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Aveva bussato un paio di volte, col cuore che le martellava nel petto, si sentiva stranamente nervosa, senza riuscire a capire del tutto il motivo.

«Avanti.»

Trovò Greg alla sua scrivania, intento a esaminare alcune fotografie.

«Possiamo parlare?» gli chiese Julie.

«Certo.»

«Volevo sapere se stavi bene... Insomma, non ce l'hai più con me, vero?»

«Stevenson mi ha detto che hai messo una buona parola, ti ringrazio.» Greg accennò a un sorriso, «E poi, quando fai quegli occhioni, chiunque smetterebbe di avercela con te.» la prese in giro.

«Quindi è tutto a posto tra noi?»

«Che ti prende?» le domandò lo psicologo, «Sei strana ultimamente. Tu stai bene?»

«Malcolm mi ha detto delle fotografie.» raccontò lei, «Come ti senti a riguardo?»

«Ucciderà Heather tra due giorni, tu che dici?»

Julie decise di ignorare la provocazione, «Pitterson ti ha fatto seguire.» raccontò, «Da Carlos.»

«Non è possibile. Ci ho parlato stamattina, Pitterson si fida di me.»

«Sua figlia è stata rapita, non può fidarsi di nessuno.» gli ricordò Julie.

«Devo chiamare il mio avvocato?»

«No.» rispose Julie, «Almeno non per il momento. Carlos ha detto che ha visto un'altra macchina... e potrebbe trattarsi dell'assassino.»

«Deve avermi seguito fino in albergo, sapeva qual era la mia stanza, qual è l'auto che ho noleggiato.» le mostrò la foto di Heather, «Seguiva Heather e adesso segue me. Devo solo capire perché, che cosa vuole.»

«Sa che lo stai studiando.» ipotizzò Julie, «Quindi... sta' attento.» si alzò in piedi e s'incamminò verso la porta.

«Non eri una di una lunga lista.» le disse Greg prima che Julie uscisse dalla stanza, «Non c'è mai stata una lista.»

Julie chiuse la porta e si girò verso di lui.

«Quando ti ho telefonato per chiederti di venire a Miami, per me era importante averti lì.» continuò Greg, «Ho un sacco di donne ma, alla fine dei conti, sono sempre solo. Tu sei la mia unica amica, l'unica su cui posso contare davvero.»

Quando si erano conosciuti, da adolescenti, si erano raccontati le rispettive vite, i loro sogni, le loro speranze per il futuro. Julie gli aveva raccontato di suo padre malato di cancro, di suo fratello scomparso da anni e di sua madre che si era trasferita in California. Greg aveva accennato all'incidente ad Aspen, senza menzionare suo fratello Scott. Julie ripensò a quando, diversi anni dopo, Greg l'aveva portata in ospedale dal fratello, il fatto che lui l'avesse fatta entrare nel suo mondo era un onore e un privilegio per pochi eletti.

«Scotty, lei è Julie.»

Lui, da anni in stato vegetativo persistente, non aveva potuto rispondere.

«Prima di Phoebe, non avevo nessuno da cui tornare la sera, nessuno a cui rimboccare le coperte, raccontare la favola della buonanotte, dare da mangiare, di cui prendermi cura.» continuò Greg, «Ho frequentato Heather per due settimane senza che suo padre se ne accorgesse, senza che Pitterson avesse idea di dove fosse sua figlia.»

Julie lo fissò interrogativa, non capiva dove volesse andare a parare.

«Non voglio essere un padre di merda.»

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