Colpevoli e innocenti

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Febbraio portò con sé mitragliate di vento gelido, la scomparsa della neve e un velo leggero di nebbia sulla brughiera scozzese. Le ombre dei dissennatori erano più inquietanti che mai, sfumavano nella penombra e si nascondevano nella nebbia facendo arrivare gli studenti alla paranoia. Un qualsiasi lembo di mantello di un ragazzo poco distante poteva essere scambiato per un dissennatore affamato, una foglia portata dal vento, un cane randagio, tutto li faceva sussultare e temere il peggio in quel buio latteo. I ragazzi iniziarono semplicemente a non mettere piede in giardino, restando tra le mura giorno e notte. La persona che soffriva più di questo cambiamento climatico, ovviamente, era Edmund.
Era un pigro pomeriggio di inizio mese e Edmund, Jasmine e Frannie stavano seduti accanto al camino nella loro Sala Comune. Si crogiolavano al tepore del fuoco dopo le lezioni, coscienti che di lì a qualche minuto avrebbero dovuto iniziare a esercitarsi per la lezione di incantesimi del giorno dopo. Arcobaleno saltellava pericolosamente vicino al fuoco, i ragazzi a turno ogni qualche saltello la allontanavano pigramente dal camino con la bacchetta. Jasmine sospirò, chiudendo gli occhi per godere ancora poco di quella pace. Erano soli, eccezion fatta per due ragazze del primo anno che parlottavano vicino alla scacchiera e Mary Sue, che sicuramente aspettava Draco convinta che lui ci tenesse in particolar modo. Frannie inspirò profondamente e strinse la bacchetta, dando segno di voler cominciare. Edmund mugolò con disappunto. Era stato strano e cupo per tutto il giorno.
-Va fatto, Ed. È l'ultimo momento utile, lo sai.
Il ragazzo scosse la testa aggrottando capricciosamente le ciglia. Sbuffò. In quel momento, come a salvare la situazione, entrò Margaret affannata e con un'espressione preoccupante. Soltanto guardandola i ragazzi capirono che c'era qualcosa che non andava. Stava ansimando, aveva tutta l'aria di aver corso. Aveva le gote rosse e un'espressione gelida. Come se non bastasse, i capelli erano più disordinati del solito.
-Quel mostro infame! Tutto ciò è inaccettabile! Quando entrerà nella Sala Comune io... io...
Sibilò camminando svelta verso gli amici. Jasmine aprì gli occhi di scatto, Edmund alzò un sopracciglio, confuso.
-Cosa è successo?
Chiese Frannie incerta. Sicuramente doveva essere qualcosa di grave.
-Ho incontrato la Granger in biblioteca mentre ero con Laets.
Li guardò con occhi di fuoco, i ragazzi attesero senza parlare.
-Cosa cercava secondo voi?
Chiese, in tono di sfida.
-Non saprei, di studiare in pace?
Azzardò Edmund con un mezzo sorriso, che si congelò vedendo lo sguardo sempre più truce dell'amica. Mary Sue, che si trovava a qualche divanetto di distanza ed era impegnata a incipriarsi, rise sonoramente alla battuta. Il ragazzo deglutì. Margaret si schiarì la voce.
-Cercava sentenze sulle aggressioni da parte di creature magiche. L'ippogrifo ha perso la causa, o quasi. C'è un altro appello ad Aprile, forse si salverà ma per ora... è condannato a morte.
Jasmine e Frannie si guardarono interdette. Non erano mai state fan degli animali in generale, e la notizia non le aveva toccate minimamente. Frannie aprì la bocca per dire qualcosa sforzandosi di avere un po' di tatto, ma Edmund la precedette.
-È uno schifo. Mi dispiace.
Ci volle un attimo per le ragazze per realizzare quello che aveva detto; Edmund generalmente perdonava le malefatte di Malfoy. Dopo un attimo di smarrimento le ragazze ricordarono la sua passione per gli ippogrifi e le creature magiche che si possono cavalcare, e tutto fu più chiaro. Vedendo il supporto dell'amico, Margaret si addolcì un pochino.
