Vittorie dolorose

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I primi di febbraio il professor Lupin si ammalò e Piton prese di nuovo il suo posto. Fortunatamente l’ostilità contro Frannie, Edmund, Mag e Laetitia era cessata esattamente com’era iniziata: di punto in bianco. Tutti i compagni di classe dei quattro ragazzi erano rimasti interdetti da quel comportamento, tutti tranne i diretti interessati, i quali erano ormai sicuri del motivo per cui a fine gennaio erano stati così prepotentemente presi di mira. Cercarono di rimediare non facendosi più vedere per un po’ con il professor Lupin.
“Comunque è assurdo” aveva dichiarato Frannie furiosa. Impossibile non essere d’accordo, ma altrettanto impossibile ribellarsi a quella situazione.
Piton fece la sua entrata nell’aula esattamente due giorni dopo quella brutta giornata che avevano trascorso Edmund, Frannie e Mag. Edmund si era riappacificato con Mag, ma non aveva smesso di tenere il muso, soprattutto quando lei non era presente, mentre con Frannie sapeva di non dover fingere ogni volta che Westergard era nelle vicinanze, e in quei giorni sembrava esserlo decisamente più del solito; Margaret era completamente persa dietro quel ragazzo dai capelli rossi, e da un mese a quella parte, ogni volta che avevano gli allenamenti di Quidditch, era visibilmente esaltata, cosa che rendeva Edmund ancora più nervoso, perché ormai aveva capito il motivo. Proprio quella sera ne avrebbero avuto uno.
Frannie, invece, era tornata quella di sempre. La tristezza che le aveva avvinghiato il cuore per tutti i due giorni precedenti aveva lasciato lo spazio ad un quieto odio nei confronti di Daphne Greengrass, la ragazza che, a quanto pareva, aveva rubato il cuore al suo Tony. Si era ripresa in fretta, tornando la ragazza sorridente di sempre, cosa che aveva stupito Mag, la quale aveva provato a parlarle da amica, ma tutte le parole che si era studiata durante la notte passata in bianco si erano rivelate totalmente inutili quando, il giorno prima, aveva fatto uno dei suoi soliti apprezzamenti nei confronti del professor Lupin, seduto come sempre al tavolo degli insegnanti con l’aria più smunta del solito. Jasmine era l’unica la cui felicità sembrava non guastare quella di qualcun altro.

“Lupi Mannari. Mi risulta che sia nel programma del terzo anno ma dubito che il professor Raptor ve li abbia menzionati anche solo di sfuggita. Cosa sapete dirmi a riguardo?”
Piton parlò con una strana luce negli occhi quando fu davanti ai ragazzi, sconvolti per il fatto di dover vedere l’odiato professore di nuovo nel giro di un paio di giorni. Lupin doveva essersi di nuovo ammalato.
Purtroppo non aveva tutti i torti. Il professor Raptor sembrava avere paura della sua stessa ombra, di conseguenza avevano passato metà del terzo anno a fare il ripasso degli argomenti già studiati l’anno precedente, e l’altra metà a parlare di creature Oscure abbastanza innocue, come gli Avvincini. Raptor era sembrato così terrorizzato da quelle creature acquatiche che aveva trasmesso ai suoi studenti un certo timore nei confronti delle acque del Lago Nero, timore che comunque era scemato via nel giro di qualche giorno.
Mag e Laets, sedute al solito banco insieme, pregarono che non iniziasse un interrogatorio simile a quello che era toccato a loro, a Frannie e a Ed quindici mesi prima. Fortunatamente questa volta nessuno fu preso come bersaglio. Coraggiosamente alcuni ragazzi alzarono la mano e furono interpellati con freddezza, ma almeno senza l’intento di metterli a disagio.
Stranamente Corvonero guadagnò 5 punti non grazie a Laetita né grazie a Belle: Elsa, la timidissima amica di Laetitia, alzò la mano e snocciolò alla classe tutte le caratteristiche dei Licantropi.
“…Ucciderebbe il suo migliore amico se lo incontrasse” concluse con una smorfia.
“Esatto. Cinque punti a Corvonero” disse lentamente il professore prima di iniziare a dettare gli appunti.
Alla fine della lezione i ragazzi si ritrovarono con un nuovo tema da elaborare e consegnare la settimana successiva a Piton, che lo avrebbe fatto avere a Lupin dopo una correzione preliminare.
