SEI

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"In un minuto c'è il tempo per decisioni e scelte che il minuto successivo rovescerà." - Thomas Stearns Eliot

14 aprile 2016 - Portland


M E G A N

"Sono Clara e questa la mia segreteria, se hai bisogno di dirmi qualcosa, fallo subito!" sbuffo, riaggancio e contemporaneamente strappo un altro foglio con cui poi faccio strike buttandolo nel cestino.

Molte sono le domande nell'universo e la mia è: dove è finita la mia amica? Sono due giorni che è sparita, a quanto pare la terra l'ha inghiottita. Ho chiamato in ufficio ed hanno detto che ha chiesto un permesso.

Abbandono il lavoro per prepararmi una tisana. Per questa stupida slogatura sono bloccata in casa, cammino male e non posso percorrere più di qualche metro senza soffrire. La teiera fischia e spengo i fornelli, versando l'acqua calda nella tazza, da cui immediatamente sale il vaporoso profumo di mirtilli.

Suona il campanello, più volte e spero solo non dia fastidio ai vicini. Ci metto un po' ad arrivare alla porta e quando la apro non credo ai miei occhi. La mia migliore amica non si è accorta di nulla, fissa a testa bassa i suoi piedi e non guardandola in volto capisco che le è accaduto qualcosa, sembra spaventata. Poi si accorge di me e ne ho la conferma, qualcosa non va

«Chi sei tu? Dove è Clara?» cerco di sdrammatizzare facendo finta di cercare alle sue spalle, mentre stringo la sua mano e la faccio entrare

«Meg credo che stavolta ho combinato davvero un casino di proporzioni immense»

«Clara, che sta succedendo? Sono giorni che ti comporti in modo strano, sparisci e poi torni qui in questo stato... Stai bene?» domando quasi sussurrando, sono preoccupata davvero se mi dice così. Vado in cucina e le prepara una tisana. Lei lo sa, qui sarà sempre la benvenuta e troverà sempre un posto in cui stare, in qualsiasi momento e per tutto il tempo che vuole.

«Okay... I-io... Sono andata a l-letto con Thomas» confessa tutto d'un fiato e il sospiro che tira, mi fa capire che stava diventando asfissiante non poterlo dire

«Porca misera!» esclamo più che sorpresa. Lei e Thomas? Quel Thomas? E per questo che l'altra mattina sembrava voler tipo spaccare il mondo... interessante. Dopo due secondi, ci sbellichiamo dalle risate.

«Capisco che per te al momento sia difficile accettare la cosa ma, non credi che Thomas stia aspettando un segnale o un qualcosa da te?»

«Meg, sono molto confusa sia per quello che è accaduto quella notte sia perché so che mi sta cercando ma ho ignorato tutti... Scusa, persino te» mi è mancata in questi giorni devo ammetterlo ma aveva tutto il diritto di prendersi il tempo che le serviva per pensare e schiarirsi le idee. E se si trova in queste condizioni, significa che il bell'avvocato non le è del tutto indifferente come vuol far credere

«Aww vieni qui Pocahontas, si sistemerà tutto vedrai. Ma sono contenta per te sai? E ti dico una cosa: al mondo non esistono solo i Michael e te lo dice una che di diffidenza ne sa qualcosa» sbuffa e si copre la faccia con un cuscino. Clara non ha ancora capito la persona splendida quale è mentre Anderson a quanto pare si, prima di tutti e persino prima di sé stessa. Solo uno stupido non lo capirebbe.

***il giorno dopo***

La radiosveglia segna le sette del mattino, il giornale ha già trasmesso le prime notizie del giorno. La camera è in penombra, l'unica fonte di luce è quella che proviene dalla finestra socchiusa. Sono passate circa tre ore da quando mi sono svegliata di soprassalto per mancanza d'aria; gli incubi sono molto più frequenti ora. Mi giro sul fianco con un cuscino tra le braccia, tiro la coperta fin sotto al mento perché ho freddo, percepisco ancora la paura attaccata alla pelle. Sono stata tentata tutta la notte di prendere il cellulare e contattare Alex, con una qualsiasi scusa ma non l'ho fatto, ho lasciato che il buio della camera inghiottisse ogni gesto incauto. Dalla mattina dell'ospedale non ho più ricevuto sue notizie, mantenendo così entrambi il nostro accordo.

Oltre Ogni CosaWhere stories live. Discover now