3. "Iris."

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Bianca's Pov

«Bí! E se per Natale andassimo a Narnia?» Mi propone la piccola Jocelyn. Ridacchio per la sua proposta ma cerco di non farlo notare.
«Mi sembra una buona idea» Avvicino il mio naso al suo per poi farla sorridere quando quest'ultimo si scontra a destra e a sinistra con il suo.
«Bianca, vieni un minuto?» Mi chiede papà facendo irruzione in salotto.
Annuisce col capo e mi alzo dal divano svogliatamanente con la grazia di un elefante. Mi faccio una coda di cavallo così da domare, almeno per un po', i miei capelli ribelli che oggi non vogliono stare al loro posto sebbene io abbia messo più lacca oggi che in tutta la mia vita.
Mio padre passa molto tempo nel suo studio, e come dargli torto? Lui è un avvocato, anche molto stimato qui nel Michigan, devo dire.
«Vieni avanti, Bianca» Mi fa segno di farmi avanti.
«Cos'ho fatto?» Chiedo sedendomi davanti alla sua scrivania.
«Oh, niente» Dice guardando alcuni fogli.
«Solo che vorrei che tu fossi più dolce con tua madre» Mi guarda per qualche secondo.
«Ma io sono dolce a mio modo. Se lei non lo capisce, beh, non è un problema mio.» Alzo gli occhi al cielo.
«Si Bianca, però vorrei che almeno tu faccia un passo in avanti. Una parola di conforto, un "come stai?", un passo alla volta» Mi dice calmo sorridendomi lievemente.
«Papà, lo sai che non rientra nel mio carattere fare queste cose. Potrei provarci, ma non posso cambiare il mio carattere dalla sera alla mattina.» Lascio la mia testa cadere all'indietro.
«Ah beh, lo so. Ma nella vita si cambia, e forse è arrivato il momento anche per te di cambiare. Non dico di cambiare in tutto, solo che alcuni aspetti del tuo carattere dovrebbero essere migliorati» Alza le spalle.
Mi alzo sentendo i sospiri di mio padre. Apro la porta e torno al piano di sopra. Entro in camera mia e mi stendo sul mio letto con in mano il cellulare. Chatto un po' con Iris e rispondo alle diverse chat.
Il cellulare inizia a vibrare in modo duraturo, segno che qualcuno mi sta chiamando. Mi spunta subito un sorriso quando leggo il nome di mia cugina a caratteri cubitali.
«Ehi, Iris!» La saluto giocherellando con la fodera del cuscino sul mio ventre.
«Bí!» Mi saluta allegramente.
«Come va la vita?» Mi chiede.
«Tutto bene, se non fosse che secondo papà dovrei cambiare certi versi del mio carattere» Sbuffo alzando gli occhi al cielo ricordando le sue parole.
«Beh, ha ragione» Ride
«Ha ha ha» Faccio finta di essermela presa, per poi alzare gli occhi al cielo.
«Dai, su!Oggi ti vengo a prendere, devi cambiare anche il tuo guardaroba direi» Finisce la frase facendo finta di avere un conato di vomito.
«Cos'hai contro i miei jeans?» 
«Contro i jeans nulla, ma contro le maglie e le felpe avrei tre libri pieni zeppi di insulti!» Ride.
«Ma...» Dico sentendola ridere.
«Ci si vede dopo, Bí!» Mi saluta continuando a ridere.
«Si si, a dopo» Biascico prima di staccare la chiamata.
Lancio il cellulare sul letto e, alzandomi da esso, vado davanti all'armadio. Apro le ante nere lucide e prendo alcune maglie e felpe.
Eppure la mia felpa dei Nirvana è così carina, cos'ha contro di lei? Oppure la mia felpa grigia con il teschio sopra?
«Pff, non capisce nulla!» Esclamo riposando nell'armadio le felpe.
Prendo le mie converse alte nere e le metto, faccio partire la mia playlist preferita su Spotify ed applico un filo di trucco.
«O collaborate, o sarò costretta a tagliarvi!» Minaccio l'immagine dei miei capelli riflessi nello specchio.
Pettino i capelli biondi ma senza successo. Sospiro e decido di fare un semplice chignon, almeno non si dovrebbe notare nulla. Prendo il mio giubbotto e la mia borsa a tracolla verde militare, spruzzo un po' di profumo e mi guardo per qualche secondo allo specchio. Il campanello suona e la prima che va ad aprire la porta è la piccola Giuly. Iris saluta Giuly con un bacio sulla testolina bionda per poi lasciarne due sulle mie guance.
«Soldi?» Chiede.
«Presi.» Affermo.
«Iris, che piacere vederti!» La saluta mia madre.
«Zia! Anche per me è un piacere!» L'abbraccia.
«Dove andate?» Ci chiede guardandoci.
«A fare shopping» Le dico, lei annuisce e dopo le diverse raccomandazioni, ci lascia uscire.
«Che freddo che fa!» Mi lamento inserendo le mani nelle tasche del giubbotto.
«Si» Mi da ragione prendendomi sotto braccio.
«Poi mi dici come fai a camminare con quelli» Indico col capo i suoi stivaletti bassi con un po' di tacco.
«Bianca, sono comodi e non troppo alti, sei tu che vedi cose inesistenti» Li guarda.
«Sarà» Guardo davanti a me.
Parliamo del più e del meno, dei voti a scuola e delle materie da recuperare entro pochi mesi prima delle vacanze di Natale.
«Manca quasi un mesetto a Natale» Nota.
«Già» Rispondo.
«Cosa vorresti?» Mi chiede all'improvviso.
«Cosa? Nulla, cioè, non voglio regali da te. Non voglio che spendi i tuoi soldi per me.» Sorrido lievemente.
«Come se non mi conoscessi» Sbuffa alzando gli occhi al cielo.
«Aspettati un qualcosa di firmato!» Ride.
Alzo gli occhi al cielo e continuamo a camminare verso il piccolo centro commerciale situato qui, nel Michigan.
«Tra l'altro, l'altro giorno ho visto Noah» L'avviso con molta felicità.
«Davvero?» Si gira con un sorriso a trentadue denti.
«Noah è sempre stato carino con me, peccato che sia dell'altra sponda, è molto carino» Alza le sopracciglia sorridendo sapendo che tra non molto avrei tirato il solito sospirone per farle capire che è senza speranze.
«Ah! Lo sai che papà verrà per le vacanze di Natale?» Mi luccicano gli occhi all'udire di quelle parole magiche per me. Iris mi accennò un po' di tempo fa che stava convincendo suo padre a passare le vacanze natalizie qui a casa sua come ogni anno... O quasi, ma non voleva illudersi, sapeva che il ruolo di suo padre nella marina militare è molto importante, e non voleva insistere al tal punto da farlo litigare con il suo superiore.
«E si, dentro di me sto esultando come una matta, visto che non posso farlo fuori» Tenta di reprimere un sorriso vispo notando il gruppo di persone dietro di noi che aspettano di entrare nel centro commerciale. Passata l'entrata, un calore non indifferente ci dà il benvenuto e le numerose lucine natalizie e le decorazioni riguardante questa festività non sono ovviamente da meno. Il centro commerciale è molto grande, vanta di due piani in cui andare e tutto ciò che gli manca è solo un luogo appartato in cui mangiare visto che molte volte mi sono ritrovata in questo centro commerciale e avevo una fame grande come una casa, peccato che ogni volta sono dovuta andare in un fast food a circa 15 minuti lontano da qui.
«Vorrei prendere un cardigan carino per Natale» Adocchia un negozio nel quale ci sono stata altre volte con mamma, è carino, ma nulla di ciò che hanno mi fa impazzire.
