I colloqui

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Edmund arrivò strisciando i piedi per terra, esausto. Era appena tornato da un turno di guardia. Margaret, Frannie e Laetitia lo aspettavano in Sala Grande, i due gatti giocavano e si rincorrevano sul pavimento. Mentre entrava si stupì di vedere anche Tony e Aurora con loro, parlavano animatamente e avevano vari foglietti sparsi sul tavolo. Si avvicinò dubbioso, notando che si trattava degli opuscoli del ministero.
-Ed! Vieni, siediti!
Esclamò Margaret sorridendo e facendogli spazio sulla panca. Lui si stropicciò gli occhi, stanco.
-Oggi ho dovuto sopportare i Grifondoro del primo anno... con Percy Weasley.
-Percy Weasley? E cavolo amico, che brutta cera!
Commentò Tony guardandolo con compassione. Da quando aveva chiarito con Frannie, erano tornati amici come prima. Forse un po' di più.
-Se me l'avessi detto avrei chiesto un cambio! Io avevo il prefetto Corvonero, cavolo, non ricordo nemmeno come si chiama!
Rispose accalorata Frannie. Laetitia alzò gli occhi al cielo.
-Si chiama...
-Oh, lascia stare Laets. Tanto non me lo ricorderei comunque.
Aurora sorrise allo scambio di battute, e scosse la testa. Gli amici di Margaret erano davvero strani.
-Che state facendo?
Chiese Edmund, afferrando il primo opuscolo che gli era capitato sotto tiro.
-Scegliamo una carriera. Sembra facile, no?
Commentò sarcastica Frannie.
-Tu scegli una carriera, Fran. Noi vediamo cosa ci serve per quella che abbiamo già scelto.
Corresse McMartian con un ghigno.
-In realtà anche io sono un po' indecisa...
Mormorò Aurora con due foglietti in mano.
-Non ti ci vedo alla Gringott, sai? La facevo più roba da Peter!
Rise Margaret, guardando il ragazzo.
-Alla Grin...? Oh.
Edmund per la prima volta posò lo sguardo sull'opuscolo che teneva in mano.
"Sei un mago rispettabile che cerca un lavoro rispettabile? Scegli la Gringott, scegli affidabilità!"
Alzò gli occhi al cielo, posandolo nuovamente sul tavolo. Frannie ghignò.
-L'ho preso per sbaglio! Potrei avere quello del ministero, per favore?
Tony glielo passò subito, lui ringraziò.
-Hai già qualche idea?
Chiese Laetitia, curiosa.
-Una mezza idea sì.
Rispose titubante.
-Quindi sono l'unica che non sa che cacchio fare della sua vita... perfetto!
Sbottò Frannie, alzando gli occhi al cielo.
-Qualcosa si trova, vedrai!
Le disse Tony, posandole una mano sulla spalla. Lei tossicchiò nervosamente, guardando gli amici che tentavano di far finta di niente.
-Auror? Anche Philip vuole farlo! Non è pericoloso? Non amo molto questa idea!
Confessò Aurora sbirciando la pagina aperta nell'opuscolo di Edmund. Margaret rizzò le orecchie. Frannie lo guardò dubbiosa.
-Tanto non riuscirò mai. Guarda qui quante E dovrei prendere ai GUFO! Per non parlare dei MAGO... non ci voglio neanche pensare!
-Non abbatterti Ed, sei un ottimo studente. Se solo studiassi un po' di più...
Azzardò Laetitia, ma un'occhiataccia di lui la fece desistere. Intanto, lei e Margaret fissavano l'opuscolo di Hogwarts con aria mesta.
-Qualche problema ragazze?
Chiese Aurora, mettendo la mano dietro la schiena di Margaret e accarezzandola per confortarla .
-È pieno di GUFO e MAGO da prendere! E si liberano posti così raramente... forse dovremmo cercare un'opzione di scorta.
Mormorò Margaret sconsolata.
-Sciocchezze, Mag. Siete nate per quel lavoro! Se ti fa sentire meglio cerca pure qualcos'altro per sicurezza, ma non immaginerei nessun altro per quel posto!
-Quale posto Fran? Sono tutti occupati!
Replicò sconfortata la ragazza.
-Senti.
Esclamò Edmund, serissimo.
-Se non sarai tu a insegnare storia della magia ai miei figli...
Frannie gli pestò un piede sotto il tavolo, lui tossicchiò lanciandole uno sguardo fulmineo,
-Voi, ahem, se non sarete voi, allora non potrà davvero essere nessuno. Ne sono sicuro.
-In un'altra vita,
Azzardò Tony,
-Anche a me sarebbe piaciuto insegnare Storia della Magia. Ma non credo sia quello che voglio dalla mia vita adesso.
-E cosa vuoi dalla tua vita adesso?
Chiese Frannie, tentando (fallendo miseramente) di non guardarlo troppo sognante. Lui le passò un opuscolo del San Mungo.
"Hai la vocazione? Pensi prima agli altri che a te stesso? Vuoi rendere il mondo un posto migliore? Se hai tutte queste caratteristiche e dei GUFO da sogno, sarai il benvenuto all'Ospedale San Mungo, per Malattie e Ferite Magiche"
La ragazza fece velocemente l'occhiolino a Edmund, grazie all'amico era preparata a quella risposta.
-Sul serio? Beh, ora che ci penso ti ci vedo moltissimo!
-Ma non mi dire...
Mormorò Margaret a Laetitia, in modo da farsi sentire solo da lei. L'altra soffocò una risata
-Anche la carriera da auror mi tenta, ma non mi sento molto adatto. Mi vedo più come guaritore! Tuo padre non lavora al San Mungo, Fran?
-Eh?
La ragazza si destò, sinora era rimasta a fissarlo negli occhi mentre parlava.
-Sì, sì, hai ragione... è così...
Disse distrattamente mentre arrossiva, sperando di non aver detto una stupidaggine.
-Tra cosa sei indecisa, Aurora?
Chiese Margaret, per cambiare argomento. L'amica le fu grata. La Tassorosso sospirò, sconsolata.
-Mi piacerebbe lavorare nel campo dell'erbologia. Magari fare ricerche... mi piacerebbe aprire un negozio. Di piante curative, magari. O avere un orto, o una serra e vendere i fiori. Mi piacerebbe anche qualcosa con cura delle creature magiche... o almeno, lo credevo sino all'anno scorso. Da quando è Hagrid l'insegnante non sono più tanto sicura.
Laetitia la guardò comprensiva, offrendole supporto. Capiva quello che la giovane stava dicendo. Con la Caporal Cura delle Creature Magiche significava dar da mangiare agli unicorni, o cercare gli asticelli sugli alberi. Hagrid era più un tipo da dorsorugoso di Norvegia, o schiopodi sparacoda. E nessuno potrebbe mai immaginare Aurora correre tutta bruciacchiata per acchiappare uno schiopodo.
-Sono sicura che la Sprite ti saprà consigliare al meglio.
-Sì, Peter mi ha detto che è grandiosa, non preoccuparti! Uscirai da quella stanza con un'idea, ne sono sicuro!
Continuò Edmund, mentre ancora sfogliava l'opuscolo del ministero, il più lungo di tutti. Improvvisamente si illuminò
-Ehi, Fran! Ho trovato qualcosa per te!
Le passò il volantino, che lei afferrò piena di curiosità.
"Alla cooperazione magica internazionale cerchiamo maghi e streghe che non amano annoiarsi. Il nostro dipartimento non è fatto per gli abitudinari, ma per persone che amano calarsi in luoghi e culture diverse. Se conosci almeno tre lingue, non hai problemi a spostarti, e hai una buona parlantina, mandaci il tuo curriculum. Ti aspettiamo! Controllare il retro del foglio per i GUFO richiesti."
Le si illuminarono gli occhi all'istante.
-Caspita, Ed! È perfetto!
Mag si sporse curiosa da dietro la sua spalla.
-Sei praticamente tu! Al cento percento!
-Grazie Ed... almeno è qualcosa!
Disse lei, spazzolando i capelli dell'amico con la mano.
-Ma guarda un po' chi si vede...
-... il club dei secchioni!
I ragazzi alzarono gli occhi dal tavolo per trovare quel che già si aspettavano.
-Fred! George! Voi avete già deciso che dire al colloquio?
Chiese Frannie, sventolando il suo volantino. I due risero all'unisono e si guardarono complici.
-Hai sentito cosa ha detto, Fred?
-Forte e chiaro, George!
-Credono davvero che ci abbasseremo a scegliere una carriera con quelli?
-Forse pensano che siamo come Percy...
-... che tiene l'opuscolo del ministero sotto il cuscino...
-...patetico, davvero!
-E allora che volete fare usciti di qui?
Disse Margaret, scettica. Non che si aspettasse niente di diverso dai gemelli Weasley.
-Abbiamo sempre pensato, io e Fred...
-...che saremmo diventati ricchi e famosi...
-...stiamo ancora limando i dettagli...
-...diciamo solo che i nostri GUFO non saranno la discriminante principale...
-Puoi dirlo, fratello!
Si batterono il cinque. Aurora scosse la testa.
-Ma ora parliamo di cose serie..
-...che avete in mente voi testoni per sabato prossimo?
-Si era parlato di una festa!
Frannie si illuminò in viso.
-Ecco! Questo mi piace!
Aurora si schiarì la gola, e Tony colse il segnale.
-Se abbiamo finito qui, sarà meglio andare in Sala Comune!
Disse, iniziando ad alzarsi, seguito dalla ragazza.
-È il compleanno di Ossass, ci aspettano!
Continuò lei.
-Teneteci aggiornati per la festa, intesi?
Si congedò McMartian, andando via con la compagna. Frannie lo fissava con gli occhi luccicanti.
-Attenta Frannie, rischi di doverti mettere gli occhiali se continui così!
Scherzò Mag, dandole un colpetto. Lei avvampò.
-Oh, smettila!
-Che carina, Firwood! Sei proprio persa!
Disse George, facendole l'occhiolino.
-Allora, questa festa?
Incalzò Edmund, sistemandosi meglio sulla panca.
-Giusto! Questa festa...
-...dove vogliamo farla?
I due si sedettero nei posti lasciati vuoti da Aurora e Tony.
-Direi che possiamo escludere il bagno dei prefetti, dopo l'incidente di Percy.
Commentò amaramente Frannie.
-Che ne dite della Stanza delle Necessità?
Provò Laetitia, ma gli altri scossero la testa.
-Sì, grande idea Laets! Così tutti sapranno della sua esistenza e non potremo mai più usarla per starcene in pace!
Commentò Edmund tagliente.
-Ok, afferrato, volevo solo essere utile...
-Vorrei evitare di uscire dal castello come l'ultima volta...
Gemette Margaret, ricordando la frecciatina di Silente di qualche tempo prima.
