Capitolo trentaquattro

Start from the beginning
                                    

Lui sembra visibilmente sollevato. «Hans ti ha già chiamato? Sai già quando inizierà il processo?».

Scuoto il capo. «No, prima dovranno interrogare Björn e Flavia».

«Ma è davvero così arrabbiata con te?».

Sbuffo. «Più di quanto pensassi. Adesso sa anche di Flavia. Quella stronza gliel'ha raccontato e le ha persino mostrato il filmato».

«Non deve essere stato bello», commenta lui.

«Che filmato?».

La voce stridula mi è familiare e so già di chi si tratta, mentre io ed Arran ci voltiamo contemporaneamente.

«Allora?», chiede Ella, spazientita.

«Tesoro», fa Arran, conciliante, «non ci riguarda».

Lei stringe gli occhi a fessura. «Tu sai di cosa si tratta».

«Non per mia scelta», le spiega Arran.

Ella posa gli occhi verde-azzurri di me. «So che ti faranno un processo per violenza sessuale su minore».

«Così pare», commento, saccente.

«Ho letto il tuo fascicolo».

«Non avresti dovuto».

«Non avrei dovuto», ammette lei, «ma l'ho fatto. Anne era come impazzita. Perché sei qui?».

«Ho riportato indietro l'auto».

«Dovresti andare da lei», mi dice, fissandomi intensamente.

«Lei non mi vuole più», commento tristemente.

Lei solleva un sopracciglio. «Nemmeno io ti vorrei, ma non è di Carmen che sto parlando».

Sto per dire qualcosa, ma lei mi interrompe.

«Non sono la più grande fan di tua madre», mi spiega, con voce ferma e tono autoritario, «ma le devi delle spiegazioni. Non ti voglio qui finché non gliele avrai date».

«Io non...».

«L'ultima volta che ho avuto modo di controllare avevi le palle», mi interrompe ancora, «non posso e non voglio rifarlo, perciò fai in modo che restino dove sono e non appassiscano».

Detto questo se ne va sculettando, lasciandomi lì impalato.

L'allusione al nostro schifoso rapporto sessuale non mi fa nessun effetto, ma so che può farlo ad Arran. Quando poso gli occhi su di lui, però, ha uno sguardo impassibile.

Deve essere questo quello che succede quando hai una relazione solida, in cui sei sicuro al cento per cento di chi ti sta di fronte: niente ti può scalfire.

«Credo mi abbia appena dato degli ordini», commento.

Arran ridacchia. «Mia moglie è autoritaria, specie da quando abbiamo avuto questa carrellata di figli».

«Appunto. Gli altri dove sono?».

«I gemelli sono al nido, andrà a prenderli papà, da bravo nonnino. Hans ormai è abbastanza grande per occuparsi di Vincent e riportarlo a casa. Zaji è qui perché le sue maestre scioperano, oggi».

«Capisco».

«Lex», mi chiama ed io già so cosa sta per dirmi, «va dalla mamma, non perdere altro tempo».

***

Il silenzio carico di tensione che aleggia nella stanza mi fa stare male. Ho gli occhi fissi sulla tazzina di caffè bollente e non ho ancora avuto il coraggio di sollevarli.

La mia salvezzaWhere stories live. Discover now