nel caso qualcuno avesse voglia di uno stuzzichino o un bicchiere di champagne e poi passare a un altro tavolo.

Quando il vassoio era vuoto tornavo a fare rifornimento al bar. Nulla di troppo difficile.

Dopo due ore, però, ero già esausta. Era da almeno tre che non mi fermavo un attimo. Non mi ero potuta sedere un istante, o anche solo poggiarmi al bancone, dato che ogni qualvolta arrivavo nei pressi di questo vi era già un vassoio pronto.

Mi girava la testa, complice anche il sonno arretrato.

Tenevo d'occhio la situazione, nel mentre, alla ricerca di Cyneric, ma per il momento non c'era e cominciavo a dubitare che sarebbe mai arrivato.

Persa in tali constatazioni e stanca, non lo vidi.

Vi andai a sbattere contro, nell'esatto momento in cui appoggiava il suo bicchiere sul vassoio che reggevo.

Per poco non persi anche l'equilibrio, ma per fortuna riuscì a recuperarlo all'ultimo secondo.

«Mi dispiace, ti devo aver colto di sorpresa.» disse il ragazzo.

Alzai lo sguardo e rimasi sorpresa di trovarmelo dinanzi.

«Zero» farfugliai, mentre lui mi rivolgeva uno sguardo stupito nel sentirsi chiamare per nome.

Lo vidi indeciso a rivolgermi la parola o meno. Si voltò, in direzione di quelli che riconobbi essere i suoi genitori. Erano intenti a parlare con una vecchia coppia e non parevano aver notato la conversazione che il figlio era indeciso se intrattenere o meno.

«Cosa sta succedendo qui?» domandò il sovraintendente della sala. Era un ometto basso e magro come un giunco, ma proprio come l'addetto delle cucine aveva un temperamento iroso. Abby si era raccomandata di guardarmene bene dall'attirare la sua attenzione, ma sapevo sarebbe stato pressoché impossibile.

«Signore sta bene? Questa Aster la stava forse disturbando?» domandò a Zero.

Lui mi rivolse un'occhiata smarrita, che ricambiai con quella sperai capisse, era una silenziosa richiesta d'aiuto. Non volevo assolutamente tornare nelle cucine.

«Sì, certo va tutto bene.» rispose il ragazzo con un sorriso.

«Ottimo, signore, mi dispiace per l'inconveniente. E tu» disse tornando a rivolgersi a me, «Come hai anche solo osato rivolgergli la parola?»

E Iarlaith voleva portarmi lì come sua partner certo. Non aveva proprio chiaro in che situazione le Wisteria si trovassero.

«Oh mamma, oh mamma» sentì la voce di Abby giungere sempre più vicina, «signore si sposti, sto per svenire.»

E come una perfetta dama dell'800 Abby svenne, lì sul pavimento. Nascosi un sorriso, agli occhi dell'uomo che invece strabuzzava i suoi, incredulo.

Prima che potesse fare però qualcosa, si udì il capitolare di diverse bottiglie, o forse bicchieri di vetro. In un angolo, nascosti in parte da un tendaggio, vidi Adam e Lucas ridacchiare. Poco distante da loro vi era il disastro che avevano architettato.

«Per tutti gli Astri, questo Ballo è un delirio» borbottò l'uomo andando a controllare quanto accaduto.

Appena si fu girato Abby fu di nuovo in piedi. Mi afferrò ancora una volta il braccio, «Due ore senza combinare un disastro, Neva, sono praticamente un record.»

Abby mi trascinò dietro al bancone.

«Va tutto bene?» domandò Sandra, giungendo di lì a poco.

«Sì, ma Adam e Lucas non si cacceranno nei guai?»

«Nah» s'intromise Armony, «se la sono già data a gambe. Piuttosto Abby devi assolutamente insegnarmi a svenire in quel modo.» la pregò.

Abby ridacchiò, «Certo, quando vuoi, anche se avevo idea volessi fossero i ragazzi a svenire ai tuoi piedi.»

«Ogni mezzo è lecito» si limitò questa, facendo spallucce, mentre Sandra alzava gli occhi al cielo e io scoppiavo a ridere.

«Ehi Neva» mi richiamò Sandra, «tieni, hai le mani ancora piuttosto screpolate»

Mi passò una crema per le mani. In effetti notai, anche se il rossore era del tutto scomparso, gli effetti si vedevano ancora.

«Voi siete le ragazze del Festival, vero?» domandò Zero, spuntando dal nulla e cogliendoci del tutto alla sprovvista.

«Lo sapevo!» urlò Armony sottovoce, per quanto si possa urlare sottovoce, addicendo al fatto che l'avremmo rivisto al Ballo.

Indossava uno smoking che gli stava benissimo e si adattava perfettamente all'occasione.

«Grazie per quello che hai fatto» fu Sandra, la prima a riprendersi, «Se non ci avessi riparato dall'esplosione non saremmo adesso qui a parlarne.»

Io e Armony ci limitammo ad annuire condividendo appieno.

«Grazie davvero» rimarcai, quando il silenzio si fece un po' troppo pesante. Ci limitavamo a fissarci, il che era strano. Zero doveva starsi chiedendo come aveva anche solo potuto pensare che fossi Selene, o qualcosa del genere, dato l'aspetto che ora avevo.

«Era il minimo...» cominciò, venendo bruscamente interrotto.

«Cosa state facendo? C'è un'intera Casta che aspetta di essere servita.» tornò a riecheggiare la voce dell'uomo.

«Tornate a servire, adesso.» ci ordinò.

In quel momento arrivò anche un valletto.

«Signore» si profuse in un inchino, dinanzi a Zero, «i vostri genitori hanno preso posto, se volete seguirmi.»

Detto ciò scomparve, tra i leggiadri e vaporosi vestiti che le donne indossavano e la lieve musica che riusciva a sovrastare i parlottii degli invitati.

Mi ritrovai così nuovamente in sala. Feci per afferrare un vassoio, quando un altro cameriere mi richiamò.

«Tu e tu» disse indicando me ed Abby, «venite ad aiutarmi. »

Sospirai e mi avvicinai alla mia compagna di stanza, senza dir nulla, lasciandomi condurre verso il tavolo. Sarebbe stata una lunga serata, capì, nel vedere tutte le portate che ci aspettavano servissimo.

Ma appena vidi a chi avremmo dovuto servire tutta quella roba mi irrigidì.

Seduti e intenti a dialogare, con falsi sorrisi in volto, vi erano infatti Zero assieme ai suoi genitori, Iarlaith, Dalia e i genitori di questa.

Sarebbe stata una lunghissima serata, altroché. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 21, 2020 ⏰

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