-Se non ci viene in mente altro ne saremo costretti...
Mormorò Frannie, pensandoci su.
-Per qualunque scelta, noi ci siamo!
Esclamò Fred, sorridendo sereno. C'era al mondo qualcosa che riusciva a turbarli ?
Se ne andarono svelti, parlottando e scherzando tra loro. I gemelli portavano sempre il buon umore.
-Allora? Tu e Tony?
Chiese Laets ammiccante.
-Abbiamo fatto pace!
Rispose la ragazza, alzando le spalle.
-La Greengrass? La hai sepolta in giardino?
Rise Edmund, lei sbuffò.
-Ho deciso che non mi importa. Per ora lei non lo sta considerando, e anche se lo facesse... posso aspettare. So che starà con me, alla fine.
Laetitia alzò gli occhi al cielo.
-Invidio la tua fiducia, Fran.
-Perché, tu per chi non hai fiducia, Laets?
Chiese Margaret curiosa. Edmund giocherellava con la sua piuma, poco interessato a quel genere di discorsi.
-Peter.
Disse Edmund, alzandosi in piedi.
-Cosa?
Squittì Laetitia, con tono insolitamente acuto.
-Vado a cercare Peter, mi pare abbia un'ora libera!
-Ah... eheh... certo...
Borbottò poi, cercando di mascherare l'imbarazzo. Frannie e Margaret si guardarono di sfuggita con un mezzo sorriso. Continuarono a parlare di pene d'amore, perlopiù Frannie e Margaret, Laetitia continuava a sostenere di non avere nessun interesse per il momento. Tra lo studio, i colloqui e i turni dei prefetti era tanto che le amiche non si trovavano insieme a chiacchierare e confrontarsi. Parlarono di Hans e della risposta poco felice che aveva dato a Margaret qualche settimana prima, ma anche del fatto che continuava a viziarla e trattarla come una principessa. Parlarono di Tony e Daphne Greengrass e del fatto che tutti sapevano che Frannie non si sarebbe mai arresa. Parlarono dell'occhiata di Katie Bell a Edmund di qualche settimana prima, occhiata che né a Frannie né, soprattutto, a Margaret era piaciuta molto. Quando esaurirono i pettegolezzi erano tutte e tre più leggere.
-Giro in giardino?
Propose Frannie alle due amiche, ora che erano rimaste sole. Era Aprile, e le loro uscite stavano aumentando, con grande gioia di Edmund e di tutti gli altri.
-Ci sto!
Esclamò Margaret, alzandosi di scatto.
Frannie posò le braccia sulle spalle delle amiche, dirigendole all'esterno. L'aria era leggermente pungente, ma si stava bene. Il sole era alto e splendeva senza vergogna, le nuvole erano chiare e distanti.
-Ti accompagnerà Hans al colloquio?
Chiese Laetitia mentre imboccavano il vialetto verso il campo da Quidditch.
-Non so, non credo! Alla fine é una cosa che dobbiamo fare insieme, penso che verrò con voi! Ci vedremo dopo magari, gli racconterò com'è andata!
Dopo qualche passo, l'attenzione di Frannie fu catturata da due ragazzi che passeggiavano vicino al lago.
-Peter?
Il maggiore dei Pevensie parlava con Cedric Diggory di qualcosa che dal tono di voce sembrava importante. Avvicinandosi capirono che si trattava dei turni di guardia.
-Ciao ragazze!
Disse gioviale, l'altro salutò educatamente.
-Ciao Peter... dov'è Edmund?
Chiese Margaret dubbiosa.
-Ed? Non l'ho visto tutto il giorno! Di solito è con voi!
Le tre si scambiarono uno sguardo sospettoso.
-Perché? È successo qualcosa?
-No ma... ha detto un'ora fa che sarebbe venuto a cercarti!
Il ragazzo alzò le spalle.
-Non deve avermi trovato! Io sono sempre stato qui!
-Non fa niente... Non è importante!
Liquidò Frannie, allontanandosi con le altre.
-Ultimamente Ed è un po' strano!
Sussurrò Laetitia all'orecchio delle amiche.
-Sì, hai ragione. Nasconde qualcosa.
Continuò Margaret.
-E noi scopriremo cosa.
Concluse Frannie fiera,
-Del resto, se abbiamo scoperto il segreto di... Lupin!
-Shhh Fran, abbassa la voce!
Le intimò Margaret con severità.
-No, non hai capito... Lupin!
Esclamò la ragazza, indicando una figura che saliva dalla capanna del guardiacaccia. Doveva essere appena stato da Hagrid. L'uomo si avvicinava, e quando le vide fece un'espressione un po' intimorita. Ancora decisi a fargli capire la loro vicinanza, le studentesse furono subito cordiali con lui.
-Buona sera professore!
Cinguettò Frannie, andandogli incontro.
-Salve ragazze.
Salutò pacato l'uomo. Sorrise debolmente, continuando a salire verso il castello. Loro lo seguirono.
-Vi godete il primo vero sole dell'anno?
Chiese abbastanza gioviale, un po' affannato.
-Oh, sì. Valeva la pena sacrificare un pomeriggio di studio per una giornata come questa!
Rispose Margaret guardandosi intorno. Lui rise sommessamente.
-Sono assolutamente d'accordo, Rosander. Se posso farvi una confidenza...
Le ragazze aprirono le orecchie.
-È per questo che non ho dato compiti, oggi.
Frannie sorrise incantata. Anche Margaret e Laetitia erano ammirate.
-Ma ditemi, piuttosto... dov'è Pevensie? Mi era sembrato di capire che non aspettasse altro che il bel tempo, per tuffarsi fuori !
Laetitia tossicchiò con nervosismo.
-È uscito poco fa, ma aveva qualcosa da fare!
Disse frettolosamente, cercando di cambiare argomento.
-È una fortuna che non abbia dato compiti, sa? Abbiamo i colloqui, domani!
Borbottò tesa Frannie.
"Non tutti sono stati così magnanimi" pensò Margaret, in particolare riferendosi a Piton. Eppure il professore sapeva benissimo del colloquio, in quanto avrebbe presenziato da capo casa.
-Davvero? È già quel periodo dell'anno?
Rispose lui, con la testa persa nei ricordi.
-Lei sapeva già che avrebbe voluto insegnare, professore?
Chiese Laetitia, che aveva lo stesso sogno.
-Oh... beh, diciamo che non mi sarebbe dispiaciuto, ma ho avuto difficoltà a trovare lavoro, all'inizio. Mi sarei accontentato anche di qualcos'altro.
Le ragazze, che sapevano benissimo il motivo di quell'affermazione, rimasero un attimo in silenzio. Erano tristi e indignate. Fu Frannie a romperlo, parlando ancora una volta senza pensare.
-Io la assumerei.
Si fece sfuggire, pentendosene all'istante.
-Oh beh, grazie Firwood.
Rispose l'uomo, un po' imbarazzato.
-Sa, anche io e Laetitia vorremmo insegnare qui.
Disse Margaret di getto.
-Lei crede che potremmo farcela?
Continuò Laetitia, che da giorni non pensava ad altro. L'uomo sorrise e le guardò. Era felice che le studentesse parlassero in quei termini con lui. Sospirò, e pensò prima di tutto al suo dovere di collega.
-Non voglio in alcun modo sostituirmi al professor Piton in questo. È il vostro capo casa, e vi conosce da molto più tempo di me. Inoltre, non sono esattamente la persona migliore per consigliarvi cosa è meglio fare per essere ammessi a Hogwarts. In effetti, è stato il preside a chiederlo a me.
Le ragazze lo guardavano ammirate.
-Tuttavia...
Disse, per incoraggiare i sogni di quelle promesse così giovani,
-Conoscendo i vostri voti e avendovi osservate da qualche mese ormai, mi sento di dirvi in tutta sincerità che, per quanto mi riguarda, non vi manca assolutamente nulla. Se ci crederete ce la farete, ne sono sicuro. E chissà, forse un giorno saremo colleghi.
Ormai erano arrivati quasi alle porte del castello, e il professore si accomiatò.
-Ora devo davvero andare, ragazze. Questa passeggiata ci voleva, ma sono un po' stanco. È stato un piacere chiacchierare con voi.
-Piacere nostro!
Esclamò Frannie che, quando lui si voltò, guardò le amiche saltellando euforica.
-Non ce la posso fare  ragazze. È perfetto.
Sospirò, guardandolo sparire oltre al portone.
-Hai sentito Mag? Ha detto che non ci manca nulla!
Disse Laets elettrizzata.
-Lo avrà detto per essere gentile...
Replicò Margaret, che in realtà era rimasta piacevolmente colpita dalle parole del professore. Il sole iniziava a calare, e decisero di entrare e andare alla ricerca di Edmund per prepararsi per la cena. Laetitia salì verso la sua torre. Entrando in Sala Comune, le altre due lo vedero giocare a scacchi con Zabini. Frannie gli si avvicinò e gli posò le mani sulle spalle, osservando la partita.
Margaret si affacciò sulla scacchiera proprio mentre l'alfiere bianco del ragazzo tagliava la testa alla regina del nemico. Quasi tutti i pezzi neri erano per terra accanto a Edmund.
-Ti arrendi ora o dobbiamo continuare questa agonia?
Sorrise malizioso all'avversario, e il cuore di Margaret fece un salto.
"Che ti prende Mag? Non è il momento!"
Disse a sé stessa, continuando a guardare la partita. Blaise alzò le mani e sospirò.
-Ok, ok, hai vinto! Ma prima o poi riuscirò a batterti!
-Sì, e quel giorno saprò che qualcuno ha preso la pozione polisucco per prenderti il posto!
Rispose allargando il sorriso. Le due amiche scoppiarono a ridere.
-Com'è andata la giornata, Edmund?
Iniziò Frannie, con finta nonchalance.
-Bene! Come al solito!
-Come sta Peter?
Chiese Margaret, cogliendo la palla al balzo.
-Un po' stressato per i MAGO, ma se la cava!
Rispose, alzando le spalle.
-Davvero?
Incalzò Frannie,
-Eppure lo abbiamo incontrato in giardino prima e ha detto di non averti visto per tutto il giorno.
Il ragazzo perse un po' di colore, ma la sua espressione rimase impassibile.
"Che attore!"
Pensò Margaret, scuotendo la testa.
-Sì, beh, so come sta anche se non lo vedo. È mio fratello, sai.
Cercò di argomentare, arrampicandosi sugli specchi.
-In realtà ho cambiato idea e sono andato in biblioteca a studiare.
Concluse, guardandosi distrattamente le nocche. Le due ragazze si fecero scappare una risata sprezzante.
-In biblioteca a studiare??
Chiesero all'unisono.
-Sì, perché? È vietato, forse?
Rispose evasivo.
