Capitolo 9

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FREDERICK'SPOV

Non ci avevo visto più. Stavo passando davanti a casa di Annie, quando l'ho vista scendere da quel motorino insieme a Mitchie. Sorrideva sempre e lui non gli staccava gli occhi di dosso. Per qualche strano motivo cercai di non farmi vedere. Che avevo da nascondere? Lei entrò dentro casa e lui partì con la moto. La signorina Gilbert doveva spiegarmi un bel po' di cose. Attraversai la strada e cercai la chiave sotto lo zerbino, sperando che si trovasse ancora lì. Eccola, aprii la porta. L'entrata era come la ricordavo. Dalla cucina arrivarono dei passi, sicuramente era Annie. Dovevo cercare di chiamarla Annabelle, era quello il suo nome.

"Cosa ci facevi con Mitchie?" urlai.

"Come hai fatto ad entrare?" gli si leggeva in faccia che l'avevo colta di sorpresa.

"Rispondi alla mia domanda."

"Non sono fatti che ti riguardano." gridò e con la sua mano fragile cercò di spostarmi ma io l'afferai per il polso e l'attirai verso di me.

Einvece, volevo risponderle, tuseimia.

Ma non sarei stato sincero, lei non era mia.

Mapotevaesserlo, una vocina fece capolino sulla mia testa.

"Non me ne vado finché non mi rispondi."

"Mia madre arriverà a momenti." si vedeva da un chilometro di distanza che mentiva.

"Non è vero." volevo tanto fare una cosa, forse dopo mi sarei pentito ma l'attrazione era troppo forte. La guardai negli occhi, anche lei lo voleva. Non so come, mi allontai dalle sue labbra e le sussirai ad un orecchio: "Dai Annabelle, dimmelo."

"Va bene" si arrese. Colpita ed affondata. Incrociai le braccia. "Ci siamo incontrati e abbiamo preso un gelato, poi mi ha accompagnato a casa."

"Non voglio che tu lo veda."

"Perché? Sei geloso?"

Io? Geloso? Ah ah, questa era buona. Ma allora perché mi stavo comportando in questo modo?

"No. Solo... non è il tuo tipo." che cavolata.

"Adesso sei tu che devi decidere chi devo frequentare e chi no? Ma fammi il piacere!" aveva ragione. Chi ero io? Un tempo eravamo amici, i migliori. E adesso era il mio peggior nemico. Dovevo lasciarla in pace, dovevo smetterla con i miei stupidi giochetti. Sapevo quanto era fragile ed io l'ho trattata come uno straccio. Tutto perché ero... geloso. Aveva ragione. Ero geloso.

"Okay. Fai quello che vuoi. A me non importa niente di te." Per completare l'opera uscii di casa e sbattei la porta. Da oggi, con Annabelle Gilbert, non avrei avuto niente a che fare.

#SpazioAutrice

Questocapitolol'hovolutodedicareaFrederick. Era egoistadapartemialasciaretuttalagloriaaAnnabelle. Cosanepensate?

 

- Aury

Amo il mio peggior nemico.Where stories live. Discover now