Capitolo 16 🌻

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Isabel

Sono le undici del mattino e Jack mi ha appena chiamata per avvisarmi che è arrivato a Dallas. Sono rimasta con lui fino alle cinque stanotte e anche se sono passate solo sei ore, mi manca già.

Mi vergogno profondamente di fare questi pensieri patetici. Dove sono finite la mia indipendenza e il mio non aver bisogno di nessuno?
Sono andati a farsi benedire quando ho incontrato i suoi occhi per la prima volta, ecco che fine hanno fatto!

Fortunatamente Jack starà via solo qualche giorno e io sarò talmente tanto impegnata con il rientro a casa di mio padre, che spero non avrò il tempo di pensare a nulla, né alla festa a casa sua la settimana prossima, né al nostro rapporto sempre più ambiguo e nemmeno a mio padre che non mi parla da almeno tre giorni e che ora potrà torturarmi direttamente da casa.

Sto fumando una sigaretta sul terrazzo, mentre attendo il rientro di papà, quando vedo la macchina di mia madre varcare il cancello.

Ci siamo, il gatto è tornato a casa e ora come faranno i topi a ballare?

Ho seriamente pensato di fare la stessa cosa che facevo quando avevo quindici anni e papà mi aveva imposto il coprifuoco per le dieci, non un minuto di più; mentre la maggior parte delle mie amiche usciva a quell'ora, io invece dovevo essere a casa senza la possibilità di sgarrare, così fingevo di andare a letto e poi scappavo dalla finestra, rientrando solo a notte inoltrata.

Nessuno se n'è mai accorto, quindi potrei fare la stessa cosa per uscire con Jack; anche se, qualcosa mi dice che ora mio padre se ne accorgerebbe, considerato che mi controlla a vista e mi studia, osservando ogni mio movimento, senza però proferire parola, dopo l'ultima discussione. Purtroppo credo che ritroverà la voce tutta insieme, non appena gli dirò della festa di settimana prossima. Credo che mi farà fuori, perciò ho deciso di informarlo solo una volta che Jack sarà di nuovo a casa; vorrei tanto salutarlo prima che mio padre mi uccida e occulti il mio cadavere nel nostro immenso giardino.

Mi sono truccata, vestita elegante, mi sono fatta la piega ai capelli e ho preparato un pranzo coi fiocchi, con tanto di antipasto, primo, secondo e dolce; non sono nemmeno andata a dormire per poter cucinare questo pasto regale, ho fatto tutto per il mio papà, perché spero che prima o poi torni a parlarmi.

Ma, come prevedibile, il mio lavoro non è servito a molto, perché mio padre è stato freddo e distaccato come sempre; sia il pranzo che il suo rientro sono stati a dir poco glaciali.

Fortunatamente c'era anche zia Ally che ha animato un po' la casa con le sue risate e i suoi discorsi assurdi; mia madre sembra preoccupata quando io e papà siamo nella stessa stanza, continua a guardarmi trattenendo il fiato quasi. Non appena ne avrò l'occasione, dovrò dirle di stare tranquilla, perché non rivelerò mai a papà che anche io ora so cosa gli ha fatto sua moglie. Per lui sarebbe un ulteriore smacco, un'umiliazione che non voglio infliggergli.

Sono sul mio balcone con in bocca l'ennesima sigaretta; credo che fumerò parecchio in questi giorni, visto il nervosismo che regna in questa casa e che inevitabilmente intacca anche me. A un certo punto mio padre entra in camera mia, senza darsi la pena di bussare; butto il mozzicone dalla finestra sperando che lui non mi abbia visto, anche se credo che mi abbia beccata in pieno.

"Non serve che la butti. So che fumi, me lo ha detto la mamma. Lei mi dice tutto." No, papà, non proprio tutto, penso tra me e me, mordendomi la lingua.

"Non fumo tanto, ma non te l'ho detto perché pensavo ti saresti arrabbiato", confesso. La mia ultima spiaggia con lui è la sincerità, anche se non totale.

"Non approvo molte delle cose che fai, ma non mi pare che questo ti fermi", risponde, annientando qualsiasi speranza di tregua.

Sto per entrare in camera mia, per evitare di dare il via a un'altra discussione sterile, ma lui mi ferma.
"Aspetta, non sono qui per discutere delle tue scelte, per quanto non le approvi. Il pranzo di oggi era buonissimo e visto che questa sera verrà a casa qualche amico per darmi il bentornato, sono qui per chiederti se puoi preparare tu la cena." Non credo alle mie orecchie, mio padre mi ha fatto un complimento e mi ha appena chiesto di cucinare per lui e i suoi amici, mi sembra un sogno.

Come in un sognoKde žijí příběhy. Začni objevovat