-Mentici pure se vuoi Ed, ma ti conosciamo troppo bene! Scopriremo cosa stai tramando!
Gli disse Frannie, guardandolo negli occhi. Lui non sembrò lasciarsi intimorire, si sedette su un divanetto libero, e Ser Jaime gli saltò in braccio.
-Non so di cosa state parlando .
-L'unica cosa che so io,
Lo interruppe Margaret,
-È che quello stronzo di un gatto segue più te che me!
Frannie e Edmund ridacchiarono. La cena arrivò abbastanza in fretta, e Margaret mangiò un po' meno del solito. Jasmine, che era stata con Aladdin tutto il giorno, raccontò di come aveva dovuto consolarlo perché non aveva idea di dove lo avrebbe portato la sua vita. I ragazzi convennero sul fatto che la McGranitt sarebbe stata un'ottima consigliera a riguardo. Quando arrivò Hans, lui e Margaret si salutarono con un bacio un po' troppo caloroso, e a Edmund sfuggì il bicchiere di mano. Per fortuna Jasmine, accanto a lui, riuscì a fermarlo con un incantesimo un attimo prima che toccasse terra. L'umore del ragazzo peggiorò, e continuò a sbirciare di sottecchi il tavolo Grifondoro, fatto che insospettì Frannie ancora di più. Quella notte andarono a letto presto, la giornata seguente sarebbe stata troppo importante.
Nonostante questo, la mattina dopo, Margaret non si sentiva affatto riposata. Aveva le occhiaie e un po' di nausea, quella notte aveva avuto un incubo, anche se non lo ricordava bene. Qualche istante dopo, allo svegliarsi di Frannie, si prepararono per la colazione.
-Come ti senti Mag? Non hai un aspetto dei migliori!
Chiese Frannie accomodante, mentre entravano in Sala Grande. Quasi tutti i ragazzi del quinto erano già presenti, in divisa perfetta. Ogni tanto si guardavano, tesi, tra i tavoli.
-Ho dormito malissimo!
Si lamentò lei, stringendo il nodo alla cravatta. Si sedette accanto a Edmund, che aveva già finito.
-Cavolo, si vede Mag!
Esclamò lui, sentendole arrivare.
-Oh grazie Edmund, questo mi consola molto!
Rispose seccata, versandosi del succo di zucca.
-Perché sono tutti coi musi lunghi? Non è un esame! Non c'è una risposta giusta!
Borbottò Frannie, masticando del pandolce alle mandorle. In quel momento entrò anche Jasmine, fresca come una rosa. Da quel che ne sapevano le sue compagne di stanza, si svegliava tardi ma mai disordinata.
-Non capisci Fran? È molto peggio di un esame! Se decidiamo qualcosa di sbagliato, se prendiamo un GUFO piuttosto che un altro e poi cambiamo idea... non potremo mai fare quello che vogliamo davvero!
L'amica alzò le spalle con una smorfia annoiata.
-Si può sempre rimediare, Mag.
-Possiamo parlare d'altro, per favore? Ieri Aladdin mi ha fatto venire il mal di testa con questa storia!
Li interruppe la ragazza appena arrivata.
-Parliamo di Laets? È quasi ora e ancora non si vede!
Esclamò Edmund scuotendo la testa, però sorrideva.
-Come al solito, insomma!
Rise Frannie, guardando verso il tavolo Corvonero. O'Hara aveva un'espressione funerea, questo migliorò di molto la sua colazione. Vide Susan Pevensie alzarsi e dirigersi verso di loro.
-Buona fortuna, Ed. Sono sicura che farai la scelta giusta, qualunque essa sia.
Lui sorrise debolmente.
-Grazie, Sue. Verrò a cercarvi appena finito.
Quando mancavano dieci minuti alle nove, i Serpeverde cominciarono ad alzarsi. Tony e Aurora non si vedevano da nessuna parte, probabilmente erano già sul posto. Fred e George erano seduti ai due lati di Aladdin, probabilmente cercando di tirarlo su di morale. Mangiavano in tutta tranquillità.
Arrivati nell'ala est del terzo piano, trovarono già una piccola folla. Come si aspettavano, Aurora e Tony erano già arrivati, insieme ad altri due Tassorosso. Cedric Diggory li salutava, tornando verso la Sala Grande. Sicuramente li aveva accompagnati per star loro vicino. I Tassorosso erano la casa più unita a Hogwarts. I ragazzi si avvicinarono ai due, Tony era abbastanza tranquillo, Aurora aveva l'aria mesta.
-Dormito bene, ragazzi?
Chiese McMartian, controllando l'orologio.
-Più o meno!
Rispose Frannie sorridendo in segno di saluto. Lui ricambiò.
I quattro professori erano davanti allo studio, in piedi, parlavano tra loro. Vitious e la Sprite sorridevano, la McGranitt sembrava un po' distaccata, e Piton guardava un punto nel muro con aria annoiata. Non pareva neanche li stesse ascoltando. Qualche minuto dopo arrivo Laetitia, che masticava ancora un boccone di plumcake. Subito dopo, il gruppetto Grifondoro. C'erano tutti. La McGranitt si schiarì la voce.
-Benvenuti, studenti del quinto anno! Tra dieci minuti inizieremo il vostro colloquio! Procederemo per ordine alfabetico, iniziando da al-Saydy per finire con
Sospirò sonoramente,
-Weasley.
I due si diedero il cinque, ridacchiando. Jasmine alzò gli occhi al cielo.
-Ordine alfabetico... Sempre la solita fortuna.
I professori sistemarono qualche scartoffia che tenevano in mano, poi la McGranitt si spostò davanti all'entrata, e chiamò.
-Al-Saydy, Aladdin!
Il ragazzo si alzò, tesissimo. Jasmine gli mandò un bacio furtivo, questo parve dargli un po' la carica. Intanto i professori si erano seduti su una panca a ridosso del muro, di fronte a quella dei ragazzi. Vitious e la Sprite continuavano a parlare, Piton aveva l'aria di chi avrebbe preferito essere ovunque tranne che lì. Jasmine sospirò.
-Speriamo che non lo butti giù...
Mormorò agli amici.
-Sono sicuro che andrà forte.
Le disse Tony,
-È un ragazzo in gamba.
-Ma sì Jas, vedrai che non avrà problemi.
La consolò Laetitia.
-Beata te che sai già cosa farai, uscita di qui!
Sospirò Margaret, posando la schiena al muro con aria arresa. La ragazza era erede al trono, e comunque fossero andati i suoi gufo, sarebbe stata principessa e poi regnante.
-Penso che non tornerò subito ad Agrabah finiti gli studi, in realtà.
Mormorò lei in risposta.
Non passarono molti minuti, e Aladdin uscì, sorrideva debolmente. Diede un bacio sulla fronte alla ragazza, sussurrando
-È tutto ok.
Piton arricciò le labbra con disappunto nel guardare la scena, poi disse
-Amyratun, Jasmine!
Il ragazzo le diede un buffetto sul braccio, incoraggiante.
-Forza!
Sussurrò Margaret, mentre lei saliva per la scala a chiocciola con un nodo in gola. Arrivata nello studio di Silente, vide che l'uomo era seduto su una poltroncina fuxia portata su per l'occasione. Sul tavolino accanto, insieme a ogni genere di gingillo magico, un giornalino babbano sui lavori a maglia. La ragazza si chiese se fosse per mettere gli studenti a proprio agio o se davvero il preside fosse interessato a quel genere di letture.
-Accomodati, mia cara.
Disse il vecchio. Aveva l'aria rassicurante. La ragazza prese posto su una sedia di fronte a lui, Piton invece si accomodò accanto al vecchio mago.
-Bene, bene, bene. Amyratun. Vieni da Agrabah, mi sbaglio?
-No signore. È così.
Silente sorrise.
-Via Severus, non fare lo sciocco. È da cinque anni che ti vanti del fatto che la figlia del sultano è stata smistata nella tua casa. Sai benissimo da dove viene.
Il professore borbottò qualcosa di simile a "non è andata proprio così" ma continuò imperterrito.
-Immagino che dopo la scuola intenderai seguire le orme di tuo padre...
Disse nel suo solito tono disinteressato.
-In realtà vorrei arrivare ad Agrabah un po' più preparata che col semplice MAGO. Vorrei istruirmi per poter fare del mio meglio quando mio padre... quando prenderò il suo posto. Ci sono tante cose ad Agrabah che non funzionano, vorrei essere più consapevole di lui quando toccherà a me. Voglio cambiare le cose.
Azzardò lei, titubante.
-Mi sembra una splendida idea. Potresti diventare un sovrano illuminato, davvero. Dimmi, cosa pensavi mia cara? Come potresti prepararti a quello che ti aspetta?
Chiese il mago barbuto, sorridendole dolcemente.
-Non lo so, pensavo mi avreste potuto aiutare voi...
Rispose confusa. Piton sospirò.
-Potresti richiedere uno stage a seguito del ministro Caramell, non credo avrebbe problemi ad accettarti. Ho sentito che quest'anno ha fatto domanda il signor Percy Weasley.
Disse, marcando le ultime parole con disprezzo. Silente ridacchiò
-Uno stage nello studio del ministro? Non vuoi per niente bene a questa ragazza!
Jasmine sgranò gli occhi e arrossì.
-Perdonami cara, sono solo le battute scadenti di un vecchio birbone. Sono sicura che il professor Piton ha dato il suo consiglio con la massima buona volontà.
Il professore alzò gli occhi al cielo.
-Tuttavia, dal mio canto, ti suggerisco di puntare a qualcosa di un po' più di qualità rispetto a Cornelius Caramell. Il Wizengamot, magari. Ho sentito dire che state cercando una nuova costituzione, ad Agrabah. Lì potresti imparare molto.
-È vero, signor preside.
-Forse qualche mese al tribunale dei maghi potrebbe illuminarti a riguardo. Soprattutto su cosa non fare, costruendo un nuovo ordine nazionale. Ma suppongo che sia meglio di niente.
-Assolutamente, signore.
Rispose illuminata la ragazza. Ora sapeva qual era il suo destino. Avrebbe studiato legge magica in Inghilterra per qualche anno, e al momento di succedere a suo padre avrebbe fatto la differenza. Si congedarono e fu sorridendo che andò dagli altri. Piton si accomodò, e Vitious si alzò, o per meglio dire si abbassò, visto che le sue gambe erano più corte di quelle della panca. Jasmine abbracciò il fidanzato e andò a parlare agli amici.
-Allora? Com'è andata?
Chiese Edmund curioso.
-Bene, credo! Mi hanno dato un paio di idee...
Rispose raggiante.
-Quei due sono bellissimi insieme!
Aggiunse ridendo, riferendosi a Piton e Silente.
-Oh no!
Esclamò Frannie abbattuta.
-Cosa c'è?
