57 - YURI E JUSTICE e... chi ci salva più?

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Axel, sconvolto, crollò sulle ginocchia finendo chinato in avanti in una posizione innaturale, quasi ad intendere che fosse lui ad aver subito il crudele affondo della maledetta lama di Achille impugnata da Ike. Gli occhi azzurri chiari rilasciarono incessanti lacrime amare. Il calore del pesante liquido stridette con l'anima raggelata. Non credette fosse possibile che di Justice sarebbe diventata un indegno ricordo. La sua morte, benché annunciata da Apollo, il giovane fabbro non l'avrebbe mai accettata. Troppo duro comprendere la realtà quando questa si manifesta così crudele.

«Abbiamo perso!» singhiozzò, sentendo le vene del collo ingrossarsi e la testa esplodere dalla rabbia. Non intese aver perso la missione, ma la compagna.
Alzando il volto arrossato dal sangue, che violento irrigò ogni cellula del corpo, le sue lentiggini parvero mimetizzarsi. Serbò al figlio di Iride uno sguardo talmente truce, frutto di un sentimento che a stento riconobbe appartenergli.

Lo odiò. Desiderò ucciderlo! Ammise la parte più profonda del suo cuore.

Gli occhi blu scuri di Ike apparvero più cupi, e in volto un ghigno inappropriato innescò la violenta reazione del figlio di Efesto. Il tedesco si scagliò come una furia contro colui non riconosceva più come amico. Al suo incedere, i teschi calpestati vennero sbalzati disordinatamente. Axel, con i polmoni pieni d'aria pronti ad emettere fiamme, ebbe tutta l'intenzione di incenerire Ike. E non era certo che si sarebbe fermato solo a quello.

Ike, bloccato in quella posa vittoriosa e vanesia, ruotò il viso in direzione del tedesco arcinfuriato e...

«BASTA!» gridò ancora una volta Yuri. Dal suo tono non uscì nulla di sovrannaturale, a parte tutta l'autorità semidivina della quale il suo genitore ultraterreno l'aveva investito.

Il pavimento tremò, le migliaia di ossa furono sbalzate contro le pareti rocciose circolari, appresso anche i semidei litiganti che finirono in mezzo a quel putiferio.

«Senti!... tu e la tua voce eh!» strillò Axel tirandosi su malfermo, serbando anche a Yuri una buona dose di rabbia, poiché lo reputò in parte colpevole della sciagura appena consumata. Ma Yuri non gli consentì di fiatare oltre.

«TU!» Yuri indicò con un dito Ike, individuandolo con precisione chirurgica.
«VAI VIA!» gli ordinò.

«E fai andare via pure me!» lo schernì Axel che rivolse nuovamente l'attenzione al bastardo uccisore di Justice. Lo vide esattamente come lui voleva. Il figlio della dea messaggera, dopo l'ordine impartito dal cieco, cadde a terra contorcendosi sofferente. Emise suoni innaturali dalla bocca.
A quel punto il figlio di Efesto ebbe un ravvedimento e puntò la vista su colui il quale non ne aveva. Era ancora lì, appoggiato al bordo del pozzo di pietra con il dito indicatore puntato su Ike. Axel si sentì confuso.

Dagli occhi di Ike fuoriuscì un'ombra nera come le tenebre e palpabile come velluto. Axel stentò a credere a ciò che stava vedendo. Quell'informe massa fumosa prese corpo come un'ombra umana, nonostante di umano non avesse nulla. Ike iniziò a tremare come un epilettico prima di svenire.
L'informe essere parve soffrire più del corpo che poc'anzi lo aveva ospitato, ed emise imploranti gorgoglii richiedenti pietà.
Ma non ne ottenne.

Yuri proseguì con la sua imperiosa vocalità a scacciare l'ombra dalla quale avvertì solo malvagità.

«Dì a chi ti ha mandato che la torre della sua superbia ha fondamenta fragili, ed IO LA DISTRUGGERÒ!»

Quelle parole, l'ultima sopra ogni altra, echeggiò nella mente di Axel. Persino lui, che non era avvezzo a grandi ragionamenti, non poté negare a sé stesso d'aver compreso l'esatto significato della profezia che aveva spinto lui, Justice e Ike ad intraprendere quel viaggio impossibile.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaWhere stories live. Discover now