Capitolo 20 🌻

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Isabel

Apro gli occhi e mi guardo attorno, interrogandomi su dove mi trovi. Non riesco a connettere, vorrei alzarmi ma, non appena ci provo, mi rendo conto di non potermi muovere perché qualcuno mi sta dormendo addosso. Giro la testa, l'unica parte del corpo libera, e mi accorgo che la mia coperta umana è Jack, che dorme come un bambino, praticamente sopra di me.

"Jack!", esclamo concitata, cercando disperatamente di liberarmi da questo ammasso di muscoli, senza riuscirci.

Il suo corpo mi sovrasta, ha un braccio che mi avvolge completamente la vita e una gamba che tiene intrappolate le mie, mentre la sua testa respira rumorosamente tra i miei capelli. "Jack!", urlo di nuovo con più veemenza, al che lui si sveglia, mugugnando e scostandosi da me quel tanto che basta da permettermi di muovermi e scrollarmi di dosso le sue mani e le sue gambe. "Cosa diavolo è successo?", gli chiedo, quando sono finalmente in piedi e lui è finalmente sveglio.

"Buongiorno, bambolina." Lui è ancora in fase rem, a differenza mia. La sua faccia è sul mio cuscino. Abbiamo usato solo un lato dell'immenso letto matrimoniale, visto che abbiamo dormito uno sopra l'altro.

Sono nel panico, ricordo di essermi addormentata sul divano ieri sera, ma non so spiegarmi cosa faccia nel letto di Jack. Come sono finita avvinghiata a lui? Inoltre, cosa ancor più grave, stanotte ho dormito fuori e se mio padre se n'è accorto, sono nei guai, in guai molto seri.

Guardo Jack allarmata, camminando avanti e indietro ossessivamente. Come mai lui è così tranquillo?
"Che diamine è successo? È un casino, un'enorme casino", gli dico ansiosa e lui di tutta risposta scoppia a ridere.

Vado su tutte le furie, sfilo il cuscino da sotto la testa e inizio a colpirlo, a suon di piume, dritto sul suo viso angelico. "Non c'è niente da ridere, Jack! Mio padre avrà chiamato la polizia, l'Fbi e Oratio Kayne di Csi!", impreco, mentre lui si ripara dalle mie cuscinate con le mani, senza smettere di ridere, cosa che mi fa arrabbiare ancora di più.

"Bel, calmati!" Non mi placo, finché lui acciuffa i lembi della mia morbida arma e li strattona, facendomi finire ancora tra le lenzuola, in una posizione molto più compromettente di poca fa.

Resto immobile, sovrastata dalla sua forza e piuttosto intimorita dalla situazione. Sono sdraiata con metà del corpo sul letto e Jack sta praticamente sopra di me e mi tiene inchiodata, trattenendomi per i polsi. Presa com'ero dalle mie preoccupazioni famigliari, non mi ero accorta di quanto fosse bello con i capelli arruffati e l'espressione di chi si è appena svegliato, dopo una notte di sonno conciliante.

Il suo viso è così vicino al mio che sembra rubarmi tutto l'ossigeno, anche se devo ammettere che la mia iperventilazione, con tutta probabilità, sia dovuta ad altro; i suoi capelli mi solleticano la faccia e i suoi occhi glaciali, ma fiammeggianti, mi fanno girare la testa. Sembra che anche il tempo si sia fermato, cementato a questo momento, a questa vicinanza.

Ho il respiro corto per la foga dei miei colpi, o più probabilmente, perché sono sdraiata sul letto di Jack, con le nostre bocche così vicine che posso sentire il suo respiro sulle guance. Il suo sguardo, dapprima divertito, muta in un'espressione carica di desiderio e indecisione, come se stesse facendo appello a tutte le sue forze per non baciarmi.

Spero che i miei occhi non siano altrettanto eloquenti, perché la tempesta ormonale che sento dentro in questo momento mi sta facendo bruciare, e gradirei che la cosa non diventasse di dominio pubblico. Passano secondi lunghi un'eternità, prima che si decida a parlarmi, deviando la sua attenzione dalla mia bocca, per mia fortuna. "Ti sei calmata? Stai tranquilla, quando ti sei addormentata ieri sera, ho chiamato Alice. Ti ha coperto lei con i tuoi, gli ha detto che hai dormito a casa sua. È tutto a posto." Fatico ad assimilare le sue parole, perché, totalmente inebetita, l'unica cosa a cui riesco a pensare adesso è il suo corpo sul mio.

Come in un sognoWhere stories live. Discover now