Chiese preoccupata Margaret, che ormai era atterrita e di malumore.
-È entrato il prefetto Corvonero, ci siamo persi di nuovo come si chiama! Sarei dovuta stare più attenta!
Laetitia sbuffò.
-Si chiama...
-Scherzavo Laets, scherzavo... non mi interessa. E comunque non me lo ricorderei.
La ragazza scosse la testa, infastidita. Edmund ridacchiò, dando una gomitata all'amica.
-Bene, noi andiamo a farci un giro! Ci vediamo a pranzo, ragazzi!
Esclamò Jasmine, afferrando il compagno per un braccio e trascinandolo in cortile. Margaret sbuffò, guardava il soffitto con aria vuota.
-Avanti Mag, sembra che stia andando al patibolo!
Disse Frannie dandole una pacca sulla spalla.
-Guarda me, sono la prossima, eppure sono fresca come un fiorellino!
-Tu almeno hai dormito...
Borbottò l'altra, giocando con una ciocca di capelli.
-È più facile a dirsi che a farsi, vedrai!
La consolò sorridendole Edmund. Tony e Aurora si confrontavano col gruppo di Tassorosso, lui si voltò un istante verso i Serpeverde e fece un cenno a Frannie, che ricambiò felice. Fred e George schiamazzavano sempre più forte, la McGranitt aveva aumentato la frequenza delle occhiatacce e a breve li avrebbe ripresi. Dopo qualche minuto il Corvonero uscì, non aveva l'aria troppo convinta. Piton si alzò.
-Firwood, Francine Marie.
I gemelli risero, lei li congelò con lo sguardo.
"Perché devono usare il nome intero?"
Pensò. La ragazza fremeva dall'eccitazione.
-Vai Fran!
Le sussurrò Edmund, e Margaret le strinse il braccio un istante, per comunicarle la sua vicinanza. Tony le fece un cenno di saluto e lei, armata di coraggio, salì. Quando arrivò, Silente la accolse con un sorriso.
-Questa è Frannie Firwood, signor preside. La ragazza che è stata a Uagadou. Forse si ricorderà...
-Che ho dovuto firmare una montagna di moduli per il periodo che è stata via? Cielo Severus, certo che mi ricordo... sono vecchio ma non così rimbambito!
Si voltò verso la ragazza e le porse un sacchetto di carta.
-Accomodati, prego cara. Api frizzole?
Lei si sedette e alzò le spalle, a suo agio.
-Perché no? Grazie!
Ne afferrò un paio e se le mise in bocca. Il vecchio sospirò.
-Ah, mielandia. La mia debolezza!
Piton tossicchiò.
-Oh, Severus! Che sbadato! Ne vuoi un po' anche tu?
Il volto di Piton era di una sfumatura un po' più gialla del solito. Fece una smorfia. Frannie trattenne a stento le risate.
-No, signore. Forse dovremmo iniziare il colloquio...
-Il colloquio? Ma è già iniziato! C'è la signorina Firwood, non vede?
Piton sospirò, e parlò come se non lo avesse sentito.
-Per caso hai già qualche idea riguardo al tuo futuro, Firwood?
Lei si illuminò.
-Eh? Oh, certo!
Prese il volantino dalla tasca della divisa e lo strinse. Il professore sorrise, restando comunque un po' inquietante. Quando Severus Piton sorrideva sembrava sempre uno squalo.
-Bene, finalmente! È la prima oggi che ha un minimo le idee chiare.
Frannie, che sapeva che sino al giorno prima non aveva avuto la più minima idea, benedì mentalmente Edmund.
-Mi piacerebbe... mi piacerebbe la cooperazione magica internazionale.
Azzardò lei, porgendo l'opuscolo. Silente lo afferrò, arzillo.
-Ma è fantastico! Sei già iniziata verso questo tipo di carriera, non è così?
-Beh... più o meno. Conosco già il numero di lingue sufficienti e ho diversi contatti regolari con studenti di Uagadou. Immagino che...
-Essere compagna di stanza della principessa di Agrabah aiuterebbe.
Lei esitò.
-Non la avevo mai vista da questo punto di vista ma sì... immagino di sì.
-Vediamo su cosa dovresti focalizzarti sui GUFO...
Disse Silente girando il volantino. Per leggere si tolse gli occhiali a mezzaluna e si infilò una montatura giallo canarino, a pois rosa. La ragazza era estasiata.
-Dovresti prendere almeno Oltre ogni previsione in astronomia e in divinazione, quest'anno. E ottimi voti in Difesa contro le arti Oscure, Babbanologia e incantesimi, per passare ai MAGO.
-Non vado tanto forte in babbanologia.
Sospirò, guardandosi le scarpe.
-Confido che ti impegnerai al massimo, come sempre.
Borbottò a mezza bocca Severus.
-Ovviamente.
Rispose pronta, cercando di non sorridere orgogliosa.
-Molti hanno problemi con divinazione. Tu come ti trovi?
Chiese Silente, sollevando gli occhiali con la mano per guardarla in faccia. La professoressa Cooman mieteva molte vittime, non perché fosse severa ma perché nessuno riusciva mai a capire con che criterio desse le sue valutazioni.
-Oh, benissimo. Ho un'immaginazione molto fervida.
Si lasciò scappare, vergognandosi l'istante dopo. Le sue guance si tinsero di rosso, ebbe paura che la avrebbero buttata fuori. Invece, il sorriso di Piton si allargò, mentre il preside non fece una piega. Uno dei quadri alle sue spalle, che sinora erano parsi disinteressati alla loro conversazione, ridacchiò.
-Comunque sia non penso che incontrerai difficoltà. Hai già, paradossalmente, un discreto curriculum. Migliore di molti altri che ho visto. E tua madre lavora al ministero, mi pare. Mi sbaglio?
-No signore, è così.
-Bene, bene. I dipendenti ministeriali tendono a dare molta considerazione alle richieste di chi ha già familiarità con il ministero. Non che tu ne avresti bisogno, ma è sempre una mano in più. Mi sento di sbilanciarmi e dirti che puoi stare tranquilla. Prendendo i GUFO e i MAGO giusti, ovviamente. È molto, molto, importante.
Lei annuì.
-Continuerai con pozioni? Non è tra i MAGO richiesti.
La interrogò il professore, alzando un sopracciglio.
-Assolutamente sì. Mi piacciono le pozioni.
"E devo aiutare Edmund. Se lascio la classe quello mi ammazza!"
-Bene. Perché hai talento, e mi piace quando gli studenti non sottovalutano la nobile arte delle pozioni.
-Oh no, non la sottovaluto. Per niente.
Balbettò lei, confusa ma abbastanza sicura che stesse andando bene.
-Direi che possiamo concludere, dunque. Come la vedi, Severus?
Lui ci pensò un istante.
-Sì. È tutto.
Disse tra i denti, e Frannie si alzò. Scese le scale quasi di corsa con un sorriso stampato in faccia. La McGranitt chiamò Johnson, Angelina, ma Frannie la ignorò. Aveva intercettato Tony, che sarebbe stato subito dopo la Grifondoro. Saltando nel corridoio corse per prima cosa da lui, prendendogli le mani.
-Buona fortuna. Andrai benissimo!
Gli diede un bacio sulla guancia e il ragazzo rimase interdetto.
-Gr... Grazie, Fran.
Poi andò da Margaret, facendole l'occhiolino. La prese per le spalle.
-Sono adorabili. Non hai assolutamente niente di cui preoccuparti!
Margaret non sembrava molto convinta, e se c'era un modo con il quale non avrebbe mai descritto Silente e Piton insieme era proprio "adorabili". Raccontò ai suoi amici del colloquio, mentre Angelina sosteneva il suo.
Subito dopo la Sprite chiamò squillante:
-McMartian, Anthony!
E lui si era avviato, un po' teso, per le scale. La donna lo aveva seguito.
-Qualcuno vuole api frizzole?
Fu la prima cosa che chiese Silente, quando entrarono nella stanza.
-No, grazie mille signore.
Rispose il ragazzo, restando fermo in piedi davanti al tavolino. La Sprite ne prese un pugno e cominciò a mangiare. Diede una sonora pacca sulla spalla dell'alunno e si sedette accanto al preside.
-Accomodati pure, caro.
Disse, conoscendo il ragazzo e sapendo che non si sarebbe mai seduto senza invito. Infatti, finalmente, prese posto anche lui. Silente sorrise.
-McMartian, eh? Interessi un po' vari, a quel che ho sentito. Erbologia, aritmanzia, storia della magia... peccato per divinazione! Davvero un peccato!
Lui arrossì.
-Oh, è davvero un ottimo studente. Mai un ritardo, in cinque anni! E ottimo rendimento! Dovrebbe continuare come erbologo, io glielo dico continuamente!
-Troppo gentile...
Disse Tony sorridendo, scuotendo la testa.
-Fa il modesto, ecco cosa! Glielo dico io, signor preside, si fidi!
Silente rise.
-Mi fido Pomona, mi fido! Ma il punto non è in cosa è bravo, domanda che, mi sembra di aver capito, richiederebbe una lunga risposta. Il punto è: cosa vuole fare?
Lui tossicchiò.
-Ehm, già. Bella domanda. Credo che mi piacerebbe lavorare al San Mungo.
-Credi?
Chiese Silente, togliendosi gli occhiali e guardandolo negli occhi.
-Beh, mi piacciono tante cose. Tempo fa avevo il sogno nel cassetto...
Guardò i due come se non sapesse bene cosa dire, poi si decise
-...di dedicarmi alla storia della magia. Ma penso che quello potrebbe restare anche un hobby. Restare a Hogwarts tutto l'anno, lontano da tutti... e poi c'è sempre il professor Rüf...
Silente continuò a guardarlo, senza interromperlo.
-Anche fare l'auror non mi dispiacerebbe. Però non so se fa per me completamente... non sono sicuro.
-E invece il San Mungo fa per te?
Chiese il mago, cercando di farlo ragionare
-Beh, sì. Pensando a quel che chiedono, soprattutto. Pozioni, aritmanzia, difesa, incantesimi... erbologia.
Concluse, guardando la professoressa, che sorrideva confortante.
-Lei cosa ne pensa?
Chiese il ragazzo, guardando il vecchio che aveva davanti.
-L'importante non è quello che penso io. Ma quello che pensi tu, giovane amico.
-E se volessi sapere cosa ne pensa lei?
-Beh, immagino che le direi che sarebbe un ottimo guaritore. Un ottimo auror. E un ottimo insegnante. Non importa cosa sceglie, mi sembra un ragazzo che si impegna, la dote migliore per riuscire nei propri obiettivi.
-Dove ti vedi tra dieci anni, mio caro? Qui? Al ministero? Al San Mungo?
Chiese la donna, apprensiva. Lui si figurò gli scenari. Stavolta non aveva dubbi.
-Al San Mungo.
Rispose senza pensarci.
-E allora l'ospedale di Londra tra qualche anno avrà guadagnato un ottimo guaritore. E ricordati, una volta che hai imboccato una strada, non guardarti più indietro. Fidati delle tue scelte. Forse ora non te ne accorgi, ma ti conosci più di chiunque altro. Sai cosa è meglio per te.
-Grazie signore.
-Per ora hai tutti voti in regola, tranne pozioni. Il professor Piton non accetta per i MAGO alunni sotto il livello "Eccezionale". Confido che nei mesi che ti restano saprai portarti in pari.
-Assolutamente sì, signore.
-Ce la farai, non temere.
Commentò la Sprite, sorridendo dolcemente.
Silente sospirò e fece un mezzo sorriso.
-Sai, mi ricordi qualcuno. Qualcuno che conoscevo... anche lui era indeciso tra essere guaritore e auror.
Tony lo guardò con la fronte aggrottata ma sorridendo.
-Signore?
-Il tuo bisnonno. Era incredibilmente educato. Neanche lui si sedeva mai senza un invito ad accomodarsi. Davvero delizioso. L'educazione è una dote molto rara che si sta perdendo negli anni. Non ero ancora preside allora... al momento del suo colloquio... ero l'insegnante affidato a Gridondoro, l'avevo accompagnato come la professoressa Sprite ha fatto ora con te. Sai qualcosa della storia della tua famiglia, caro?
Il ragazzo alzò le spalle.
-I McMartian...
-Oh, non sto parlando dei McMartian, ragazzo.
-Allora ci deve essere un errore. Mia madre non è una strega, ed è francese. Nessun suo parente può aver studiato qui.
-Non sto parlando neanche della famiglia di tua madre. Hai mai sentito parlare di tua nonna paterna? Sai qual era il suo cognome da nubile?
Tony si illuminò. Silente allargò il sorriso. I suoi occhi vagavano tra i ricordi.
-Ho conosciuto zio Newt. È il prozio di mio padre, credo. Il fratello di mio bisnonno, non è vero?
-Era un ragazzo molto brillante. Theseus. Alla fine ha deciso di intraprendere la carriera di auror, non poteva essere più azzeccata, glielo dissi. Anche se ho l'impressione che avrebbe fatto il guaritore splendidamente. Era un ragazzo diligente e preciso. Educato oltre il verosimile, come ti ho già detto. Ha fatto carriera molto in fretta. E spesso, proprio come fai tu, ha dovuto badare al fratellino, la testa calda. Newt, proprio quello che hai conosciuto tu. Un altro mio caro amico, una vecchissima conoscenza. Ho sentito che se la passa ancora abbastanza bene.
Tony annuì. Il prozio era vecchio, molto vecchio, ma da quanto ne sapeva lui ancora parecchio arzillo.
-Mi hanno aiutato molto per una questione importante, erano tanti anni fa. Tutti e due. Poi Theseus ha avuto una figlia, tua nonna, anche lei ha studiato qui. E poi tuo padre. E ora, tu. Nessuna di queste persone ha avuto problemi a inserirsi nel mondo magico, Tony. E tu... tu me lo ricordi, in un certo senso. Non avrai problemi. Devi solo ricordarti di essere fedele a te stesso e scegliere quello che davvero vuoi. L'unica cosa che rischi è di essere infelice.
Il ragazzo aveva le labbra socchiuse, fissava il preside senza parole. Dopo qualche lungo istante, annuì.
-Sì signore.
-Puoi andare, grazie di essere venuto.
-Grazie a voi.
Rispose lui, ricambiando il sorriso. Scese le scale con calma, voleva un po' di tempo per elaborare l'esito del colloquio. Quando spuntò, Frannie fu la prima ad avvicinarsi.
-Allora? Com'è andata?
Il ragazzo aveva un sorriso luminoso e una strana fiamma nello sguardo.
-Benissimo. Io... ho deciso. Davvero, stavolta. Ma dovrò studiare pozioni per il resto dell'anno!
Rispose, grattandosi la testa pensieroso.
-Studierai con noi, allora!
Gli disse, sfregandogli una mano sulla schiena.
-Grazie. Molto volentieri.
Poi si voltò verso Aurora.
-Vuoi che ti aspetti o...
-Sto bene Tony, vai pure. Siamo ancora in tanti qui, ho compagnia!
Rispose sorridendo.
-Bene, io vado un po' in dormitorio allora, se non ti dispiace.
-Ci vediamo in Sala Comune, allora.
Il ragazzo si allontanò, e chiamarono un Grifondoro, che sparì con la McGranitt.
-Che fai, non lo insegui Fran?
Chiese Edmund sorridendo malizioso.
-Scherzi? Vi aspetto! Voglio assistere al crollo di nervi di Margaret. E poi, in qualità di migliore amica, ho il compito formale di darvi sostegno!
-Oh, grazie Frannie.
Rispose Mag, fredda.
-Andiamo, sto scherzando! Andrà benissimo! Uscirai tutta contenta e io ti dirò "te l'avevo detto"!
Lei sbuffò scettica.
-Comunque anche io sono un po' nervoso.
Borbottò Edmund, incrociando le braccia.
-Tranquillo Pevensie, il tuo colloquio sarà una palla come quello di tutti gli altri!
Disse una voce dietro le loro spalle.
-Come quello del tuo fratellino perfettino...
-...e quello della tua sorellina perfettina...
-...l'unica su cui riponiamo speranze è l'amica di Ginny...
-...quella sì che sembra una a posto!
I gemelli si erano avvicinati sorridendo al gruppetto. Laetitia si mordeva le labbra con nervosismo, parlando con Belle. Lei sarebbe stata la prossima. Quel momento, pensò lei, arrivò prima del previsto. Vitious sgambettò davanti all'entrata dello studio.
-Oaks, Laetitia!
Videro Belle stringerle la spalla per confortarla, poi sparì con il professore a seguito. Lei salì titubante, sapendo che il suo colloquio sarebbe stato diverso dagli altri, più definitivo. Alla fine quel che voleva lei era lavorare a Hogwarts. Oltre a essere un colloquio formativo sarebbe stato anche uno di assunzione. Prendere o lasciare.
-Prego, signorina! Si sieda!
Esclamò il vecchio mago, indicando la poltroncina davanti a lui. Vitious si sistemò lì accanto, sorrideva.
-Buongiorno...
La ragazza si sedette, nervosa. Non aveva opuscoli da mostrare. Il preside le sorrise confortante, sembrava quasi che sapesse.
-Oaks è una delle mie migliori studentesse, professor Silente. È capace, diligente e spesso appassionata.
Disse fiero Vitious, sgambettando seduto sulla sedia.
-Bene, bene. E cosa desideri fare nella tua vita, signorina Oaks?
Lei deglutì e arrossì impercettibilmente.
-Non so se potrò farlo, la avviso. Non se la prenda.
-Sono abbastanza sicuro, ragazza mia, che qualsiasi cosa dirà non me la prenderò.
-Io... a me... piacerebbe lavorare qui, un giorno. Io amo i ragazzi, amo la cultura... mi piacerebbe fare del mondo un posto migliore. E questo mi sembra il modo migliore per farlo. Ovviamente, capisco che non sempre sia possibile. Tanti maghi e streghe lavorano qui... io sono babbana da parte di madre, sa, potrei anche lavorare in una scuola babbana, dovendo adeguarmi...
-E che materia pensa di voler insegnare, se posso?
La domanda a bruciapelo la spiazzò.
-Pensavo ad antiche rune, per esempio. O a storia della magia.
-Cultura per amore della cultura, insomma. Molto Corvonero. Devi essere proprio fiero di lei, Filius.
Il mago annuì energicamente.
-Lo sono, lo sono eccome!
Ci fu un attimo di silenzio, in cui la vita di Laetitia le passò davanti agli occhi. Poi Silente parlò.
-Beh, direi che prima ci vorrà un po' di pratica. Ti potrei consigliare qualche amico da cui fare esercizio. Potresti passare un po' di tempo in qualche altra scuola, tanto per cominciare. In qualche biblioteca, forse. Le famiglie di purosangue più affezionate all'educazione dei propri figli hanno come buon costume quello di chiamare dei precettori per iniziare allo studio i loro bambini al di sotto degli undici anni. Mi viene in mente qualche nome che potrebbe fare al caso suo. Non vedo particolari problemi relativi a una sua ipotetica assunzione.
Ci mise un po' a processare quel che aveva sentito. Si morse il labbro e sorrise incredula.
-Da... davvero?
-Ovviamente. Prendo i miei impegni di lavoro molto sul serio.
La ragazza combatté contro l'istinto di saltargli addosso e baciarlo in fronte. Saltò invece giù dalla sedia.
-Grazie, grazie!
-Prego, e ora corri a raccontare la novità ai tuoi amici. Te lo sei meritata.
Laetitia scese come un fulmine. Vitious le arrancò dietro, e andò velocemente accanto alla McGranitt, sussurrandole una cosa all'orecchio. Lei rimase quasi impassibile, solo gli occhi le sei spalancarono per un istante qualche millimetro in più del solito. Si voltò verso Piton e la Sprite per rivelare quello che aveva appena sentito. Intanto Vitious era tornato accanto alla porta, e aveva chiamato Belle. Frannie le aveva mandato una maledizione tra le labbra, sapendo però che probabilmente il suo colloquio sarebbe andato bene. Si chiese quale sarebbe potuta essere la sua aspirazione più grande. Margaret neanche la aveva notata, perché aveva praticamente sequestrato Laetitia e la stava interrogando sulla totalità del suo colloquio. Pareva rasserenarsi alle parole della ragazza, sembrava fosse andato tutto bene, ma Edmund non poté fare a meno di notare che il suo volto stesse sbiancando lentamente.
-Davvero è stato disponibile?
-Sì, assolutamente sì!
-Quindi si può fare! Si può fare.
Diceva a sé stessa, tentando di darsi la carica. Però c'era qualcosa che non andava, qualcosa che ancora le dava una brutta sensazione allo stomaco. Non lo avrebbe mai detto nemmeno a sé stessa, ma era segretamente indispettita perché per ragioni alfabetiche l'amica era salita da Silente prima di lei. E se avesse preso l'ultimo posto disponibile? Quante probabilità c'erano che ci fossero non una ma due cattedre vacanti a Hogwarts nei due anni a venire? Molto poche, in verità. I minuti passavano. Senza che la ragazza se ne fosse resa conto, persino Parker, Peter Benjamin era entrato e uscito dal colloquio. L'ennesima chiamata di Piton la distrasse.
-Pevensie, Edmund.
Il ragazzo si alzò.
-Grande Ed!
Sibilò Frannie sfiorandogli il braccio.
-Forza!
