12. "Mani sul petto"

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Bianca's Pov

"Mamma, smettila!" Le grido. Lei fa il giro del bancone della cucina così da avermi faccia a faccia e mi punta il dito contro.

"Non ti permettere, signorina! Sai anche tu che le tue sorelle non devono mancare alle prove del coro della chiesa e tu che fai quando io sono a lavoro? Non le mandi, certamente!" Apre le braccia facendo la melodrammatica.

"Ma se non volevano andare non potevo mandarle senza che loro avessero voglia!" Ribatto.

"E dovevi mandarle. Devono capire che nella vita si fa il dovere come anche il piacere e questo era un dovere, Bianca Reed!" Esclama camminando per la cucina facendo sentire in tutta la stanza il rumore dei suoi tacchi.

"Senti, va in camera tua che forse è meglio." Apre il frigo prendendo una bottiglia d'acqua ed un bicchiere di vetro dalla credenza.

"Io me ne vado, che è meglio per me!" Calco di più sulle due parole finali. Prendo la giacca con il sottofondo di mia madre che mi ordina di tornare subito in casa e andare in camera mia. Faccio finta di non ascoltarla e, come mio solito, prendo le cuffie e mi rinchiudo nel mio mondo.

Alzo il cappuccio della giacca e inserisco le mani nelle tasche della giacca blu mentre percorro la strada, la quale brullica di bambini che imbucano la letterina per Santa Claus. Mi avvicino alla grande scatola rossa piena di decorazioni che funge da buca delle lettere e sorrido ricordando i momenti della mia infanzia quando lo facevo anch'io. La strada tra la 25esima e la 26esima strada è piena di genitori, persone anziane e persone della mia età o poco o più che si affrettano a comprare gli ultimi regali natalizi.

Decido di entrare in un negozio mai visto prima, così, per fare un giretto. Apro la porta interamente fatta di vetro e il suono di un campanellino mi da il benvenuto. Chiudo la porta e vedo che il negozio è pieno di gente impegnata a vedere la merce esposta sugli scaffali.

"Buongiorno" Guardo la commessa che, a sua volta, mi sorride. Con le mani in tasca, decido di gironzolare qua e là per il negozio, chissà, magari trovo qualcosa per le gemelle. É un negozio appena aperto, non l'ho mai visto prima d'ora. Ormai, mi sposto per il negozio senza un motivo vero e proprio, il solo pensiero di stare lontana da casa mi fa stare bene, mi da un senso di libertà che non provo quasi mai con loro attorno.

"Ha bisogno d'aiuto?" Mi volto per vedere di chi possa essere quella voce ed una giovane ragazza con dei grandi occhi blu mi sorride.

"Oh! No, grazie mille, stavo vedendo un po' la merce esposta. Il negozio è stato aperto da poco, se non sbaglio" Mi stringo di più nel mio cappotto e le sorrido lievemente.

"Non si sbaglia signorina, la proprietaria è mia madre" Indica col capo la signora dietro al bancone, la donna che mi ha sorriso appena varcata la soglia.

"Capisco..." Annuisco.

"A dire il vero si, mi servirebbe una piccola informazione" Mi torturo le mani.

"Certo, mi dica!" Esclama lei.

"Avete dei giocattoli?" Chiedo e lei sorride facendomi segno di seguirla.

"Terzo reparto, quarto e quinto scaffale" Mi indica un punto poco decifrabile a causa delle persone che riempiono il negozio.

"Ti ringrazio!" Esordisco. Mi incammino verso il terzo reparto e non posso fare a meno di notare i diversi oggetti che ricoprono le pareti. È un negozio a passo con i tempi se così vogliamo chiamarlo. É pieno zeppo di oggetti da parte di alcuni paesi del mondo, riesco anche a intravedere una maschera africana posizionata proprio accanto ad uno scaffale di libri.

Cross †Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum