16 PROVA D'ORIENTAMENTO

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Erano passati ormai diversi giorni dalla punizione collettiva di Storeor e gli allievi sembravano già quasi essersene dimenticati, tanto che, per Ernik e Amila era tornata la normalità e, benché non fossero certo i più popolari dell'accademia, quantomeno, venivano tollerati.

Dall'ultima discussione nel corridoio, i due non si erano più parlati, perciò stupì parecchio sia Kaspiro che Ernik vedere avvicinarsi Naston con la ragazza in atteggiamenti complici.

I due, infatti, stavano ridacchiando come due bambini mentre la ragazza gli dava uno spintone per gioco.

Stavano quasi per raggiungerli nel cortile assolato, quando si salutarono e Amila si avviò verso l'interno dell'edificio.

Naston, li raggiunse sorridente mentre Kaspiro lo fissava ancora incredulo.

«Che c'è?» sorrise l'amico aggrottando le folte sopracciglia scure. «Le ho portato del cibo di nascosto quando era in punizione come ho fatto con Ernik e abbiamo iniziato a parlare...»

«Però! Hai abbattuto le linee nemiche!» commentò Kaspiro malizioso, come se si fosse improvvisamente svegliato. «E non ci racconti niente di piccante?»

Naston scosse il capo divertito e alzò le mani come a dimostrare la sua innocenza. «Non è il mio tipo. Siamo solo amici, non c'è proprio niente di piccante da raccontare, Kas!»

«Allora, ce la metti una buona parola per me?»

A quelle parole, Naston guardò Ernik e i due scoppiarono a ridere per l'assidua attenzione che Kaspiro mostrava verso il genere femminile. «Vedrò che posso fare».

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La fredda brezza mattutina sferzava i loro volti mentre gli allievi si radunavano ordinatamente nel cortile.

Era appena l'alba e il cielo era dipinto di un rosa intenso che non pareva nemmeno reale.

Affiancati all'edificio, tutti ammassati gli uni sugli altri, vi erano dei sacchi di juta un po' logori che Jerol invitò loro a prendere. Uno ciascuno, dal momento che erano quarantotto.

Ernik aprì il suo e ne estrasse il contenuto: una coperta pulciosa e sgualcita che originariamente doveva essere stata di un color verde oliva, ma che ora tendeva al marrone, una corda spessa e lunga, una fiasca con dell'acqua, un coltello ben affilato e una pagnotta di pane.

Si guardò intorno e si accorse che tutti stavano estraendo gli stessi oggetti, ad eccezione dell'arma. Vi erano, infatti, cinque tipologie di arma diverse: il coltello, la spada, l'arco con le frecce, la fionda e l'ascia.

«Bene, vedo che siete sorpresi» iniziò Jerol schiarendosi la voce per far tacere il borbottio generale. «Per prima regola, non potete scambiarvi le armi, non ora!»

L'uomo iniziò a camminare avanti e indietro di fronte alla folla di allievi incuriositi mentre l'aria sferzava i suoi capelli lunghi, benché fossero raccolti.

«In questi mesi avete accumulato una serie di competenze che ora vi chiediamo di dimostrare» affermò in tono perentorio. «Vi dividerete in dieci gruppi: otto gruppi formati da cinque persone e due da quattro. Potrete decidere voi la combinazione e non è necessario che il gruppo sia formato da membri con armi diverse, ma potrete scambiare le vostre armi solo all'interno del vostro gruppo» spiegò Jerol con precisione mentre Storeor fissava il gruppo dall'entrata della caserma.

«Veniamo al dunque» continuò il cavaliere. «Vi sarà consegnata una mappa per gruppo dove saranno segnati tre oggetti da recuperare. Il vostro obiettivo è quello di raggiungere gli oggetti, prenderli e portarli nel luogo segnato nella mappa in cui è previsto il raduno. Tutto chiaro?» ma non attese risposta: «Verrete portati in posti di partenza diversi e avrete a disposizione un cavallo a testa. Vince il gruppo che per primo arriva al completo – cioè, con tutti i suoi membri – e con gli oggetti che avrà recuperato»

Tra gli allievi iniziarono degli scambi silenziosi per l'eccitazione.

Anche Ernik sentiva l'adrenalina montare dentro di sé e si chiedeva come si sarebbe composto il suo gruppo... certamente Kaspiro ne avrebbe fatto parte, e, con lui, anche Naston, forse...

«Attenzione, però!» avvertì Jerol interrompendo di nuovo i parlottii. «Avete un massimo di tre giorni per raggiungere il luogo stabilito. Chi arriverà dopo che sarà tramontato il sole del terzo giorno vedrà eliminati dall'accademia tutti i componenti del gruppo!»

All'improvviso calò il silenzio. A quanto pare, era una prova più dura di quanto ci si potesse aspettare.

Quando Jerol diede il permesso di dividersi per gruppi, Kaspiro si avvicinò ad Ernik con un sorriso soddisfatto. «Ho trovato la fionda!» disse.

Passarono alcuni istanti in cui i due si guardarono intorno alla ricerca di Naston, quando lo videro arrivare affiancato dalla ragazza.

«Amila sarà nel nostro gruppo, se a voi va bene!»

Kaspiro annuì immediatamente. Per lui, questa giornata, a quanto pareva, andava di bene in meglio.

Ernik, d'altro canto, non sapeva cosa pensare... Amila non sembrava poi così contenta. Forse, loro erano la sua ultima spiaggia in quanto, con tutta probabilità, nessuno l'aveva voluta.

Iniziarono a chiedere in giro se qualcuno voleva unirsi alla squadra, ma, come c'era da aspettarsi, il loro sarebbe rimasto uno dei due gruppi con solo quattro componenti.

Naston sbuffò. «Mi è toccato l'arco con le frecce... prevedo un disastro... chi vuole fare a cambio?»

Ernik stava per rispondere, quando Amila lo anticipò: «Lo prendo io!» esclamò mettendogli tra le mani la sua fionda. Non che a Naston cambiasse qualcosa.

Naston dava il meglio con la spada. Ma nessuno di loro ne possedeva una.

«Siamo nei guai, ragazzi! In quattro abbiamo un arco, due fionde e un coltello... se siamo costretti a confrontarci corpo a corpo con qualcuno siamo quasi disarmati!» constatò Kaspiro rabbuiandosi.

«Io non penso che la situazione sia così drastica» replicò la ragazza avviandosi dietro le orecchie un ciuffo di capelli che era sfuggito dal cordino e che le ricadeva davanti alla fronte. «È più probabile che avremo bisogno di cibo, ed è di certo più facile cacciare con l'arco e la fionda, piuttosto che con l'ascia o la spada... Dovremo fare una buona guardia, nel caso in cui un altro gruppo ci raggiunga e decida di metterci i bastoni tra le ruote, ma, a parte questo, forse abbiamo un vantaggio!»

LA QUINTA LAMA (I) - L'assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora