Speciale anniversario

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Esattamente un anno fa, il 6 Dicembre 2017, io e DaisySparrow (Harley Sparrow su EFP) chattavamo su messenger e decidevamo insieme di scrivere una fanfiction a quattro mani ambientata a Hogwarts, con tanti OC, disagio e i nostri personaggi Disney preferiti. Qualche giorno dopo sono nati il capitolo su King's Cross e quello sui mollicci. Da allora abbiamo scritto esattamente 936 pagine word divise in quarantatre capitoli, con una media di poco più di diecimila parole a capitolo.
Abbiamo deciso di pubblicare questa storia solo poche settimane fa, ma sono felice che lo abbiamo fatto anche se continuiamo a scrivere soprattutto per noi, perché ci diverte da matti ed è diventato il nostro passatempo.
Quest'anno Edmund, Margaret e Frannie ci hanno permesso di passeggiare tra i corridoi di Hogwarts, di banchettare con il rognone ad Halloween, di assistere alla prima prova tremaghi e molto altro ancora. L'unica mia speranza è che riescano a portare nel loro viaggio anche voi.
Questa intervista è l'extra che abbiamo pensato di regalarvi per l'occasione... buona lettura!

Mi guardo intorno nervosamente. I tre sono in ritardo. Eppure i professori mi avevano giurato che fossero tra i più diligenti! Non ho tempo da perdere, io.
Controllo per l'ultima volta le tre poltroncine di fronte a me. Mi assicuro che le finestre siano ben sigillate. L'ultima volta che ho intervistato qualcuno era Gwenog Jones, capitano delle Holyhead Arpies, e chissà come quell'arpia della Skeeter era riuscita a soffiarmi tutta l'intervista, parola per parola. Merlino solo sa come, in quella stanza non c'era nessuno, solo un fastidioso insettaccio che continuava a ronzarmi nelle orecchie. Per fortuna che stavolta ho chiuso bene tutto.
Ma eccoli che entrano, i tre ragazzi! Tutti in divisa ordinata.

"Scusi il ritardo, signore." Mormora una ragazza dalla chioma riccia e folta, poi si lascia sfuggire un'occhiata irosa verso gli altri due, che però sorridono con una gran faccia tosta. Mi stanno già simpatici questi ragazzi. Forse mi sto rammollendo.
"Non preoccupatevi, non c'è fretta." Rispondo, sorridendo. Una delle ragazze la riconosco, è la figlia di Firwood. Lo ho intervistato un mese fa, per l'apertura del dipartimento sulle intossicazioni da cibo fatturato al San Mungo. Roba all'avanguardia.
L'unico ragazzo presente aspetta che le sue amiche siano sedute prima di accomodarsi al centro. Un'attenzione voluta, ma che nessuna di loro ha notato. Chissà che da questa intervista non ne caviamo qualcosa di interessante, dopotutto.
"Che dite, cominciamo?" chiedo accomodante. La figlia di Firwood sembra assolutamente a suo agio, mi ricorda tanto suo padre. La ragazza riccia ha le gambe incrociate e sembra meno ambientata, ma non dà l'idea di essere intimorita. Il ragazzo è seduto composto e sorride in modo educato. Deve aver ricevuto un'educazione severa. Non lascia trapelare molto oltre all'etichetta. Me lo farò bastare. Magari si scioglierà un po' dopo qualche domanda. Mi fanno cenno che posso andare, controllo la penna prendiappunti e siamo pronti per cominciare.

1.Nome e cognome?

F: Francine Marie Firwood

M: Margaret Rosander

E: Edmund Pevensie

2.Ti piace il tuo nome o vorresti averne un altro? Quale?

F: Quando ero piccola non mi piaceva tanto, mi sembrava un nome da vecchia. Adesso ci sono abituata, ma preferisco farmi chiamare Frannie.

M: Mi piace molto! L'ho preso dalla mia bisnonna!

E: Non ci ho mai pensato molto, in realtà. Suppongo che non mi dispiaccia...

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