18

126 18 7
                                    

Malcolm osservò le due fotografie, Julie e Tania, «Perché dovrebbe essere una di loro la prossima vittima?»

«Me l'ha detto lui.» rispose Greg, «Ne rapirà solo una e io devo indovinare chi.»

Malcolm scosse la testa, «Le vittime hanno tutte lo stesso aspetto fisico. Julie è castana, non bionda; ha gli occhi verdi, non azzurri... e, soprattutto, non ha diciassette anni. E Tania... senz'ombra di dubbio non è eterea. Non capisci, Greg? Ti sta mandando dove vuole lui, lontano dal suo obiettivo.»

Greg si accese una sigaretta, «Perché dovrebbe farlo?»

«Perché è un assassino psicopatico.» rispose Malcolm.

«È anche un sadico.» affermò Greg, «Si diverte a giocare con me, mi ha mandato la foto di Eve, dicendomi anche quando l'avrebbe rapita e... c'è riuscito comunque.» sospirò, «Tania e Phoebe sono partite stamattina per Miami, staranno con mia sorella per un po'.»

Paris stravedeva per la nipote, per cui non aveva sollevato obiezioni, anzi, si era mostrata più entusiasta di quanto Greg sperasse.

«Non mi perdonerei mai se riuscisse ad arrivare a Julie.» continuò lo psicologo.

«Già.» Malcolm non sapeva cos'altro aggiungere.

«Abbiamo tre giorni per prenderlo.» gli ricordò Greg, «Se ce lo facciamo sfuggire, lui ucciderà Eve... e tenterà di rapire Julie.»

«Dobbiamo dirglielo.»

«Ci penso io.» Greg fece un respiro profondo, la voglia di fumare era più forte che mai, «Stamattina mi sono chiesto il perché delle fotografie e delle telefonate, poi ho capito.» disse a un tratto, «Sa che io lo sto studiando, mi sto occupando di lui, sto scrivendo il suo profilo psicologico, sto cercando di capire chi è e quali sono i suoi punti deboli. In questo modo, per lui è tutto più eccitante. Mi manda le foto delle ragazze che rapirà, mi telefona in continuazione...»

«Credi che per lui sia un gioco?» gli chiese Malcolm.

Greg spense la sigaretta ,«È molto di più di un gioco. Ne ha fatto tutta la sua vita. Per lui uccidere equivale a vivere.»

Perché è l'unico modo che ho per sopravvivere.

«È una specie di compito, di missione... Va avanti così da questa primavera, ma... cominciava ad annoiarsi a giocare da solo, così si è scelto un rivale. Ha scelto me.» continuò Greg, «Perché sa che io posso fermarlo.»




Kate entrò nel suo ufficio e trovò Ray seduto alla scrivania, «Ehi.» poi cambiò espressione, «Stai bene? Ha avuto un altro attacco di panico?»

«No.» si affrettò a rispondere lui, « Nessun attacco di panico. Sto meglio da quando prendo gli ansiolitici che mi hai prescritto. Sento che sto guarendo.»

«Ci vuole un po' di tempo.» Kate accennò a un sorriso.

«Alla fine di tutto questo potrei ritrovare me stesso, ma perderò mia moglie.»

«Perché dovresti perderla?»

Ray fissò il vuoto, «Perché è già successo in passato.»

«Ti riferisci a Christian?»

Ray annuì. Era innamorato di Julie da quando ne aveva memoria, poi c'era stata la prima rottura; tra loro si era intromesso un ragazzino di nome Christian Byron e loro tre erano diventati inseparabili, finché Christian non si era messo con Julie. Poi Ray era andato a studiare a Baltimora e Julie si era trasferita a Chicago, dove aveva conosciuto Leon, finché il destino non li aveva fatti incontrare di nuovo a Lexington.

ScheletriWhere stories live. Discover now