«Se almeno per la cena coi parenti a Natale non ti vesti in modo elegante ti sbrano» Arriccia il naso sorridendo rendendo la frase meno inquietante.
«E se tu non stai zitta e fili in quel negozio in meno di un minuto ti faccio fare da babysitter per un weekend alle mie sorelle» Riproduco i suoi stessi gesti facciali.
«Non sia mai!» Entra nel negozio esclamando un sonoro "buonasera".
Nel negozio, l'aria di Natale è rappresentata solo dalla finta neve messa a caso sul bancone, ma per il resto è 0. Guardo un po' i vestiti che ci sono, ma nulla di tutto quello che vedo sembra piacermi. I vestiti eleganti non fanno al mio caso, aggiungendo anche che siamo in famiglia e quindi sentire lo sguardo dei tuoi familiari puntati addosso non rientra nei miei hobby.
«Guarda lì» Fa un mezzo sorriso indicando con la testa un altro reparto poco lontano da quello in cui sta vedendo lei. Le casse del negozio rimpiazzano Ed Sheeran con Sam Hunt e non posso far altro che essere estasiata poiché quella che sta risuonando è "Break Up In A Small Town", una delle mie canzoni preferite di Sam.
«Immagino già le occhiatacce di mia nonna vedendomi con questo addosso» Ridacchio vedendo il vestito rosso con aggiunta di una vertiginosa scollatura.
«Ma dico io: fa freddo, è Natale, con uno di quelli morirei di freddo» Sussurro avviandomi verso Iris che, dal canto suo, ha la bellezza di tre o quattro abiti appoggiati sul braccio.
«Alla faccia del "devo prendere un cardigan"» Rido canzonandola.
«Dai Bianca!» Mi guarda trucidandomi con lo sguardo.
«Devi far colpo su qualcuno, mia bella Reed?» Alzo l'angolo della bocca e tento di dar vita al mio tono malizioso.
«Si, sul cane di tua nonna» Risponde dandomi tutti i vestiti che aveva in mano.
«Invece di prendermi in giro, renditi utile e dimmi quale ti piace di più» Entra nel camerino.
«E non ti muovere!» Mi intima.
Alzo gli occhi al cielo e mi siedo su una della due poltroncine che ci sono davanti al suo camerino. Guardo di vista il cellulare non trovando nessuna notifica. Il negozio è molto costoso e se non sapessi che la nostra famiglia è benestante, avrei detto ad Iris di scappare facendo finta di nulla lasciando lí i vestiti. Non è un fattore economico, è un fattore di gusti. I suoi vestiti a me non piacciono, come i miei non piacciono a lei, tutto qui.
«Pronta?» Mi dice quando meno me lo aspetto.
«Si» Sbuffo.
Svista le tende ed esce fuori con il sorriso stampato sul volto sfoggiando il suo vestito verde scuro con alcune parti ricamate.
«Ti piace?» Mi chiede guardandosi di lato nello specchio.
«Si, carino» La guardo.
Si guarda per un altro po', ma non convinta, rientra subito dopo chiudendo le tende.
«Ma tanto lo sai che a me non piacciono di sicuro, cosa me lo chiedi?» Sussurro alzando gli occhi al cielo.
«Cos'hai detto?» Mi dice mentre si cambia.
«Nulla!» Dico a mia volta ridacchiando ma tento di non farlo notare.
«Questo si!» Esclama all'improvviso.
Scosta le tende e sbuca fuori da dietro di esse con un vestito blu notte semplice lungo fino al ginocchio e stretto, molto stretto.
«Ma respiri?» Le chiedo preoccupata per la sua vita.
«Simpatica» Coglie la mia ironia con un sorriso palesemente finto.
«Dai, questo mi piace» Sarà per la semplicità, o sarà perché è un po' più lungo rispetto a certi abiti che ho visto oggi, ma fatto sta che mi piace tanto.
«Hallelujah!» Ride.
«Ti prego, non parlarmi di cose di chiesa» Alzo gli occhi al cielo.
«Scusa mia bella atea» Mi prende in giro lei, stavolta.
Fosse per quello...
Gli occhi di quel ragazzo non me li levo dalla testa, eppure devo, lui sta per diventare parte della chiesa della mia città, e non posso pensare a queste cose. Lascio credere ad Iris che le mie parole siano perché non credo in Dio, e la lascio fare mille pose allo specchio cercando di trovare qualche minimo difetto.
«Ma tanto sei perfetta, che difetti vuoi trovare?» Sbotto in modo seccato.
«Amore!» Esclama guardandomi prolungando la vocale. Alzo nuovamente gli occhi al cielo e mi alzo dalla comoda poltrona nera. Mentre lei si cambia, gironzolo per i vari reparti che ha il negozio, finché non arrivo in un reparto dedicato interamente alle tute eleganti. Accarezzo le stoffe lisce dei vestiti, ma solo dopo guardo il prezzo di uno di essi.
«Ok che sono benestante, ma non spenderei mai 130$ per un vestito!»
Strabuzzo gli occhi lasciando il cartellino.
Guardo ancora per poco i diversi abiti, finché Iris non mi affianca con il vestito blu notte fra le mani.
«Oi, hai trovato qualcosa?» Chiede accarezzando anche lei la stoffa di uno degli abiti.
«Uhm, si diciamo, ma non spenderei mai questa cifra» Mostro il cartellino della tuta bianca in pizzo.
«Mhh» Mi guarda creando un linea con le labbra.
«Tu no, io si» Sorride dandomi in mano la stampella.
«No. Tu sei pazza!» Esclamo cercando di posare il vestito.
«Si, lo so, ma prendilo come un regalo anticipato di Natale, dai!» Quasi mi implora.
«Non voglio farti spendere così tanto» Sospiro.
«Non pensare almeno per una volta alla cifra!» Esclama.
Sospiro e prendo l'abito che ha tra le mani per poi dirigermi con lei ai camerini. Lei si siede al mio posto di prima, mentre io entro nel camerino.
Inizio a spogliarmi facendo attenzione ad indossare l'abito di pizzo. Sebbene abbia avuto qualche difficoltà ad alzare la zip sulla schiena, alla fine mi specchio. Fascia il mio fisico, cade molto leggero sulle gambe stringendo un po' sul seno e sulla pancia.
«Fatto?» Mi chiede impaziente.
«Si» Mi do un ultima occhiata.
Una volta scostato le tende, Iris sorride cacciando fuori un sospiro.
«O lo prendi, o lo prendi!» Mi dice alzandosi.
«Sei stupenda!» Si mette dietro di me così da guardarmi anche lei dallo specchio.
«Ti piace?» Chiede sorridendo ancora.
«Si» Guardo il pizzo.
«Solo che questo...» Lascio la frase lì indicando la parte di sopra con l'effetto vedo non vedo.
«Oh! Non preoccuparti, mica muori se per una sera c'è quest'effetto!» Esclama con non chalance.
«Sarà» Dubito.
«Allora? Lo prendi?» Mi guarda dallo specchio.
Annuisce anch'io con un sorriso stampato sul volto. Iris sorride ma subito dopo entro nuovamente nel camerino per cambiarmi.

Angolo Autrice
Hey! Come state? Spero bene❤ volevo informarvi (per chi non mi segue da un po') che ho un PROFILO PRIVATO SOLO PER NOI su instagram💙💙😍 si chiama:" lestoriedirita " fateci un salto, ci sono molte cose belle e, talvolta pubblico anche spezzoni di capitoli pronti per essere sfornati 😂😂❤ vi auguro una buona serata ✨

Scusate eventuali errori

Revisionato il 30/07/18

Cross †Where stories live. Discover now