5. "Regali"

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Bianca's Pov

«Allora, com'è andata a scuola?» La voce calma di mia madre risuona nella stanza mentre prepara il pranzo.
«Nulla, solito.» Rispondo sedendomi su uno sgabello posizionato davanti al bancone della cucina.
«Oggi sono andata a comprare i regali di Natale» Sbotta fuori da nulla facendomi alzare il capo dallo schermo del cellulare.
«Si?» Chiedo ricevendo un 'mh mh' da parte sua. Giusto, i regali di Natale! Sono sempre stata una frana in questo ed ogni anno  indago su cosa possa piacere in quel periodo alla persona a cui spetta il regalo. Onestamente questo è forse la cosa che odio di più del Natale.
«Mamma, ti prego, dimmi cosa possa piacere a papà!» Chiedo congiungendo le mani.
«Togliendo il fatto che ti sei messa in segno di preghiera» Nota ridacchiando facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Onestamente lui ha detto che non vuole nulla, ma lo sai come sono ed ho indagato un po'» Continua. Si guarda un po' intorno e mi intima di avvicinarmi a lei, lo faccio e mi sussurra qualcosa all'orecchio.
«Oddio, grazie mamma!» La ringrazio.
Un orologio, un banalissimo orologio da polso. Penso un po' a quanto io abbia risparmiato in estate grazie ai miei lavoretti in giro per i diversi bar pomeridiani per poi cercare sul sito della gioielleria più vicina a casa mia e controllo un po' i diversi prezzi.
Alla vista delle cifre sullo schermo, strabuzzo gli occhi e sospiro profondamente chiudendo la pagina del negozio. Niente da fare, quest'anno mi limiterò ad una letterina come quando ero piccola.
Dopo essermi buttata giù interiormente, mia madre chiama gli altri componenti della famiglia per pranzare tutti insieme. Il brutto tempo, in questi giorni, non ci vuole proprio dar tregua e quei nuvoloni grigi non fanno altro che ricordarmi quel giorno in quel Ares mi ha offerto un passaggio.
«Bianca, su, mangia.» Mi dice papà indicando il piatto fumante di pasta.
«Ah, si.» Mugugno.
Qualche ora più tardi dal pranzo, decido di salire su in camera per studiare un po' ma delle nocche che battono sulla porta della stanza, mi distolgono dallo studio.
«Avanti!» Esclamo.
«Bianca, studiavi?» Nota mia madre guardando i miei libri e quaderni sulla superficie della scrivania.
«A quanto pare» Scrivo l'ultima parola sul quaderno.
«Cosa volevi?» Chiedo cordialmente.
«Dopo, sempre se vuoi, andiamo insieme a scegliere i regali che hai da fare» Mi ricorda. Sul mio viso compare un sorriso ed annuisco rendendendola allegra. Dopo un po', chiude la porta ed io rimango a guardare i libri sparsi qua e là.
Negli ultimi tempi ciò che sembrava insopportabile, ora è alquanto sopportabile, e non mi riferisco solo a mia madre. Credo faccia parte della vita, no? Le cose cambiano, non possono rimanere tali per sempre.
E se facessi una pazzia? Se mettessi in piazza ciò che sono, sento e provo in forma anonima? Mi catapulto sul mio letto dove, adagiato su esso, c'è il mio fedelissimo computer. Lo apro e cerco su internet come si crea un blog e, seppur dopo tanto tempo per capire esattamente quali erano le cose da fare, mi ritrovo a decidere il nome da dare a questo mio blog. Voglio che sia in forma anonima, nessuno deve sapere che io sono colei che scrive attraverso uno schermo. Lo cosa sembra farsi sempre più ardua, tant'è che sto facendo anche pensieri molto poco realistici.
«Ok, deve essere una cosa che mi rappresenta, che sento mia ma che, allo stesso tempo, non deve far capire che sia io.» Parlo da sola. Il mio nome urlato dal piano di sotto da mia madre.
Spengo velocemente il computer mettendo il blog in secondo piano e, mentre scendo le scale, due testoline bionde mi vengono incontro.
«Hey, pesti!» Le richiamo ma loro nulla, continuano a correre sulle scale. Scendo l'ultimo gradino della scala e vedo mia madre intenta a legarsi le ciocche dei capelli che fuoriescono dalla sua pettinatura spettinata.
«Sei pronta?» Chiede ma riceve la risposta da sola guardando il mio bellissimo maglione lungo rosso e i piedi coperti solo da dei calzini poco natalizi.
«Ok, ho capito, vado su a vestirmi e scendo» Stavolta sono io a correre sulle scale.
Spalanco la porta della mia stanza e la chiudo subito dopo per poi catapultarmi davanti alle ante dell'armadio.  Afferro la prima maglia che capita a tiro: una blu notte ed un pantalone nero a caso. Tolgo il maglione lungo e mi affretto ad indossare i capi prescelti dato il contatto del mio corpo caldo con l'aria fredda. Metto le scarpe e prendo la mia borsa a tracolla mettendola sulla spalla sinistra, scendo le scale e vedo mia madre che mi aspetta sul divano del salotto.
«Pronta!» Esclamo richiamando la sua attenzione. Una volta usciti di casa, raggiungiamo la nostra auto entrando al suo interno. Dopo quasi venti minuti di macchina, arriviamo al centro commerciale della città dove mia madre si da alla pazza gioia ogni Natale.
«Vieni, qui troveremo qualcosa adatto anche per le gemelline» Mi guida verso uno dei reparti giocattoli del centro commerciale.
Che abbia inizio la nostra ricerca verso i regali di Natale.

Angolo Autrice
Chiedo venia, non sapevo cosa scrivere e so che questo capitolo è davvero molto corto, ma non ce la facevo a scrivere tutto il capitolo per oggi e allora ho deciso di tagliarlo in due parti. Oggi è il 23 dicembre ed io ci tenevo a farvi i miei sinceri auguri di Natale e anche di anno nuovo anche se sarà un anno sempre pieni di 'mai na gioia' 😂❤ vi voglio bene 🎄🎄🎄🎋🎋

Revisionato il 13/08/18

Cross †Where stories live. Discover now