21 USCITE NOTTURNE

165 14 6
                                    

Amila scartò di lato colpendo con un clangore la spada di Ernik.

Il ragazzo stava ridacchiando. Era chiaro, lei non era abile con la spada quanto lo era nella lotta a corpo libero o nel tiro con l'arco e, di certo, non era abile con la spada quanto lui.

Un nuovo affondo. La ragazza si spostò nuovamente facendo volteggiare la lama in direzione del ragazzo, ma senza successo: la spada di Ernik finì nuovamente a scontrarsi contro la sua armatura.

Amila alzò una mano in segno di resa. Poi si sfilò il pesantissimo elmo. «Non riesco a muovermi con tutta questa roba addosso!»

«Ti ci devi abituare...»

La ragazza annuì mentre riprendeva fiato. L'armatura le impediva di muoversi come avrebbe voluto, tanto era pesante.

Era chiaro che quella roba di metallo era stata forgiata per un uomo. Un uomo con una spada, o una lancia, o un'ascia... perché sarebbe stato impensabile per chiunque tirare con l'arco con tutto quel metallo addosso.

Amila sbuffò e s'infilò nuovamente l'elmo per riprendere il combattimento cercando di non guardarsi intorno, dato che tutti sembravano destreggiarsi meglio di lei. Soprattutto, cercò di non voltarsi verso Jerol: aveva la sensazione che la stesse studiando, che stesse studiando se mandarla a casa. E lei, a casa, non ci sarebbe tornata!

«Sono pronta!» dichiarò non appena si fu messa in posizione di attacco.

A qualche decina di metri di distanza, Naston si stava allenando con Kaspiro e, come al solito, vinceva tutti gli attacchi. Ma, quel giorno, vincere sembrava fin troppo semplice.

Kaspiro era chiaramente distratto e, quando il ragazzo si voltò a guardare Ernik che si allenava con Amila mentre i due ridevano insieme, Naston sbuffò e scosse la testa in segno di disapprovazione. Ma non disse niente.

Sentiva solo che i guai dovevano ancora arrivare e non spettava certo a lui evitare che i due si mettessero in competizione per una ragazza, benché di una bellezza disarmante.

Quando l'allenamento con le spade finì, tutti si recarono in armeria per posare lame e armature.

«Ernik» gli mormorò Amila mentre si dirigevano verso la stanza dietro a Naston e Kaspiro. «Se continuo così, Jerol mi caccerà...»

Ernik si voltò verso di lei e la squadrò inarcando un sopracciglio. Come poteva cacciarla? Per la spada? C'erano un sacco di altre armi in cui Amila sapeva destreggiarsi meglio della maggior parte degli allievi lì dentro!

Ma... quale migliore occasione? «Allenati con me!»

«Mi sto allenando con te» replicò lei con uno sbuffo alzando al cielo i suoi occhi verdi.

«Intendo dopocena, o domani, visto che non ci sono gli addestramenti...»

A quelle parole, la ragazza sembrò entusiasta. «Dici sul serio? Grazie infinite!» esclamò con un sorriso di riconoscenza che svanì un poco quando Kaspiro si voltò verso di lei con uno sguardo infastidito.

Certo, lei non si era dimenticata del loro "appuntamento" del dopocena, perciò aggiunse subito: «Iniziamo da domani!»

Guai, guai, guai, pensò Naston con un sospiro. Quei due rischiavano di creare una situazione spiacevole tra di loro per una donna che avevano appena conosciuto.

Sarebbero stati abbastanza maturi da tenere separata la loro amicizia dal loro interesse per la stessa donna?

Naston ne dubitava fortemente.

LA QUINTA LAMA (I) - L'assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora