86 - UN'OMBRA INATTESA

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«Sono io, sono qui, pronto ad ascoltarti, ma forse è meglio se prima aiutiamo questo ragazzo!», suggerì Yuri seguendo la dottoressina dentro il piccolo studio infermieristico.

Il locale era davvero angusto. Pochi metri quadri condivisi a fatica da un lettino al centro, e scaffali pieni di contenitori di varie forme e materiali, tutti etichettati, posti su due lati delle quattro pareti. Una scrivania, non più ampia di un banco scolastico, lottava per emergere da una catasta di libri medici, mentre scartoffie di vario genere occupavano l'angolo opposto del minuscolo antro.

Depositato Osvaldo con cura sul lettino, immediatamente Yuri impose le mani, che già iniziavano a brillare pronte a guarirlo, quando Alina lo bloccò.

«Che fai? Aspetta! Ci sono dei pezzi di vetro conficcati nella pelle! Non vorrai recidere una vena o peggio un'arteria importante della gamba destra!», lo ammonì.

«Ma cosa vai blaterando? Ho sempre fatto così io!», ribatté lui.

«Andiamo bene! Ti devo insegnare tutto allora! Presto! Guanti, pinze e disinfettante!»

«Ciò che hai detto lo hai capito solo tu!», ribatté Yuri fermando il flusso luminoso con riluttanza.

Intanto, il sofferente Osvaldo imprecava, impaziente di ricevere le cure di cui necessitava.

Le mani di Alina eseguirono l'operazione meticolosamente, mentre chiedeva al nuovo fratello come operasse le sue guarigioni.

«Se mi avessi fatto fare ora lo sapresti!», rispose con calma controllata, cosa che la dottoressina proprio non si aspettava.

«Intendevo, quando hai curato di colpo tutti i feriti durante l'ultima guerra!», sospirò la dottoressa.

Yuri, con più calma di prima, sollevò una mano e dal palmo fece scaturire un globo luminoso. La ragazza avvertì una sensazione di piacere.

«Questa luce che vedi la uso sia per curare che per difendere», spiegò ancora, ma Alina lo pregò di non usare il suo potere.

«È prodigioso, lo riconosco, ma è bene imparare a non fare affidamento troppo spesso alle capacità sovrannaturali, perché un giorno potresti trovarti nella condizione di dover scegliere tra il "curare" o "difendere"!», aggiunse, facendo breccia nelle convinzioni di Yuri che, sospirando, non riuscì a darle torto.

Per sfuggire a quella situazione al limite dell'imbarazzo, il fratello trovò molto interessanti i contenitori sugli scaffali e così decise di passarne in rassegna alcuni.

Osvaldo credette di trovarsi insieme alla scienziata pazza e l'assistente folle! Decisamente non era la sua giornata fortunata.

«Ora, Yuri, puoi procedere a... non toccare quei medicinali sono delicati!», lo redarguì accorgendosi della curiosità dell'altro.

«Non li sciupo mica!», protestò.

«Allora! Vedo che non sai proprio nulla di medicina semidivina! Bene, te la spiego in due parole: tutti possono creare rimedi e mescolare erbe medicinali. Anche i semplici esseri umani lo fanno. Tuttavia, gli effetti mutano a seconda di chi ci mette le mani. Se è un figlio di Apollo a preparare i rimedi, stai sicuro che l'effetto è di gran lunga più efficace. Se è un umano a farli, non ottiene altro che blande tisane con effetti trascurabili. È tutto chiaro?»

«Quante cose che sai?», la canzonò lui operando il suo talento luminoso sulla gamba rotta del poveraccio che ormai non ci sperava più.

Osvaldo, una volta rimessosi in sesto, non ci pensò molto prima di fuggire da quel posto di matti ma Alina, con un urlo gli intimò di fermarsi.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora