35. Speciale Di Natale🎄

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7 anni dopo...

«ABE!» urlo non trovando Evelyn.
«Sì?» dice lui sbucando dal bagno.
«Dov'è Evi?» domando scocciata.
«Non era con te?»
«Se fosse con me, credi che ti chiederei dove sia?» continuo sarcastica io.
«Ma che ne so. Guarda sotto le scale.» suggerisce lui.
«Che cazzo dovrebbe fare una bambina sotto le scale?» domando e Abe scrolla le spalle.
Vado verso il sottoscala e la vedo: capelli biondi spettinati.
Lei è di spalle rannicchiata, probabilmente per non farsi trovare.
Mi avvicino e la trascino fuori.
«Avanti, Evi. Non puoi nasconderti per sempre. Ti assicuro che la scuola è divertentissima.»
«ALMENO CHE TU NON SIA COME TUA MADRE!» urla Abe dal bagno.
«Sta' zitto, Abe! Non ero così male a scuola.» protesto io.
«Se lo dici tu...» continua lui.
«Mamma... io non ci voglio andare a scuola.» dice lei.
«No, non fare quella cosa con gli occhi... sembrano più... grandi. Dai no, piccola... non piangere...»
«Io non ci vado a scuola. Non voglio, non voglio, non voglio.» continua lei.
«Evelyn, ma se fino a ieri non vedevi l'ora...» dico io confusa.
«Beh, ma ora non mi va più. Alex sta a casa. Voglio starci anche io.» persiste Evi sbattendo i piedi.
Io alzo gli occhi al cielo, faccio un lungo respiro e dico:« Alex ha 8 mesi. Non può andare a scuola. Tu ne hai 6. Forza e coraggio. Andiamo.»
La mia voce ferma la fa arrendere.
Certe volte penso che mia figlia sia più simile a me di quanto credessi.

※※※

Arrivate davanti a scuola, Evelyn fa ancora quella faccina come se io stessi per abbandonarla.
«Ma mamma... tu non vai a lavorare. Perché io devo andare a scuola.»
«Perché io sto a casa con Alex. Mentre tu devi andare a scuola perché è una cosa molto importante.» dico e lei sembra convincersi.
Le accarezzo i capelli biondi e la guardo varcare il cancello della scuola.
Mi sembra nata ieri...
«Dimmi» dico al telefono.
«Dove sono i pannolini di Alex?» mi chiede Abe.
«Primo cassetto del bagno. Comunque mettilo sul fasciatoio che fra due minuti sono a casa.»
«Ok, Gioia. Stasera chi li tiene i bimbi?»
«Mia mamma. Gliel'ho già chiesto.»
«Ok, amore. Ti amo.»
«Anch'io. A dopo.» dico e chiudo la chiamata.
Oggi io ed Abe facciamo 7 anni di matrimonio.

※※※

«Ciao Alex, ciao Scarlett.» ci saluta Abe e scendo di casa.
«Chi è il bimbo più bello del mondo? Chi è?» dico al piccolino che ho in braccio.
È Alex, il mio figlio più piccolo.
Ha i capelli scuri come i miei, al contrario di quelli biondi Evi. Lei li ha presi da Abe, dato che da piccolo era biondo platino.
Ha gli occhi blu come il mare ed è un ammasso di dolcezza.
«Andiamo a fare una passeggiata, dato che oggi c'è un bel sole?» gli dico con la mia voce carina.
Preparo Alex è lo metto sul passeggino.
«Andiamo, andiamo.» dico ed esco di casa.
Ogni volta che cammino per strada con il mio fagottino appresso, tutti gli anziani che incontriamo mi fanno sempre i complimenti per Alex.
È così... carino!

※※※

«Com'è andata a scuola, Evi?» domando ad Evelyn una volta che l'ho presa da scuola.
Ha gli occhietti azzurri felicissimi.
«Benissimo! Le maestre sono bellissime e ho fatto amicizia con una bimba. Si chiama Noemi ed è simpaticissima.»
«Beh, dato che sei stata brava... ti va se io, te, Alex e papà andassimo al parco?» domando prendendole la cartella.
«SI!» esclama lei contenta.

※※※

Mentre spingo mia figlia sull'altalena, si avvicina un'anziana signora. Porta un poncho fucsia sopra l'abito nero. Indossa un paio di occhiali da sole e si aiuta a camminare grazie a un bastone.
«Mi scusi... sa per caso dirmi dove devo prendere l'autobus, per andare al cimitero?»
Prima che io possa indicare la fermata alla signora, Evelyn interviene dicendo:« In faccia. Se vuoi andare al cimitero, l'autobus devi prenderlo in faccia.»
Mi sento pervasa dalla vergogna: già di mio faccio abbastanza figure di merda... se ci si mette pure Evi è la fine.
«Non faccia caso a mia figlia... comunque, circa a 10 metri da qui c'è proprio la fermata che porta al cimitero. Condoglianze, signora.»
«Grazie mille. Come si chiama la sua dolce bambina?» domanda l'anziana.
«Evelyn. Per gli amici Evi. Ma tu chiamami Evelyn.»
Perfetto. Ora posso sotterrarmi. Ma perché ho una figlia che è forse peggio di me?
«Va bene Evelyn. Arrivederci e grazie per l'indicazione.»
La signora se ne va salutando.
«Che c'è? Se voleva andare al cimitero, la corriera doveva prenderla in faccia...» continua Evi, per poi fermarsi una volta che i suoi occhioni azzurri incontrano il mio sguardo severo.
«Dov'è papà?» mi chiede Evelyn dopo un po'.
«Ha detto che stasera viene a casa più tardi. Ha molto lavoro da fare. Dai, torniamo a casa.» dico regalandole un bacio sulla fronte.
Il piccolo Alex è davvero tranquillo... per ora...

Innamorata Di Uno Stronzo Where stories live. Discover now