47 - JUSTICE IKE AXEL e la giusta scelta

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Perla guardò il padre e, come già capitato ai precedenti semidei, anche lei riconobbe una parte di sé nello sguardo del genitore sovrannaturale, così ne accettò la legittimità.

Justice osservò l'amica con espressione commossa. Voleva anche lei abbracciare suo padre. Voleva poter dire qualcosa a Perla. Ma nemmeno con tutta la sua intelligenza riuscì a trovare parole adeguate.

Lentamente scivolò verso la porta che dava verso il ponte emerso della nave. Notò lo sguardo di Perla e lo incrociò. Si batté il cuore con la mano. Il volto rigato dalle lacrime. L'amica si svincolò dalle possenti braccia del dio e le corse in contro abbracciandola strettamente, poiché intuì empaticamente il suo lo stato d'animo.

Fece il suo ingresso il sileno che, più prostrato di prima, portò il suo reverenziale saluto ad uno degli dèi più potenti dell'Olimpo.

«Porta a casa Perla», gli ordinò Poseidone prima di svanire così come era apparso.

Mancavano pochi minuti e la nave sarebbe stata divorata dall'Oceano. Il resto dei passeggeri era già al sicuro sulla terra ferma.

Il sileno tranquillizzò le ragazzine informandole che presto sarebbero venuti a prenderli.

«Che cosa stiamo aspettando, un taxi?» esclamò Justice notando con la coda dell'occhio una cosa insolita per una nave: un deltaplano pronto all'uso adagiato pericolosamente sul parapetto sbileco. Giudicò adeguato il vento che soffiava.

Le onde del mare si fecero via via sempre più alte, e infierirono impietose contro il relitto.

Proprio come aveva supposto sarcasticamente, Justice vide sul serio una specie di taxi sfrecciare sul pelo dell'acqua oceanica. "Finirò mai di sbalordirmi oggi?"

«Vieni con me, Perla!» suggerì Justice dichiarando di voler ritornare da suo padre»

«Ma come?»

Justice indicò con lo sguardo il deltaplano.

«Tu sei pazza! Soffro di vertigini io! Ho paura»

«Non più di questi strani individui, spero!»

Nel mentre, l'auto avvistata si avvicinò e l'autista si sporse dal finestrino.
«Servizio trasporto della ditta Ermes & figlio al vostro servizio!» gridò un ragazzo abbronzato sulla ventina, dai capelli corti, e dall'aria scanzonata. Poi si sbracciò in direzione del Sileno, incuriosito dai fagottini che aveva in braccio.

«Giovincello Aliseo, non è il momento giusto per scherzare!»

«Sicuro!» ribatté incurante l'autista che, con un comando vocale, attivò un sistema a montacarichi, cosicché le portiere dell'auto si adeguarono al livello del relitto affondante.

«Justice, io...»

«D'accordo Perla, fai come vuoi. Resterai comunque per sempre nel mio cuore! Addio!», le disse correndo verso il deltaplano al quale si imbragò a velocità sorprendente, e poi cadde giù dal parapetto un attimo prima che una poderosa folata di vento la spedisse in cielo. Il mezzo triangolare imboccò la direzione della spiaggia. La mossa di Justice aggiunse altra ammirazione agli occhi di Perla.

Aliseo e il Sileno subirono il fascino della coraggiosa ragazzina.

«Che tremenda, Justice!» esclamò Perla.
Il Sileno le chiese se conosceva quella ragazzina scatenata. Perla gli raccontò di come Justice aveva affrontato i mostri polpo. Parlapiano scoprì che sul serio aveva trovato due semidee. "Come ho fatto a non capirlo? Solo i figli degli dèi sono in grado di fronteggiare i mostri che serpeggiano nel mondo esterno".

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaWhere stories live. Discover now