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Il re di Loas non aveva mai avuto niente a che ridire, a dire il vero, con Gohr. Forterra era a sud e nemmeno confinava con Loas.

Era il regno di Sartesia il vero problema di Loas: non era mai corso buon sangue tra i due vicini e la posizione strategica di Sartesia impediva ai loasiani di ottenere i prodotti che servivano loro ad un costo ragionevole e di smerciare i propri senza dover pagare ingenti somme anche solo per il trasporto necessario per giungere a Forterra.

I sartesiani erano già di loro famosi per una certa vena di avarizia, ma, trattandosi di un regno piuttosto piccolo in una posizione centrale, non si erano potuti permettere di essere attaccati su più fronti, pertanto si erano alleati con Forterra e Gohr aveva ottenuto il diritto a certi favoritismi negli scambi commerciali.

Tenendo conto che le terre feconde e prospere di Sartesia e la sua posizione centrale negli scambi navali e commerciali avevano sempre fatto gola a Loas, è facile immaginare come si fosse arrivati al conflitto.

Alleati da tempo, erano invece Sartesia e Sacromolo, un'importante isola a nord di Loas che era stata aiutata dai sartesiani in una guerra precedente contro Vallenis, il regno più a est il quale sembrava volersi astenere dai conflitti correnti.

Pertanto, Loas era, in quel momento, solo contro tutti (benché fosse il regno che contasse i migliori guerrieri di quelle terre, nonché i più abili navigatori), ma vi era il pericolo, però, che Vallenis cambiasse idea e creasse una forte potenza con Loas, isolando Sacromolo dai due regni alleati.

Era in corso, quindi, una sorta di asta da parte delle due fazioni per accaparrarsi i favori di Vallenis, ma sembrava che il re volesse restare neutrale a discapito di qualsiasi forma di corruzione o azione di convincimento.

Gohr, seduto a capotavola di quel lussuoso banchetto, sembrava non preoccuparsene: d'altronde, la guerra non era certo alle sue porte.

Forse, meditò tra sé e sé il principe, non avrebbe dovuto preoccuparsi nemmeno lui in quel momento. Ma il lavoro sembrava non abbandonarlo mai, nemmeno nei momenti di festa.

Gohr aveva voluto festeggiare per smorzare la tensione degli ultimi tempi e, forse, una volta tanto, aveva avuto una buona idea. Anche se, per il re, ogni pretesto pareva buono per dare una festa.

Accanto a lui, il re stava ridendo sguaiatamente ad una battuta di un vassallo vicino che si era alzato per salutarlo. Alla sinistra di sua madre sedevano le sue sorelle in ordine di età e, accanto ad Edilla, un nuovo pretendente.

La sala era gremita e carica di allegria. Tutta la tensione dei giorni precedenti sembrava essersi dissolta. Tranne che per lui, lui non era in grado di festeggiare quella sera.

Therar aveva detto che la bestia sembrava si potesse domare, ma, per quanta fiducia riponesse in Therar, Arthis non sapeva se si sarebbe mai fidato a lasciarla libera tra le sue legioni.

In quel momento, incrociò lo sguardo di Pheanie che sembrò leggergli dentro. Ma come ci riusciva?

Therar gli aveva detto che, quel pomeriggio, sua sorella si era presentata nelle prigioni ed aveva conversato con la ragazza... ma, con lui, non ne aveva fatto parola.

Era difficile, a volte, capire sua sorella: forse si era davvero affezionata alla sua dama di compagnia. Dopotutto lei non era solita, come lo era lui, ad avere a che fare con persone che potevano morire o andarsene il giorno dopo.

Inoltre, Pheanie, era sempre stata una persona piuttosto empatica: la mente della ragazzina che si trasformava in mostro contro la sua volontà doveva incuriosirla parecchio.

LA QUINTA LAMA (I) - L'assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora