6 - JUSTICE KASSIDY, IKE IVOR, AXEL HEBERHELM, visite a domicilio

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Sorvolando l'oceano, Justin ripensò alla sera prima. Sola nella sua casetta in stile vittoriano, era immersa nei libri, seduta sulla scrivania, appena distante dal letto dalla testiera scolpita a forma di civetta. Gli elementi della profezia, le parole aggiunte da Artemide e le congetture formulate, le scorrerono nella mente. Col capo chino, il volto protetto dai lunghissimi capelli scuri, allungò la mano alla ricerca di un volume, e una mano gentile glielo porse.

«Grazie mamma...» emise bisbigliando le proprie conclusioni quando, ad un certo punto, rischiando un colpo di frusta, si rizzò scattando in piedi. I fluenti capelli, un attimo prima spalmati sulla scrivania, caddero lungo la schiena disegnando una rapida raggiera nell'aria.

«Ciao! Cioè... madre, volevo dire, mia signora!»

Justice, pur non essendo facile da sorprendere, nel vedere la dea Atena, apparsa con l'aspetto di una prof con tanto di occhiali dalla montatura fantasma sul naso e i capelli raccolti a cipolla, rischiò quasi un colpo apoplettico!

La dea indossava disinvolta una maglia di cotone intrecciato con i ferri, dal color lavanda, e un paio di jeans scuri. Il collo, ben visibile, adornato da una semplice catenina d'oro con un pendaglio circolare, le conferiva un aspetto austero e severo. Lo sguardo, impreziosito da sopracciglia sottili, esprimeva potere logico, analitico, e tanto, tanto timore.

Justice fece un inchino modesto, dimentica che quando un genitore divino appariva in veste informale, non era necessario seguire l'etichetta.

«Figlia mia!» rispose con tono neutro la divinità della sapienza. «Eventi funesti attendono l'Isola di Vera Delo, tu devi cercare il semidio non riconosciuto e ascoltarlo, con molta attenzione. Soprattutto, ricorda ciò che ti dirà».

La sfida annunciata da Atena accese la determinazione negli occhi della figlia.

«Madre, come posso partire per una missione non autorizzata ma necessaria?» le domandò curiosa.

«Sai già che intraprenderai questa missione indifferentemente dall'autorizzazione, ma non sarai sola, non sarà facile, e forse...», alla dea si spezzò la voce.

«E forse non tornerò indietro» concluse Justice. «Come ogni missione, l'eventualità di non tornare è da mettere nei presupposti, si sa»

« Sei intelligente, non temere di servirti delle tue conoscenze. Non avere paura. La paura appartiene agli ignoranti. Infondi paura a chi intralcerà il tuo cammino! » suggerì la madre divina, esprimendo persino con lo sguardo, la raccomandazione di far di tutto pur di ritornare sana e salva a casa.

Con un gesto scaltro si tolse la collana col pendente circolare e lo agganciò al collo della figlia. «Ti dono lo scudo di Perseo. Ne sei meritevole. Vai sul lato est dell'Isola, troverai la strada e ciò che serve per il viaggio».

Justice si rimirò il dono della madre e la ringraziò. Approfittando della presenza della dea, si voltò per prendere le carte sulle quali stava studiando, per chiederle un parere, ma ella svanì in una nuvola grigia. Le parole le rimasero mute in bocca. Ma se ne capacitò subito.

«Mi ha dato ciò che mi serve per partire» borbottò non riferendosi al dono dello scudo, bensì alla motivazione: qualcuno da cercare, la chiave dell'enigma, e magari qualcosa da imparare.

Axel, pilotando con orgoglio uno dei mezzi costruiti a tempo di record, ripensò al tempo trascorso nel suo garage, ubicato nel quartiere di Efesto, nascosto in mezzo alle altre botteghe del bronzo.

Le sue mani stavano assemblando le lastre di metallo bronzeo, e unendo a esse dei minuscoli motori a propulsione, la bocca farfugliava liberamente.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaWhere stories live. Discover now