Sussurrò Margaret a bassa voce. Lui seguì Piton lungo la scala, entrando nello studio.
-Edmund, amico mio! Siediti!
Il professore arricciò il naso. Il ragazzo era probabilmente quello che il preside conosceva meglio, a parte Harry Potter. Aveva seguito con molta attenzione i fatti di cronaca riguardo alla sua situazione familiare, e aveva già avuto qualche conversazione con lui in passato a riguardo.
-Professor Silente...
Mormorò il giovane, sedendosi nella poltroncina di fronte al mago. Piton lo osservò con attenzione.
-Vedo che le cose vanno bene, mio caro ragazzo. Per te e i tuoi fratelli. Personalmente ho apprezzato molto le tue performance di Quidditch ultimamente.
Commentò lui gioviale.
-Il signor Pevensie presta ottimi servigi alla nostra squadra, senza ombra di dubbio. Anche se dubito che la sua massima aspirazione sia lavorare per i Cannoni di Chudley.
Si intromise Piton, secco.
-Andiamo Severus, chi non vorrebbe giocare per i Cannons? Tuttavia non credo in effetti che sia la carriera preferibile per il nostro ragazzo.
-Allora le consiglio di continuare col colloquio vero e proprio.
Insistette l'uomo, severo.
-Il tuo professore oggi sembra avere una gran fretta. Ma ti prego caro, raccontami pure cosa vorresti dalla vita. Sono tutto orecchi.
Il ragazzo inspirò profondamente, sperando di non doversi vergognare delle sue parole.
-Stavo pensando di diventare un auror.
Il sorriso sul volto di Silente si allargò.
-Un auror? Fantastico!
-L'auror è uno dei mestieri più difficili a cui accedere. Servirà molto impegno, e una media invidiabile.
Si inserì Piton, guardandolo dall'alto.
-Suvvia Severus, non essere duro. Ti sei sempre vantato di Pevensie, è uno dei tuoi studenti preferiti. Non far finta di essere l'orso che non sei.
Lo sguardo che l'uomo lanciò al vecchio mago era colmo d'ira e di irritazione. Se avesse potuto lo avrebbe fulminato. Il suo volto si tinse di un giallo più sporco del solito. Edmund pensò che fosse il suo modo di arrossire. Tossicchiò nervosamente.
-Dunque... dove eravamo?
Chiese Albus tornando a guardare amorevolmente il ragazzo.
-Auror! Sentirti parlare così mi riempie di gioia. Hai deciso di darti contro la magia oscura. È sempre una gran soddisfazione vedere qualcuno così giovane lottare per la luce.
-Io credo... credo di aver bisogno di un riscatto. Credo sia per questo che voglio essere un auror.
-Riscatto, mio caro? Non ne hai bisogno, credimi. Non c’è assolutamente nulla del mago oscuro in te. Lo saprei se fosse così. Non per vantarmi, ma possiedo un certo... fiuto.
Il ragazzo approfittò dell'esca per fare una domanda che gli premeva da tanto tempo.
-A proposito. Anche di questo mi piacerebbe parlare.
I due uomini lo guardarono curiosi, Piton alzò un sopracciglio.
-Ultimamente... beh, da quando... ha capito. Mi succede qualcosa di strano. E non so se...
-Quando sei in presenza di magia oscura non ti senti molto bene. Mi sbaglio? E hai paura che questo possa privarti della possibilità di essere un auror. Possa renderti debole. Gli auror del resto entrano a contatto con la Magia Oscura molto spesso.
-Lei come...?
-Come faccio a saperlo? È abbastanza naturale, dopo essere stati a contatto a lungo con la magia oscura, sviluppare una certa sensibilità. Una sorta di allergia, se così possiamo chiamarla. Non credo che questo possa arrestare la tua carriera di auror, anzi. Ti dà un sesto senso molto utile per un lavoro come quello. E non è invalidante... ci si abitua. Diciamo che ho familiarità con la cosa.
Il vecchio gli fece l'occhiolino, e lui sentì un calore che lo pervadeva, sin dalle viscere. Sorrise.
-Sarai un grande auror, non ho dubbi a riguardo. Dovrai studiare molto, questo è vero. Sarà difficile a volte. Ma, come il nostro Severus mi ha più volte fatto presente, sei un bravo studente. Ti auguro il meglio.
-Grazie, signore.
Rispose, senza sapere che altro dire. Evitando lo sguardo di Piton, per non infastidirlo ancora di più, si affrettò a scendere. Avrebbe raccontato alle sue amiche del colloquio, magari omettendo qualche particolare. E ai suoi fratelli, ovvio. Scese le scale di fretta, seguito dal professore. Quando uscì nel corridoio, volò dalle amiche con un sorriso radioso in volto. La visione fece dimenticare per un attimo a Margaret che quello era segno che il suo turno era finalmente arrivato.
-Rosander, Margaret.
Piton interruppe freddamente il suo flusso di pensieri. Si congratulò ancora con Laetitia, Edmund e Frannie la salutarono augurandole buona fortuna. Quando si affacciò nello studio del preside, si sentì improvvisamente in pace. Del resto era impossibile sentirsi ansiosi con quell'amabile mago dagli occhiali gialli e viola.
-Buongiorno, signor preside.
-Prego, accomodati. Severus...
Silente era uno dei pochissimi a Hogwarts che poteva vantarsi di chiamare per nome il professore di pozioni, e Margaret era sempre colpita della naturalezza con cui lo pronunciava.
-Margaret Rosander, uh? Gradisci api frizzole? Bastoncelli di liquirizia? Lamponi ripieni? Attenta ai bastoncelli, sono piuttosto incattiviti nell'ultimo periodo.
Piton alzò gli occhi al cielo, Margaret prese un lampone ripieno borbottando un grazie. Sentiva che il professore voleva metterla a suo agio. L'uomo sfogliava un albo abbastanza grosso, presumibilmente la lista degli studenti con il loro rendimento scolastico. Infatti alzandosi gli occhiali disse
-Vedo che abbiamo un'ottima media, Rosander. Davvero ottima. Hai già pensato a cosa farne?
Quando lo chiuse, Margaret notò che sulla copertina spiccava il faccione di Brontolo, uno dei sette nani .
-Il professor Piton mi ha parlato talvolta di te. So che sei babbana di nascita.
Lei sgranò gli occhi non capendo il senso dell'affermazione, il mago continuò.
-Vorresti proseguire la carriera nel mondo magico o tornare a quello babbano? Fossi in te non rinuncerei a questa buona condotta, ma ovviamente la scelta è tua.
La ragazza sospirò di sollievo. Sembrava che Silente non avesse il minimo problema coi nati babbani, proprio come si diceva di lui.
-Sono molto interessata alla storia della magia.
Rispose lei, sicura di sé.
-Mi piacerebbe una carriera in questo senso. Qui a Hogwarts, magari. Non ho come priorità quella di tornare al mondo babbano, ma se capitasse non ne farei un dramma. Penso di poter riuscire a trovare un posto per me anche lì.
Piton fece una piccola smorfia . Margaret non la notò, Silente la ignorò.
-Storia della magia hai detto? Beh è già da un po' che medito di trovare un sostituto al professor Rüf. Insegna nel castello da tanto, troppo tempo.
La ragazza sorrise incredula.
-Tuttavia,
Continuò,
-Devi sapere che non accetto candidati senza esperienza. Soprattutto per materie come storia della magia ci vuole un periodo di ricerca approfondita. Ci sono tanti posti che potrebbero fare al caso tuo, uno di questi anche la nostra biblioteca… ti fornirò una lista completa alla fine del tuo settimo anno. Sempre che tu non avrai cambiato idea.
-Lo escludo, signore. È da troppo tempo che desidero lavorare qui. Non cambierei mai idea.
Lui sorrise.
-Mi piace la tua determinazione. Sai, il professor Piton qui presente era molto giovane quando venne da me a chiedere un lavoro. Non giovane quanto te, ma molto giovane. Senza dubbio ricordi quel giorno, non è così Severus?
L'uomo si morse le labbra, ma lo sguardo rimase impassibile.
-Ovviamente.
Rispose, gelido.
-Ma sì, si capisce. Hai fatto bene a espormi il tuo desiderio così presto. Vedrò di prepararmi al tuo arrivo con largo anticipo. Spero che il tuo rendimento scolastico non cali sino ad allora.
Ormai lei aveva gli occhi fiammeggianti. Non poteva deluderlo.
-Non lo farò.
-Bene. Riguardo alle materie che dovresti continuare... direi che possiamo iniziare a tagliare aritmanzia, divinazione, pozioni... confido che il professor Piton rimanga al mio servizio ancora a lungo.
-Già. È possibile.
Sibilò lui, con aria assente. Se Margaret non avesse saputo per certo che Piton era incapace di provare emozioni lo avrebbe definito turbato, distratto. Silente continuò.
-Sicuramente in storia della magia, rune antiche e incantesimi bisogna che prenda una E, ma immagino tu lo sappia già. Apprezzerei molto continuassi con trasfigurazione e difesa contro le arti oscure, ma da quel che vedo non sono materie che ti danno particolari problemi.
-Benissimo. Farò quello che mi ha detto.
-Perfetto. Ci risentiamo tra due anni, allora. La terrò d'occhio.
-Grazie, signore. Arrivederci, signore.
Stava per andarsene, quando esitò.
-Signor preside?
-Sì, cara?
-Bel quaderno. Io amo Biancaneve.
Piton aggrottò le sopracciglia, Silente sorrise.
-Chi non la ama, Rosander? Chi non la ama?
Margaret uscì a passo svelto, non vedeva l'ora di raccontare il suo colloquio ai suoi amici. Piton restò indietro qualche istante.
-Dovresti imparare a lasciare indietro il passato, Severus.
-Sa bene che non apprezzo che si parli di quel giorno.
-E fai male. Dovremmo sempre ripensare ai nostri sbagli, ci aiutano a crescere.
-Le assicuro che ci penso già abbastanza di mio.
I due uomini si guardarono in silenzio per un attimo, poi Piton parlò.
-Due assunzioni in un giorno solo. È sicuro di quello che sta facendo?
-Penso di saper ancora scegliere i miei insegnanti, Severus. Non ho problemi a rifiutare un posto a chi non lo merita. L'ho fatto in passato e ne pago ancora le conseguenze.
-La scuola è sua, sue le regole.
Liquidò l'uomo, uscendo dallo studio. Sulle scale incontrò la professoressa Sprite e Aurora, le superò senza salutare.
-Allora?
Frannie le chiese, afferrandola per le spalle. Edmund sorrideva ancora come quando lei era entrata, e la guardava curioso. Il suo cuore batté più forte.
-È andata benissimo! Bacerei Silente!
Esclamò, abbracciando l'amica.
-È troppo vecchio per te, Mag!
Rise Edmund ridendo.
-E soprattutto, è gay.
Concluse distrattamente Frannie.
-È gay?!
Chiese Mag, sconvolta.
-Ma dai, è così ovvio!
Gli altri due scossero la testa. Separandosi dalla stretta, Margaret aveva gli occhi lucidi.
-A quanto pare tra qualche anno avremo un auror, un'ambasciatrice e un'insegnante.
Disse Edmund battendole una mano sulla spalla.
-Esaudiremo i nostri sogni.
Esclamò Margaret, sognante.
-Puoi giurarci che lo faremo! Tutti e tre. Siamo andati alla grande!
Rispose Frannie, decisa.
-Adesso dobbiamo solo superare i GUFO e i MAGO...
Aggiunse Margaret titubante. Edmund fece una smorfia.
-Cavolo Mag, facci stare sereni almeno per oggi! Siamo assolutamente nei tempi!
Borbottò Edmund, guardandola infastidito.
-Avete visto, ragazzi?
-Proprio come avevamo detto...
-...il club dei secchioni!
-E state già pensando ai GUFO!
I gemelli ridacchiarono, guardandoli di sottecchi.
-Ehi non esageriamo adesso! Margaret sta pensando ai GUFO! Io e Ed ci stiamo solo celebrando.
Rise Frannie, guardandoli avvicinarsi.
-Già. L'autocelebrazione...
-...mestiere che ai Serpeverde viene benissimo!
Margaret arricciò le labbra, ma gli altri non poterono che assentire.
-Ah, questo è vero!
Ammise Edmund, scuotendo la testa.
-Tra poco è il vostro turno! Non siete minimamente turbati?
Chiese Margaret, che ancora non poteva crederci.
-Turbati noi?
-Per una cosa del genere?
-Per chi ci hai preso?
-Ci riteniamo mortalmente offesi!
In quell'istante, una giovane Grifondoro si affacciò nel corridoio. A Edmund si congelò il sorriso sul volto.
-Ehi Katie! Che ci fai qui? Non hai lezione con Lupin?
Chiese uno dei gemelli, cordiale. Lei arrossì leggermente.
-È finita prima. Sono passata a vedere come andavano i colloqui.
Disse titubante. Margaret e Frannie si guardarono dubbiose.
-Stanno andando benissimo. Grazie.
Rispose sbrigativo Edmund, guardandola con fastidio. Lei si fissò improvvisamente la punta delle scarpe.
-Ok, ma non era per... passavo di qui e... non fa niente.
Si allontanò in tutta fretta. I gemelli Weasley ridacchiarono. Le due ragazze li fissarono con sospetto.
-Devo... devo andare. Ci vediamo a pranzo.
Balbettò Edmund, affrettandosi nella direzione verso cui si era allontanata la ragazza.
-Che ti prende? Cosa ci eravamo detti? Non nel castello! Non. Nel. Castello.
Lo sentirono sbraitare, probabilmente a voce più alta di quello che pensava. Margaret diventò scarlatta, Frannie alzò gli occhi al cielo.
-Aaaaah, l'amore!
Esclamarono i gemelli, in tono parodisticamente sognante. Nel sentire quella frase Mag si rese conto di non aver pensato a Hans nemmeno una volta da quando i colloqui erano iniziati. Anche dopo che il suo era finito le uniche persone a cui aveva avuto il pensiero di dirlo subito erano state i suoi compagni. Si diede della stupida. Intanto Piton e Vitious se n'erano andati. Gli unici colloqui che mancavano erano con la McGranitt. Nel corridoio restavano lei, a parecchi passi dai ragazzi, e il quartetto Fred - George - Frannie - Margaret. La Sprite e Aurora uscirono, e si allontanarono entrambe.
-Vado a cercare Hans. Devo raccontargli come è andato il colloquio.
Mormorò Mag, che non sapeva perché si sentiva così male. La McGranitt si alzò.
-Weasley, Fred.
Uno dei due gemelli si allontanò con lei verso lo studio. Erano rimasti solo George e Frannie.
-In realtà sono io Fred...
Disse ridacchiando il ragazzo restante.
Quando l'altro entrò nello studio, si sedette con un sorriso sornione. Silente lo guardò beffardo.
-Allora Weasley, direi...
Cominciò la donna, ma il preside la interruppe.
-Prima di ascoltare quella che son sicuro sarà un'introduzione coi fiocchi, Minerva, devo informarti che il ragazzo qui presente non è il signor Fred Weasley, ma il gemello.
George non sembrò affatto intimorito dall'essere scoperto, anzi spalancò la bocca e gli occhi con ammirazione.
-Come ci è riuscito? Neanche nostra madre ci riconosce!
L'uomo sorrise.
-Ho i miei metodi.
Disse, per nulla arrabbiato. Lo stesso non si poteva dire della McGranitt, che aveva un sopracciglio così alzato che sfiorava quasi la base del suo cappello. Lo guardò con somma disapprovazione.
-Deduco, dato che avete deciso di scambiarvi di identità, che i vostri piani per il futuro siano quantomeno simili.
-Sono gli stessi, signore. Io e mio fratello desideriamo metterci in proprio.
-Splendido! Allora Minerva, vai pure a chiamare l'altro signor Weasley. Pare che finiremo prima del previsto.
La donna strinse le labbra in una fessura.
-Sì signore.
Quando si affacciò nel corridoio, Fred e Frannie chiacchieravano allegramente.
-Vieni. Adesso.
Abbaiò la donna, e lui fece una smorfia colpevole.
-Beh, ti devo lasciare, Firwood. Ci vediamo a pranzo.
-Buona fortuna, Fred...
Lo salutò lei, incerta. Non sarebbe voluta essere nei suoi panni. La McGranitt arrabbiata era tra le cose più spaventose del mondo. Intanto il preside, con un gesto fluido della bacchetta, aveva duplicato la sedia degli ospiti.
-Wow!
Esclamò Fred, ammirando gli infiniti gingilli nello studio del preside.
-Signor Weasley, accomodati, prego!
Il ragazzo si sedette, George gli batté il pugno.
-Allora... come tuo fratello mi stava raccontando or ora, avete deciso di aprire un business.
-Sì, signore.
-È un campo che mi incuriosisce molto. Sono sempre stato una frana nel vendere le cose. Di cosa vorreste occuparvi, esattamente?
-Ci occupiamo di tutto! Incantiamo oggetti, per fargli fare cose impensabili...
-...li trasfiguriamo, per creare un effetto sorpresa...
-...creiamo pozioni semplici, ma utili...
-...rivendiamo materie prime, come la polvere buiopesto peruviana...
-...ci diamo da fare!
-Ci piace, e noi piacciamo!
La McGranitt sbuffò. Silente sorrise.
-Oh, non lo metto in dubbio. Il signor Gazza non manca mai di informarmi sulle vostre, ehm, avventure commerciali... ma veniamo al dunque. Una carriera come la vostra necessita di un bel po' di allenamento, non credete?
I due si guardarono confusi.
-Noi crediamo che la scuola non sia il posto migliore dove prepararci per la nostra carriera...
-...non ci fraintenda, lei è forte...
-...ma a noi piace fare a modo nostro...
-...la miglior scuola in questo è la strada...
-...conosciamo il pubblico, sperimentiamo...
-Vedo che siete molto convinti per la vostra strada, ma lasciate che vi dica una cosa: state sottovalutando il ruolo che può avere Hogwarts in tutto questo. Non guardatemi così, pensateci bene! Tanto per cominciare dovreste applicarvi in pozioni, il professor Piton potrebbe trasmettervi tante conoscenze utili... per non parlare di trasfigurazione e incantesimi... perché rinunciare a imparare qualcosa che potrebbe esservi così utile per perfezionare il vostro lavoro? Anche rifiutare in ogni modo di imparare è un obbligo, ma un obbligo più stupido di quelli che amate evitare: un obbligo inutile di voi stessi per voi stessi. Rifiutando la scuola in questo modo, invece che lavorare meno, rischiate di lavorare di più.
I ragazzi rimasero in silenzio per un attimo, confusi. La McGranitt scosse la testa. Sapeva che quelli non avrebbero mai seguito una lezione con interesse. Erano parole buttate al vento.
"O forse no?"
Pensò, con un lampo di fiducia.
-E ora andate, vi ho già rubato abbastanza tempo. Buona fortuna.
I due si accomiatarono, cercando di fare il baciamano alla professoressa, che li incenerì con lo sguardo. Quando se ne andarono il corridoio era vuoto. La strega restò nell'ufficio del preside, lo guardò indecifrabile.
-Quei ragazzi andranno lontano Minerva, credimi! Hanno la stoffa.
Lei sospirò
-Lo so. Me li ricordano così tanto, lo sa? Potter, Lupin… i loro amici…
-Mi stupirei del contrario, mia cara.
-Quando si scoprì di Black fui la prima a rimanere sconvolta.
-Me lo ricordo. Quei ragazzi ti facevano impazzire, ma gli volevi bene.
-Sì. Gliene volevo. Non avrei mai immaginato che…
Lei esitò.
-Signor preside?
-Sì?
-Crede che Black entrerà ancora?
-Non lo so. Ma ho la sensazione che tutto tornerà a girare per il verso giusto.
Intanto Edmund e Frannie erano in Sala Comune. Margaret stava facendo un giro con Hans, mentre loro aspettavano il pranzo, che ci sarebbe stato a breve. Erano entrambi contrariati.
-Non mi hai detto niente. Perché?
Chiese la ragazza, accarezzando distrattamente Arcobaleno.
-Non ti ho detto niente perché non c'è niente.
-A me quello non sembrava niente.
-Pomiciamo ogni tanto, tutto qui.
Borbottò, diventando rosso.
-Da quanto, esattamente?
-Non tanto. Qualche settimana, forse.
Lei sospirò.
-Sono tua amica. Mi fa piacere sapere quello che provi.
-Non provo niente, te l'ho detto! Non c'era niente da dire! Ora lo sai.
-Ti tratta bene?
Chiese lei frettolosa. L'altro sorrise. L'amica era sempre stata protettiva nelle sue vicende sentimentali .
-Assolutamente sì. È lei che dovrebbe preoccuparsi. A volte sono proprio uno stronzo.
Frannie gli spazzolò i capelli con la mano.
-Cavolo, sì che lo sei! Se ti può consolare, lo siamo entrambi.
Lui rise.
-Già. Un auror e un'ambasciatrice, eh?
-Sì amico. Proprio così.
La porta della Sala si aprì, e Margaret e Hans entrarono, tenendosi per mano. Lei raggiunse i due amici, Edmund tossì nervoso e Frannie gli passò il braccio intorno alle spalle, come per fargli capire che era dalla sua parte. Hans si diresse verso il suo dormitorio, dopo averli salutati con un cenno. Mag aveva una voglia matta di chiedere a Edmund di Katie, ma si morse la lingua. Non voleva che pensasse che le importava.
"Perché NON mi importa."
Pensò, cercando di autoconvincersi.
-Beh, come è andata?
Chiese Frannie, sorridendo.
-Bene. Tutto bene. Al solito
Rispose, alzando le spalle. Non sembrava molto convinta.
-Non siete stati in giro a lungo, oggi.
Commentò Frannie.
-Già, beh, eravamo entrambi un po' stanchi.
-Andiamo a pranzo? Ho proprio fame.
Si intromise Edmund, desideroso di cambiare argomento.
-Certo!
Esclamò Fran, che come sempre non vedeva l'ora di andare a mangiare. I tre si diressero verso la Sala Grande. Jasmine e Aladdin erano già lì. Qualcun altro li aspettava al tavolo dei Serpeverde.
-Ed! Com'è andata?
Susan e Peter lo guardarono arrivare, lui arrossì.
-Bene... normale...
-È modesto... è andata benissimo! Ha spaccato!
Esclamò Frannie, dandogli una pacca sulla spalla.
-Sta esagerando.
Rispose lui, scuotendo la testa.
-Allora? Cos'hai deciso?
Chiese Susan, che non stava nella pelle. Lui, sentendosi alle strette, confessò. Intanto Margaret e Frannie avevamo raggiunto Jasmine sulla panca. Il cibo sarebbe apparso a momenti.
-Auror. Credo. L'idea è quella.
-Auror?
Chiese Peter, strabuzzando gli occhi.
-Ma Ed, è pericoloso!
Abbaiò Susan, sconvolta.
-Che esagerazione! Lo fa un sacco di gente.
Li liquidò lui con un gesto della mano.
-Non tanta quanto pensi.
Borbottò Peter, a bassa voce.
-Che problemi hai? Volevi farlo anche tu!
-Io sono io, e tu sei tu, cosa c'entra?
-Stai dicendo che tu ne saresti in grado e io no?
Prima che la situazione si scaldasse, Susan intervenne:
-Non sta dicendo questo Ed, soltanto che...
-Lasciamo perdere, ok? Il colloquio è andato bene, non fatela diventare una brutta giornata. Non ho voglia di discutere. Con permesso...
Il giovane Serpeverde li spinse via e andò a sedersi. I due scossero la testa.
-Spero sappia quel che sta facendo.
Sospirò Susan.
-È in gamba. Ce la farà.
Commentò l'altro, pur con una fitta al petto. Edmund intanto si versò del succo di zucca nel calice. Frannie e Margaret aggiornavano Jasmine dei loro successi al colloquio.
-Mi sembra di capire che siamo andati tutti a gonfie vele!
Disse la ragazza, mentre il cibo iniziava ad apparire.
-Sì, a quanto pare sì! Ma non c'è da stupirsi... siamo i migliori!
Commentò Frannie con un'alzata di spalle. Margaret scosse la testa, mentre Jasmine annuì vistosamente.
-Hai talmente ragione! E dire che Aladdin era così nervoso! Ha avuto un colloquio bellissimo!
-Cosa pensa di fare, uscito da Hogwarts?
Chiese Edmund curioso, tentando di scacciare il pensiero dei fratelli iperprotettivi. Avrebbe parlato con Lucy, lei sì che avrebbe capito. Lei non aveva paura di niente.
-Oh, resterà a Londra per un po', come me. Faremo qualche corso al ministero. Quando torneremo potremo subito prendere il posto di mio padre... ma ci serve un po' di formazione, prima. Io farò uno stage al Wizengamot, probabilmente. Lui  entrerà da ospite  alla cooperazione magica internazionale, più o meno come te Frannie! Per i maghi stranieri a quanto pare c'è una sorta di precedenza.
-Spero non mi rubi il lavoro, allora!
Rise lei, e Jasmine scosse la testa.
-È più probabile che sarai tu a rubarlo  a lui!
-Tutti insieme al ministero quindi! O quasi...
Disse Edmund, guardando verso Mag.
-Almeno avrò le spalle coperte se farò qualche guaio... chessò... trasfigurare un alunno in un posacenere magari!
Rispose Mag.
-Già, o appendere qualcuno per gli alluci come Gazza, alla vecchia maniera!
Commentò Frannie, mettendosi le patate in verde nel piatto, accanto al petto d'anatra.
-Nel caso puoi sempre espatriare! Noi non ti arresteremo!
Commentò Jasmine, battendole una mano sulla spalla.
-Già, se non la trova Silente per farla fuori!
Aggiunse Edmund, ridendo. A Frannie si illuminarono gli occhi.
-Forza, mangiate! Dobbiamo andare in Sala Comune prima della fine del pranzo!
-Cosa? E perché?
Chiese Mag, guardandola stranita.
-Perché lo dico io.
Rispose, sorridendo ammiccante.
-Forza, forza!
Edmund alzò gli occhi al cielo, ma iniziò a masticare con più velocità. Anche Jasmine e Margaret si sbrigarono  e decisero di portare il dolce in Sala Comune, e mangiarlo con più calma di là. Ormai erano tutti in Sala Grande, mangiavano. Nessuno o quasi fece caso al quartetto che usciva di soppiatto dalla stanza. Malfoy alzò la testa, guardò i ragazzi passare e si appuntò mentalmente di chiedere a Frannie come fosse andato il colloquio. Bene, molto probabilmente. Anche Peter li guardò uscire con la coda dell'occhio, e così Tony sempre dal tavolo Tassorosso. Dal fondo della Sala Remus Lupin fissò con interesse gli studenti che uscivano a un'ora così prematura.
-Allora? Che dovevi farci vedere?
Sibilò Edmund, adagiandosi sul divano, seguito dalle altre due.
-Datemi un attimo.
Sussurrò lei, elettrizzata. Erano soli, tutti gli altri stavano ancora finendo di mangiare. La ragazza tornò l'attimo dopo con quattro bicchieri e una bottiglia piena di liquido scuro.
-Che cos'è?
Chiese Margaret, alzando un sopracciglio. Edmund sorrideva.
-È brandy . L'ho conservato per un occasione come questa.
Mentre passava i bicchieri ai suoi amici sussurrò
-Glacius.
E il fondo della bottiglia che teneva in mano cominciò a raffreddarsi. Versò il liquido a tutti nei bicchieri.
-Non è un po' presto per il brandy?
Mormorò Margaret, fissando il bicchiere con aria poco convinta.
-Oh, sciocchezze. È il momento giusto. Abbiamo appena scoperto che i nostri sogni diventeranno realtà.
-Sempre se prendiamo voti buoni ai GUFO...
Continuò lei. Gli altri tre sospirarono rumorosamente, e tacque.
-A noi.
Disse Jasmine, alzando il suo bicchiere.
-A noi. Non importa quel che faremo, o dove la vita ci porterà... staremo sempre insieme.
Esclamò Edmund, avvicinando il suo.
-Insieme.
Dissero tutti, in un brindisi. Poi mandarono giù la bevanda. Mag e Jasmine tossirono.
-Perché continueremo a vederci, non è vero? Verrete a trovarmi.
Chiese timidamente la ragazza.
-Certo che verremo! E anche tu verrai da noi!
Esclamò Frannie guardandola negli occhi.
-Promettetemi che non ci perderemo di vista.
Sussurrò Mag, dando un altro piccolo sorso.
-Mai.
Disse Edmund, stringendo il bicchiere.
-Mai. Ovviamente.
Concordò Frannie, sorridendole.
-Ce la faremo. E un giorno, tra qualche anno, faremo un brindisi simile a questo. E per allora avremo il lavoro dei nostri sogni. E saremo felici.
Aggiunse Jasmine.
-E io sarò sposata con Tony! E ricca. Molto ricca.
Commentò Frannie, seria. Edmund le diede una gomitata.
-E io sarò un auror. Anzi, il capo dipartimento degli auror!
Disse fiero.
-E io insegnerò qui. E starò ben attenta a non trasformare gli alunni in posacenere!
Concluse Margaret, ridendo.
-Ce la faremo. E allora brinderemo di nuovo, e ripensando a questo momento diremo a noi stessi: avevamo ragione.
Si godettero quel momento prima che gli altri tornassero dal pranzo. Erano insieme, e il futuro gli sorrideva. Questa era l'unica cosa importante.

Note autrice
Eccoci qua, abbiamo concluso i colloqui! Sono andati molto diversamente da quello di Harry con la Umbridge, che dire? Lo zampino di Silente rende tutto più bello.
A proposito di Silente... sembra che anche lui, come il nostro Edmund, sia molto sensibile alla magia oscura. Sarà per questo sesto senso che è sempre un passo avanti prima a Grindelwald e poi a Voldemort? Qualunque cosa sia, speriamo che a Edmund sia molto utile.
Piaciuti i colloqui? Pensate che le prospettive di lavoro dei nostri amici siano azzeccate con i loro caratteri?
Anche i professori sono stati un po' nostalgici oggi. Silente ha ricordato con affetto i fratelli Scamander, che a quanto pare sono imparentati con il nostro Tony. Piton si è visto di nuovo nominare il giorno del suo colloquio dal preside, giorno in cui come sappiamo tutti molto bene origliò la profezia durante il colloquio della Cooman, in fila prima di lui, e la portò a Voldemort condannando Lily. Non il più simpatico dei ricordi, in effetti. La McGranitt invece ricorda i malandrini, ispirata da Fred e George.
Margaret si sta accorgendo pian piano che non pensa ad Hans quanto potrebbe, e si sente stranamente male al pensiero di Edmund e Katie. Proprio ora però, lui sembra aver iniziato a rivolgere le sue attenzioni altrove. Come finirà?
Ricordo a tutti che anche questo capitolo esiste in due versioni, questo è scritto interamente da me, mentre quello presente su EFP, in cui succedono più o meno le stesse cose ma in modo diverso, è scritto dalla co autrice. Lo trovate nel suo account, quello di Harley Sparrow.
Dal prossimo capitolo, continueremo ad alternarci come prima.
Il prossimo venerdì vi aspetta la festa più pazza dell'anno. Un po' di amore inaspettato sboccerà, dell'altro comincerà ad appassire. Ne vedrete delle belle, ve lo assicuro.

IMPORTANTE
Nel caso in cui non lo aveste capito dalla sua cotta per Esmeralda e da varie strizzatine d'occhio presenti prima d'ora, vi avviso che il personaggio di Frannie è bisessuale e nel prossimo capitolo avrà esperienze di conseguenza. Se la cosa per qualche motivo vi dà fastidio potete saltare il capitolo e per quanto mi riguarda tutta la fanfiction perché qui voglio gente perbene e non omofobi del cacchio.
Grazie prego ciao.

This is us // YouthWhere stories live. Discover now