Capitolo 31 🌻

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Jack


Sono fuori dalla graziosa baita dove si è sistemata Bel. Sto per bussare ma, prima che possa farlo, dall'altro lato della porta sento la sua voce pronunciare il mio nome, perciò mi fermo.

Isabel sta parlando con Alice, probabilmente al telefono, e io resto in attesa, a origliare fuori dalla porta. So che non dovrei farlo, ma quello che sento non mi piace per niente, perciò metto a tacere la mia coscienza e resto immobile, così da non essere scoperto.

"Non posso dirglielo, Alice, se raccontassi a Jack quello che è successo, scoppierebbe il finimondo", dice Bel, mettendomi in allarme e lasciandomi un sapore amaro in bocca nell'apprendere che mi vuole tenere nascosto qualcosa. "Ci penserò, zia. Ora devo andare, Jack sarà qui a minuti. Ti voglio bene." Rimango interdetto e con la testa piena di domande.

Non so cosa pensare, ma tutto fa presupporre che sia successo qualcosa tra Bel e suo padre, qualcosa che lei non ha intenzione di dirmi a quanto pare, nonostante le insistenze di Alice. Il fatto che Bel abbia paura di una mia reazione non è per niente un buon segno, il che mi spinge ancor di più a voler andare a fondo.

Aspetto qualche secondo prima di bussare, così da non destare sospetti; Bel arriva immediatamente ad aprire e io passo subito in rassegna il suo viso, cercando qualche impercettibile segno che mi faccia capire cosa può essere accaduto ma, inaspettatamente, Isabel ha un'espressione serena. Perfettamente truccata e impeccabile, viene verso di me, salutandomi gioiosa, così tranquilla e sorridente da apparire quasi fasulla.

So che è solo una maschera la sua, visto quello che ho sentito poco fa, ed è proprio questa sua ostinata volontà di fingersi calma a spingermi ancor più determinatamente alla ricerca della verità, anche se spero di non dover ricorrere a dei trucchi per scoprila, perché in fondo la mia speranza è che lei si fidi di me e mi racconti tutto.

"Ciao, piccola." La abbraccio e le do un bacio, mentre studio attento i suoi occhi che, al nostro contatto, danno un piccolo segno di cedimento. "Cosa è successo?" le chiedo, mentre lei tiene ancora il suo volto appoggiato al mio petto.

Alla mia domanda, Bel mi prende per mano e mi conduce dentro la stanza, cercando di nascondersi da me, andando cauta a rifugiarsi dietro la penisola della cucina, iniziando ad armeggiare tra gli armadietti bianchi smaltati, che contengono lo stretto necessario per un caffè o una tazza di tè.

"Ho parlato con mio padre e..." Bel tentenna, mentre riempie il bollitore di acqua, tenendosi impegnata solo per non dovermi guardare in faccia.

"Avete discusso?" Le vado dietro, sperando che la mia presenza così vicina la faccia crollare.

"Più o meno", mi risponde evasiva, cercando probabilmente di guadagnare tempo.

Le prendo le mani, obbligandola a fermarsi e a guardarmi, cercando inutilmente di farle sputare il rospo.
"Bel, cosa è successo?" le chiedo nuovamente, con gli occhi puntati su di lei, come la torcia di un detective che punta dritta sulla faccia dell'accusato, per farlo confessare.

"Niente, ma ho capito che è meglio che vada via di casa per un po', come avevo già deciso."

"Sei sicura che vada tutto bene?" insisto.

"Sì, Jack, stai tranquillo. Ho ribadito a mio padre che stiamo insieme e, come prevedibile, lui non era felice di questa notizia, per questo ho deciso di stare lontana da lui per un po', per dargli il tempo di accettare la situazione", mi dice con un'aria colpevole che non fa altro che darmi la conferma che cercavo, ovvero che durante il confronto papà/figlia è successo qualcosa di grave.

"È tutto? Sei sicura che non è successo nient'altro? " le chiedo, dandole un'ultima possibilità.

"No, va tutto bene, davvero", mi risponde, facendo capitombolare la mia fiducia nei suoi confronti, facendo salire alle stelle il mio senso di fastidio. "Ho freddo, vuoi anche tu un tè caldo?" mi chiede, cambiando volutamente argomento, incrementando la mia rabbia.

Come in un sognoWhere stories live. Discover now