Capitolo 29 🌻

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Jack

Sdraiati sul letto sfatto, uno di fronte all'altro, guardo Bel e accarezzo il suo corpo nudo e morbido, disteso tra le mie braccia. Abbiamo rifatto l'amore per la seconda volta e ora stiamo recuperando le energie; sfioro la sua pelle vellutata, mentre lei si rilassa al mio tocco, con gli occhi chiusi e le mani poggiate sul mio petto.

Non riesco ancora a credere a quello che è successo. L'ho desiderata così intensamente, ho sognato talmente tante volte di farla mia, che ora non voglio dormire, non voglio chiudere gli occhi, né smettere di toccarla; ho quasi paura che questo momento svanisca, come se fosse solo un bel sogno. Passo le dita lungo la sua spina dorsale e scendo, fino ad arrivare alle sue natiche piene e invitanti; mi fermo, anche se le mie mani andrebbero molto volentieri più in basso, per dare libero sfogo all'insaziabile bisogno che ho di lei.

La mia frenesia pare sia implacabile e senza fine, ma ci sono altri pensieri, oltre a quelli puramente carnali, che assillano la mia mente in questo momento, domande che mi spingono a dare a Bel un po' di tregua, prima di riaprire i giochi.

"Come ti senti?" le chiedo, impaziente di sentire la sua risposta.

Bel sposta i suoi occhi verdi su di me; mentre accenna un flebile sorriso, compiaciuto e stanco, il suo sguardo sembra più maturo e consapevole di quanto non sia mai stato. "A dire la verità, mi fa male tutto!" mi risponde, facendosi seria.

Improvvisamente, mi sento in colpa per l'impeto e la furia con cui le ho portato via la verginità. Ho cercato di essere il più delicato possibile, di trattenermi per non farle male, tentando di arginare l'impeto che dilagava nelle mie vene, ma evidentemente non ci sono riuscito e un velo di colpevolezza passa sul mio volto, felice e appagato, fino a pochi secondi fa.

"Piccola, mi dispiace, io ho cerc..." Non riesco a finire la frase, perché Bel scoppia a ridere, facendomi capire che si stava burlando di me, stupendomi e dimostrandomi, per l'ennesima volta, di non essere così fragile come credo.

"È stato perfetto, Jack, è stato esattamente come doveva essere, come avevo sempre immaginato che fosse", esclama, posando un bacio sulla mia bocca, facendomi rendere conto di quanto penda letteralmente dalle sue labbra. "Vuoi sapere come mi sento? Intera e... felice", conclude, intrecciando la sua mano esile alla mia.

Sono io che stavolta mi avvicino, baciandola, intrappolandola tra le mie gambe, attirandola ancor più vicina a me, pericolosamente petto contro petto, mentre respingo, solo momentaneamente, la voglia di fare di nuovo l'amore con lei, soltanto per poter placare del tutto la mia curiosità. "Quindi era questo quello che ti eri immaginata?"

"Più o meno..." Le sue guance arrossiscono lievemente, reazione mi che mi stuzzica ancora di più.

"Che c'è? Abbiamo appena fatto l'amore e sei qui, nuda davanti a me. Credo non ci sia più nulla di cui ti possa vergognare. Avanti, dimmi cosa ti aspettavi, voglio saperlo."

"No, riderai di me!" farfuglia, coprendosi la faccia con le mani, tirando fuori quel suo lato da bambina innocente che mi fa perdere la testa.

"Lo giuro sul mio onore: non riderò, qualsiasi cosa mi dirai."

"D'accordo. Non ho mai avuto un incontro così ravvicinato con un uomo, non sapevo cosa si provasse, la mia immaginazione e le mie aspettative erano alimentate solo da quello che avevo visto nei film, o letto nei libri. Ho sempre pensato che le donne dei miei romanzi, o dei film romantici, esagerassero, credevo che esasperassero le loro sensazioni, solo per creare stupore nel lettore. Attrici pronte a emettere dei suoni assurdi e donne che nei libri giuravano di bruciare di piacere, io... insomma, credevo che nella realtà fosse tutto più... non lo so, tranquillo, credo." Mi impegno con tutto me stesso per non ridere, ma non appena lei alza il suo sguardo imbarazzato su di me, non riesco più a trattenermi.

Come in un sognoWhere stories live. Discover now