“…Ma perché non è andato avanti col programma come ha sempre fatto?” chiese Edmund mentre lui e le altre insieme ad Aladdin tornavano alla Sala Grande per il pranzo.
“Me lo stavo chiedendo anch’io” rispose Frannie pensierosa.
“Sembra che stia facendo di tutto per mettere in cattiva luce gli altri professori che abbiamo avuto fino ad ora” disse Mag.
“…Soprattutto Lupin” aggiunse Laets arricciando le labbra.
L’argomento sfumò quando il gruppo si divise per raggiungere i tavoli delle Case.
“Un altro tema per la settimana prossima… Non riusciremo neanche a goderci il fine settimana” sbuffò Mag sedendosi davanti a Jasmine e Edmund.
“Puoi passare al Piano B quando vuoi, Mag, lo sai” disse Frannie con un sorriso.
Mag sbuffò.
“Passerò al Piano B il giorno in cui Piton andrà in giro vestito di rosa, sorridente e circondato da Puffole di tutti i colori” disse con una smorfia.
“Questa la devo disegnare” disse Edmund sogghignando al solo pensiero “…Comunque guarda che non ti becca nessuno se lo fai una volta!”
Sapeva che con Mag era una causa persa, ma era divertente prendere in giro l’amica.
“Meglio non iniziare proprio con Piton” rispose la ragazza addentando la prima fetta di salmone grigliato “…E non dovreste farlo nemmeno voi. È sbagliato copiare, e soprattutto così non imparate nulla!” aggiunse con aria di rimprovero guardando soprattutto Edmund, che non riuscì a sostenere lo sguardo dell’amica per più di due secondi.
“Ma noi non copiamo, semplicemente facciamo un solo tema a testa e cambiamo qualche parola o paragrafo di quello dell’altro. Non è copiare. Ci mettiamo comunque d’impegno” disse Frannie facendo l’occhiolino all’amico e ridacchiando.
Era da anni che quando i due si trovavano in alto mare con i compiti, ma anche se avevano a disposizione tutto il tempo del mondo, adottavano quella strategia completamente deprecabile (dal punto di vista di Mag). Qualche volta anche Jasmine si era unita a loro, mentre Mag stoicamente raccoglieva tutte le sue forze e piuttosto rimaneva sveglia fino a tarda notte pur di non cedere a simili sotterfugi.
“Meglio non rischiare con Piton. Per questa volta sto con Mag” disse Jasmine dopo qualche risata divertita “…E poi non possiamo consegnare quattro temi tutti uguali se non per qualche sinonimo” concluse saggiamente la ragazza prima di portarsi il bicchiere alla bocca.
“Hai ragione, due è meglio di quattro” disse Frannie facendo finta di averci pensato su seriamente “Ed, tu fai le rivolte dei Goblin del Trecento e io faccio i Licantropi, va bene?”
Edmund sorrise.
“Cinquecento, Fran. Comunque sì. Ci sto” disse dandole il cinque dall’altra parte del tavolo.
“Contenti voi” disse Mag sorridendo e alzando le spalle.
Il resto del pranzo passò serenamente. Argomento principale fu la partita di Quidditch che avrebbero giocato il sabato successivo.
Anche se Draco si era ripreso, aveva comunque saltato troppi allenamenti per poter riprendere in mano la scopa in vista di una partita del genere. Flint era felice della sua scelta, dal momento che Mag si era dimostrata decisamente all’altezza del biondino del terzo anno. Lui avrebbe giocato per la partita decisiva, contro Potter. Questo rese felici tutti, soprattutto Mag, che in cuor suo non voleva essere la causa della disfatta della squadra, anche se quell’anno Potter si stava rivelando al di sotto delle aspettative di tutti.
Dopo la vittoria di Tassorosso di due mesi prima sembrava che i Serpeverde avessero la vittoria in pugno, se solo… 
“…Se solo Mag prendesse il Boccino subito” disse Flint quella sera, prima di iniziare gli allenamenti.
“Una parola, insomma” rispose nervosamente la ragazza sentendo gli occhi di tutti addosso.
“…L’anno scorso ho battuto la Chang dopo solo un’ora di partita, e in più eravamo in vantaggio di quaranta punti” si intromise Malfoy, il quale aveva ricominciato a presenziare agli allenamenti.
Mag fece una smorfia. Odiava dover giocare con quel ragazzo; Edmund notò lo sguardo della ragazza, ma lei si stava scambiando un breve sguardo d’intesa con Hans, poco vicino, il quale decise di rispondere a sua volta al Cercatore.
“Bene, Malfoy, vorrà dire che saprai dare a Rosander qualche consiglio utile per battere ancora la Chang” disse senza staccare gli occhi dalla ragazza, la quale arrossì lievemente e fece un’altra smorfia per celare il sorriso complice che le si stava allargando sul viso.
“Ecco, infatti” tagliò corto Flint imbracciando la scopa “Ne parlerete dopo o quando vi pare”
“Contaci” rispose Malfoy al capitano, leggermente spaesato. Lui e Mag parlavano poco.
Iniziarono l’allenamento e Mag fece di tutto per prendere il Boccino, dal momento che Draco era suo avversario. Edmund sembrava piuttosto distratto, anche se dopo qualche sgridata di Flint si riprese in fretta e lanciò un Bolide contro Hans, il quale parò per un soffio. Poi, oltraggio degli oltraggi, il rosso gli fece i complimenti per il tiro. Edmund fece un sorriso sforzato e continuò ad allenarsi normalmente, felice della sua mossa, anche se avrebbe preferito spaccargli la faccia.
Mag riuscì a prendere il Boccino per pura fortuna, dal momento che apparve accanto a lei proprio mentre Draco si trovava dall’altra parte del campo a fare un giro di perlustrazione.
“Ben fatto, Rosander” disse Flint quando tornarono a terra “Per stasera possiamo dirci soddisfatti. Attento Higgs quando lanci con la sinistra. La prossima volta dobbiamo fare qualche tiro di quel tipo in più, ricordiamoci. Miles, per l’amor del cielo, datti una calmata, la Pluffa non morde! E Pevensie, ottimo lavoro, cerchiamo però di non farci fuori a vicenda”
A quelle parole Hans scoppiò a ridere, mentre Edmund s’incupì leggermente.
Tutti i ragazzi si salutarono e si diressero verso gli spogliatoi per farsi la doccia e cambiarsi. Quando Mag uscì non trovò Edmund ad aspettarla come al solito, ma Hans. Quando lo vide ebbe un tuffo al cuore.
“…Ed?” chiese con titubanza.
Una parte di lei sperava che fosse già andato, così da poter stare da sola con Hans, l’altra parte si sentiva in colpa all’idea di lasciarlo da solo.
“Sta aiutando Flint a mettere a posto le scope e il resto. Baston deve aver protestato con la McGranitt per il disordine che lasciamo nello sgabuzzino” disse staccandosi dal muro al quale era appoggiato e dirigendosi verso di lei.
“Capito…” rispose la ragazza incerta sul da farsi.
“Andiamo, ti accompagno io” disse muovendo i primi passi verso il castello.
“Ok” rispose semplicemente Mag seguendolo.
Si guardò indietro sperando che Edmund non se la prendesse, poi pensò che al massimo gli avrebbe spiegato il disguido più tardi e allungò il passo per raggiungere Hans.
“…Allora, Rosander, che mi racconti?” chiese il ragazzo affondando le mani nelle tasche della tuta verde scuro.
Mag ci pensò un po’ su, poi si rese conto di non avere molti argomenti a portata di mano.
“Nulla di che. Piton ci ha riempiti di compiti, anche per Lupin. Spero di avere il tempo per scrivere alle mie sorelle… Non le sento da Natale!”
“Io i miei fratelli non li sento da settembre” rispose il ragazzo alzando le spalle.
“E a Natale non li hai visti?” chiese la ragazza sinceramente incuriosita.
“La maggior parte no. Siamo in sette, e non abbiamo un bel rapporto” rispose con noncuranza.
“Mi dispiace! Come mai?” indagò Mag.
“Ti dico solo che quando avevo sei anni mio fratello maggiore mi ha fatto un Incantesimo di Disillusione e sono stato tutto il giorno a girare per casa senza che nessuno mi vedesse… E facevano finta di non sentirmi”
“Ma è orribile!” esclamò Mag inorridita. Guardò il ragazzo e si convinse di aver scorto un velo di tristezza nei suoi occhi, anche se probabilmente non era così.
“Beh, fra fratelli siamo così, è normale” rispose lui come se fosse tutto ok.
Mag si rispose che no, non era del tutto normale.
Continuarono a camminare raccontandosi aneddoti sulle rispettive famiglie. Quando arrivarono in Sala Comune trovarono Frannie che aspettava Mag, così Hans salutò le due ragazze e se ne andò a dormire, lasciandole davanti al camino a parlottare.

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