-Draco mi sentirà, eccome se mi sentirà! Io penso di essere riuscita a cambiarlo con il mio esempio, ma a volte penso di stare perdendo tempo. È crudele, non mi merita. Io vorrei solo salvare la sua anima dannata ma non ci riesco... e ho paura che lui inizi a desiderarmi in un altro senso. Una cosa è certa, solo io sono in grado di salvare quell'ippogrifo. E lo farò. Harry sta troppo male per lui, non posso deludere il mio migliore amico!
Disse Mary, dando segno di avere origliato la conversazione. Era impettita e aveva gli occhi color della selva che lampeggiavano. Si portò una mano al petto.
Jasmine e Frannie si guardarono mordendosi le labbra, senza sapere cosa dire. Decisero di ignorarla, e si rivolsero così nuovamente verso Mag, che le guardò corrucciata alzando un sopracciglio. Sbuffò sonoramente.
-È una cosa ingiusta. È barbarico.
Disse freddamente, cercando una qualche reazione. Se non le avessero dato un minimo di soddisfazione non se ne sarebbe andata.
-È ingiusto, concordo. Inopinabilmente ingiusto Tuttavia...
Iniziò Frannie tastando il terreno con lo sguardo.
-È un ippogrifo, Mag. Non un bambino. Certo, sarei stata più felice se lo avessero assolto ma beh, insomma...
-...Pazienza!
Concluse Jasmine incerta.
-Pazienza?
Chiese gelida la ragazza, rivolgendo uno sguardo indignato alle amiche.
-Pazienza?
Le guardò distaccata e si morse il labbro. Fece per dire qualcosa, socchiuse le labbra, ma si trattenne. Invece sussurrò amaramente
-Ah, non potete proprio capire.
Mary mormorò qualcosa come "che zoccole" ma loro, per sua fortuna, non la sentirono.
Per un istante i loro sguardi si incrociarono, quando Margaret si voltò.
-Torno in biblioteca.
-Mag, io...
Edmund fece per alzarsi, ma Jasmine lo tenne per un braccio.
-Lasciala un po' da sola. Le passerà.
Mentre la ragazza usciva, Edmund si voltò a guardare le altre due con rimprovero. Mentre Jasmine parve sentirsi un po' in colpa, Frannie non sembrava scalfita dal suo sguardo. Alzò le spalle.
-Senti Ed, non è colpa mia se non sono triste perché tagliano la testa a un ippogrifo. Pazienza, la scuola ne prenderà un altro! Non sono mica Newt Scamander!
Mentre pronunciava queste parole, Draco Malfoy e Pansy Parkinson fecero il loro ingresso nella Sala Comune. Ridevano di gusto, lei gli passò una mano attorno ai fianchi. Sue squittì inviperita. I due la ignorarono e guardando i tre ragazzi del quinto anno smisero a fatica di ridere salutandoli con un ghigno.
-Ehi, ragazzi! Perché quelle facce scure?
-Ciao, Draco. Non è una gran giornata.
Borbottò Frannie guardandosi le scarpe. Edmund si alzò di fretta e si defilò verso il suo dormitorio, senza dir nulla.
-Emmett, aspetta!
Esclamò sconsolata Mary.
-Che gli è preso?
Chiese Pansy confusa, con una punta di stizza. Jasmine sbuffò sonoramente.
-Te l'abbiamo detto. Una brutta giornata.
Dopo qualche secondo imbarazzante i due ragazzi andarono a sedersi su dei divani piuttosto lontani. Intanto Mary si avvicinò, sicuramente per sgridare Draco per la faccenda dell'ippogrifo.
-Hai visto? Devono aver litigato. Forse si sono lasciati.
Sussurrò la Pansy, pensando di non essere sentita. Jasmine spalancò gli occhi e Frannie alzò gli occhi al cielo.
-Quante volte devo dirtelo? Non stanno insieme!
Rispose Draco, seccato.
-Ma figurati. Con Firwood? Quella là è una vera stronza.
Draco sollevò velenoso lo sguardo.
-Cosa hai detto, scusa?
Pansy scosse la testa. Mary Sue continuò, in tono confidenziale
-E comunque... forse non dovrei dirvelo, ma tanto ve ne sarete già accorti. Insomma, quell'Elthon è chiaro che ha un debole per me. Se solo avesse il coraggio di ammetterlo a sé stesso...

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