Capitolo 5 🌻

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Jack

Chiedo a Eddy di portarmi un caffè nero e doppio; vista la serata precedente ne ho proprio bisogno. Dopo che ieri Isabel mi ha mandato via in quel modo, ero furioso, così mi sono fermato in un bar, mi sono ubriacato e ho rimorchiato una ragazza con i capelli biondi e un fisico da barbie; mi sono divertito, ma non quanto speravo. Credevo che spassarmela un po' mi avrebbe distratto dai miei pensieri, o meglio da Isabel, dal fatto che ieri sera sono stato sul punto di baciarla e invece mi sono tirato indietro. Andava tutto bene e poi, in un secondo, la situazione si è capovolta e lei mi ha mandato via.

Non so che fare con quella ragazza, come comportarmi, come prenderla; pare che le mie doti da seduttore non funzionino con lei. Ieri, mentre la stavo rassicurando sul perché fossi lì, c'è stato un momento, un lungo momento, in cui ci siamo guardati e la tentazione di baciarla è stata così forte che mi sono dovuto allontanare da lei per non fare stupidaggini.

Non voglio bruciarmi con un bacio, voglio molto di più e pensavo di essere sulla buona strada per ottenerlo e invece lei se l'è presa per qualcosa che ho detto e mi ha cacciato via. Non so perché mi do così tanta pena, ma non riesco a fare a meno di pensare a lei. Anche questa notte, mentre mi davo da fare con la bionda sui sedili posteriori della mia auto, pensavo a Isabel; era il suo il viso che vedevo, nella mia testa era lei che toccavo, annusavo e baciavo.

Ubriacarsi e farsi una sconosciuta non è stata un'ottima idea, anzi; ora mi ritrovo con un cerchio alla testa e col pensiero di Isabel ancora più fisso in mente. Stamattina le chiederò di venire qui; il contratto è pronto e, anche se immagino che lei non sarà di buonumore, la voglia di vederla vince su tutto il resto. Devo assolutamente riuscire a portarmela a letto al più presto; sono convinto che solo così la mia stupida ossessione svanirà.

Sono le nove quando mi decido a chiamarla. "Pronto", mi risponde lei dopo un paio di squilli, con una voce assonnata.

"Ciao, Isabel, sono Jack. Ti ho svegliata?" le chiedo cauto.

"No, no. Dimmi." È chiaro che sta mentendo, la sua voce sembra venire direttamente dall'oltretomba.

"Avrei bisogno che tu venga qui da me stamattina, quando puoi." Non so perché sono così gentile, ma non riesco a fare altrimenti.

"D'accordo, dammi mezz'ora e sono lì", mi risponde lei in tono asettico. Non capisco se sia di buonumore o meno, ma pare che tra mezz'ora lo scoprirò.

Sto fumando una sigaretta in giardino, mentre gioco con il mio cane Brandy, una femmina di lupo cecoslovacco; l'unica femmina che è stata in grado di entrare nel mio cuore.

Sento il rumore di un'auto che percorre il vialetto ghiaioso e, prima che possa legarla al guinzaglio, Brandy si mette a correre giù per le scale, mentre io la inseguo, cercando di acciuffarla e continuando a chiamarla inutilmente a gran voce. Il mio cane non ha un buon rapporto con i visitatori, diventa aggressiva; manca solo che morda Isabel e poi credo che lei mi odierà veramente per il resto dei suoi giorni.

Corro veloce ma, quando arrivo in fondo alla scalinata, la lupa l'ha già raggiunta e lei, invece che indietreggiare spaventata, si è accovacciata per accarezzarla. Incredibilmente il mio cane da difesa si sdraia a pancia in su e si fa coccolare. Non credo ai miei occhi.

"Ciao, bella, e tu chi sei?" dice Isabel rivolta al mio animale da compagnia, mentre io fisso entrambe sbalordito. "Ciao... perché mi guardi così?" Stavolta la domanda è per me. Mi ci vuole qualche secondo per rispondere, perché non riesco a distogliere lo sguardo né dalla mia ospite né dal mio cane.

Come in un sognoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora