26 - A VERA DELO - DAPHMOA, alias DAFNY

120 32 44
                                    

Varcata la soglia di casa, Dafny si precipitò a cercare qualcosa per pulire l'abito della mamma, ma scoprì che non ce n'era bisogno. La dea infatti, agitando impercettibilmente un mignolo, fece ritornare il prezioso abito lindo come prima.

Dafny, notando il prodigio, sbuffò virando verso il forno, decisa a salvare la torta.

Lei non era mai stanca dei suoi lavori, ma affrontare la madre la spossava alquanto.

«Permetti che ti dia una mano tesoro»

«No mamma, no, il tuo aiuto no!», la implorò la figlia, conoscendo bene in cosa consistevano i suoi "aiuti". E come volevasi dimostrare, dal piano di sotto madre e figlia si ritrovarono sul terrazzo, dentro un gazebo di quercia bianca, già sedute a un tavolino tondo adorno di tovaglia candida, e servizio da caffè con un dolce meringato confondibile con le nuvole. Era tutto pronto. La torta rovesciata all'ananas sul vassoio, i piattini dove servirla e le posatine dal manico d'oro, i tovagliolini bordati di pizzo, la teiera di vetro porcellanata e le tazzine abbinate. L'allestimento rispecchiava le abitudini di Dafny quando riceveva gli amici più cari. Solo che senza i poteri della madre ci impiegava più tempo.

«Allora? Che ne dici? Va meglio così?»

«Sicuro! Con tutto questo bianco, la mia pelle nera si nota anche dallo spazio!»

«Si, hai ragione», rispose seria la dea osservando la tuta bordeaux bucata sotto le ascelle e Il fazzoletto sporco in testa.
«No, mamma ti prego non lo fare!»

Una nuvola di petali di rose apparve dal nulla avvolgendo il corpo sgraziato della ragazza, e quando si dissolse, uno sgargiante abito stile impero a vita alta color turchese, legato sotto il generoso seno da un nastro di seta gialla trasparente, prese il posto della vecchia tuta. I capelli nerissimi e raspi divennero luminosi, pettinati e raccolti in un'alta acconciatura, adornati con boccioli di rose gialle. Tutte cose adatte a chi se le può permettere, pensò Dafny. Privata della tuta, sentì le braccia grassocce nude e indifese. Il sontuoso abito e le scarpe col tacco vertiginoso che stava cavalcando le diedero l'impressione d'essere un trampoliere da circo.

«Sei davvero bellissima!» esclamò la madre.

Dafny le sorrise. «Perché, invece di regalarmi vestiti per me improponibili, non mi dai ciò di cui avrei davvero bisogno?»

«Affatto!» Ribattè la dea. «Non devo darti nulla di più di quanto hai già avuto»

«Sul serio?» intercalò la ragazza allargando le braccia mostrandole la sua notevole figura.

«Mhm... si hai ragione», convenne Afrodite che, con un gesto della mano, fece apparire sul collo taurino una collana d'oro con un pendente a forma di rosa.
«Così è perfetto!» sorrise la divinità con calore materno. «Ma adesso siediti che il tè è pronto».

Dafny sospirò. Si sedette rassegnata. Era evidente il desiderio di essere magra come le altre sorelle e fratelli di quartiere, ed era evidente che Afrodite non glielo voleva concedere.

La paletta del dolce si mosse sola, aleggiando sul tavolino e distribuì le porzioni di dolce nei rispettivi piattini. Anche la teiera versò la calda bevanda nelle tazzine, seguita dalle zollette di zucchero che si calarono danzando nel liquido ambrato.

Consumando la merenda, madre e figlia discorrerono.
Dafny affrontò le pungenti asserzioni della dea rispondendo con pazienza.

«Allora, mamma, a cosa devo questa nuova visita? A parte l'aver colorato di rosa le mie galline e addobbato me come un tendone da circo?»

«Cara, ho da assegnarti una missione», annunciò sorridendo. «Sai che tre ragazzi sono partiti per il mondo esterno alla ricerca di un semidio che porterà la distruzione di Vera Delo?»
Dafny non sapeva niente e non ne fece mistero ma, grazie alla mamma, le sue lacune furono colmate, tra una fetta di torta e un sorso di tè.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaWhere stories live. Discover now